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mercoledì 29 dicembre 2010

Segnalazione sito.

Ho trovato utile le notizie o, piuttosto, i diversi link rinvenibili nel sito http://www.tempodielettronica.it/index.htm.
In generale, per chi è appassionato di elettronica ma, non da meno, che intende utilizzare la scienza e la tecnica per scopi di natura professionale, quale lo studio sula genuinità dei documenti di identificazione, per la guida e la circolazione: infatti, molti sono gli strumenti che possono essere rinvenuti - in particolare, segnalo www.cliped.it, per i materiali ottici e le lampade di wood - sui vari siti suggeriti.

venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale a tutti...

...comunque la pensiate.

Tra poco, il mondo ricorderà la nascita di Gesù Cristo.

Ci domandiamo se sia davvero il figlio di Dio o, piuttosto, sia un bambino che diventato uomo, ha sicuramente segnato la storia.

Beh, io credo che questo Gesù Cristo sia davvero il figlio di Dio, giacché credo nella sua esistenza. Ma credo anche che tutti siamo suoi figli, proprio per lo stesso motivo e dunque fratelli di questo bambinello, che nella sua debolezza ha sconvolto il mondo fin dal suo primo vagito, essendo testimoniato dalla storia e non dai racconti, di quanto il potere del tempo l'ha temuto.

Ma come uomo, ritengo di avere la certezza che questo bambinello, non ha sconvolto soltanto le regole del potere, il sistema del suo tempo, ma è stato capace di introdurre dei principi innovativi che hanno contribuito a offrire un modello diverso di persona, diverso dal consueto.

Il valore della persona, in quanto tale.

Per un motivo o per l'altro, in quanto credenti o laici, credo che il messaggio del 25 dicembre è un messaggio aperto ad ogni pensiero e convincimento: il rispetto della persona.

L'augurio che mi faccio e che vi faccio è quello di comprendere sempre di più il senso del messaggio del Natale ed il senso della dignità della persona umana, che non va rispettata soltanto, in quanto essere vivente.

Buon Natale a tutti.

martedì 21 dicembre 2010

Presentazione prodotto per il controllo documentale

MICROSCOPIO PRO10
www.xperta.it

Ricordo sempre piacevolmente il mitico investigatore privato inventato dalla fervida fantasia letteraria di Artur Conan Doyle: Sherlock Holmes ed il suo inseparabile amico, il Dott. Watson.
Quel metodo di indagine che ha affascinato tanti telespettatori di tutte le età, presi a seguire ed a comprender

e quel caso che si poteva risolvere semplicemente osservando la scena del crimine: cogliendone i dettagli e quindi, raccogliendo ogni possibile indizio...elementare Watson! così chiudeva ogni caso, l'intrigante ed intrigato mitico investigatore inglese.
Ebbene, per cogliere un dettaglio, ogni dettaglio, non è sufficiente guardare che cosa e chi si ha davanti a sé, se non, osservarlo scrupolosamente. Allo scopo appare quell'elemento così semplice e così carico di mistero, che forma un tutt'uno con chi lo utilizza: la lente di ingrandimento.
Con la lente di ingrandimento, è possibile osservare ciò che l'occhio nudo può solo guardare. Cosicché proprio la lente d'ingrandimento è divenuta l'iconografia della scienza dell'investigazione e solo osservando la scena del crimine, è possibile capirne e carpirne la più intima essenza ed origine: il suo nascosto "mistero".
Evidentemente, i tempi cambiano e se alla radice di ogni ricerca - non solo dell'infinitamente piccolo, ma anche, dell'infinitamente grande, come nella ricerca spaziale - c'è sempre uno strumento che riesce ad ingrandire ovvero ad avvicinare la cosa piccola ed impercettibile o il ché, è lo stesso, quella lontana, questo strumento è destinato a risentire, in positivo, della stessa evoluzione del processo scientifico. In fondo, la stessa evoluzione del servizio di polizia locale, per quanto radicato col territorio, appare oggi ben diverso da quello di ieri.
Diverso, perché diversa è la condizione socio-economica del territorio e, soprattutto, la tipologia di persone che vi gravitano. Colpisce ritrovarti in certi paesini di montagna, dove trovare comunque uno straniero che ti propone alcuni prodotti da acquistare a basso costo: il frutto della globalizzazione e dunque la polverizzazione dei confini e delle diversità.
Sicuramente, la condivisione di diversi valori culturali, è già questo un valore ma, inevitabilmente, la facilità con cui gli stranieri - dunque, gli estranei - raggiungono il nostro territorio, comporta la necessità di meglio identificarli e quindi, non solo guardarli ma, soprattutto, osservarli: ovviamente, non soltanto gli stranieri, ma chiunque deve essere controllato per fini di polizia, per fini di identificazione personale.
Evidentemente, ogni indagine, per quanto perfetta, si risolve in un nulla di fatto se chi ne è indagato, non è stato compiutamente identificato: questa identificazione passa, necessariamente, per il controllo dei documenti.
I documenti di identificazione non sono solo certificazioni, pezze d'appoggio dove si collocano, indissolubilmente, dei dati anagrafici ed antropometrici. Ma sono sicuramente un mondo nascosto, fatto di microscritture, inchiostri iridescenti, ologrammi, ecc.
Dunque, quel mondo infinitamente piccolo e apparentemente lontano che, solo se osservabile e quindi osservato, consente di stabilire se un documento sia o meno genuino; se chi lo detiene è o meno affidabile.
Ebbene, il moderno Scherlock Holmes non è così diverso da quello che abbiamo conosciuto tanti anni fa e quindi, ha ancora con se la sua lente di ingrandimento. Ma, come abbiamo già detto, i tempi cambiano.
E' interessante, quindi, scoprire, che l'odierno ingranditore non si compone più di una lente convessa trattenuta da una lamina periferica, dotata di manico: niente di tutto questo.
Anzi, nessuno direbbe che quella sorta di macchina fotografica, non più grande della vecchia lente di ingrandimento, è un microscopio tascabile, capace di effettuare rilievi fotografici sul luogo del fatto e quindi, utilizzabili anche in dibattimento.
Grazie ai due ingrandimenti ottici (10X e 40X) estendibili a 200X ingrandimenti digitali, secondo otto diverse scale di ingrandimento, è possibile apprezzare la qualità di quello che ci viene mostrato come un documento di identificazione o comunque, tutto ciò che necessita di essere ingrandito. Coglierne, appunto, quegli elementi che difficilmente l'occhio nudo può cogliere e difficilmente la semplice descrizione può replicare. Così, il PRO10 non è soltanto una lente di ingrandimento o, per meglio dire un microscopio tascabile, ma una macchina da ripresa digitale che consente rilevamenti macro e panoramici. Operativamente, è quindi possibile effettuare rilievi fotografici del documento, nella sua interezza e quindi, rilevare quei particolari che sono da considerare indici di alterazione.
Tra l'altro, l'apparecchio è dotato di otto led a luce bianca variabile, che possono essere utilizzati, anche singolarmente o a gruppi omogenei, per distribuire la luce radente e quindi acquisire quelle informazioni ottiche utili a rendere più evidente una stampa in rilievo. Certamente, uno strumento davvero completo, potrebbe essere dotato di led a "luce blu" per rilevare segni non visibili alla "luce bianca". La qualità dell'immagine è garantita anche dalla possibilità di adattare il microscopio ai diversi sfondi su cui si staglia l'immagine da riprendere; dal paesaggio, al particolare su fondo chiaro, grigio chiaro, grigio scuro e nero.
Sullo schermo, grazie ad un programma integrato, è poi possibile riprodurre una griglia per parametrazioni micrometriche dotata di scala, grazie alla quale effettuare misurazioni sul posto. Analogamente, è possibile affiancare ad una immagine statica presente nella memoria, l'immagine dinamica del soggetto che stiamo riprendendo, così da effettuare eventuali confronti sul posto.
Il microscopio portatile PRO10, consente, inoltre di effettuare riprese video e di interfacciarsi direttamente con il PC, mediante un programma dedicato, per mezzo del quale è possibile effettuare alcuni interventi sulla immagine; analogamente, è possibile riprodurre, sia le immagini, sia i filmati, su di un comune televisore, grazie al completo kit presente nel prodotto.
Credo che questo strumento possa davvero aiutare nell'attività di ricerca fondata sull'ingrandimento, l'elaborazione e l'acquisizione dell'immagine in loco, senza la necessità di avere sul posto ingranditori che, necessariamente, per ottenere il medesimo scopo, necessitano almeno della presenza di un PC portatile.

L'autore precisa che quanto da questi rappresentato, altro non vuol essere, se non la presentazione di un testo o di un prodotto professionale, ritenuto utile al servizio di polizia locale.
Ciò per escludere ogni possibile riferimento pubblicitario, dal quale questi possa trarre un qualsiasi vantaggio personale.
In tal senso, resta disponibile a leggere testi eventualmente proposti alla sua attenzione, così come a testare strumenti professionali che possono risultare utili a migliorare l'attività del controllo del territorio.

Presentazione prodotto per controllo documentale

MAGIC WAND portable scanner

http://www.magicwand.it/
http://www.uniformeria.com/products.htm


È consentito restare scettici, quando un commerciante ci propone l'acquisto di un prodotto che non conosciamo, sul solo presupposto che quanto ci viene raccontato non sembra così credibile? personalmente, credo di no.
Se non altro, proprio in ragione del fatto, che il diritto di critica, passa, necessariamente, per il dovere di ottenere la conoscenza.
E quindi ho provato a conoscere molto di p

iù di quanto che mi è stato raccontato, sino a comprendere che "Magic WandTM " è solo il nome commerciale della "bacchetta magica" ; ma, di magico, in questo prodotto, non c'è proprio niente, se non una tecnologia particolare che consente di utilizzare una sorta di parallelepipedo delle dimensioni di 25,4x3X2,7 cm per un peso di 180 g., come un comune scanner da tavolo.
Infatti, il "Magic WandTM " è capace di scannerizzare un elevato numero di documenti ed immagini (sino a riempire una scheda di memoria di 32 GB), in bianco e nero o a colori, con doppia risoluzione da 300 o 600 dpi.
In tutto questo l'uomo ha il semplice compito - semplice davvero, così come spolverare un foglio - di trascinare il sensore ottico, la cui guida in rettifilo è garantita da quattro piccoli rulli e dunque, le relative scansioni, appaiono di ottima qualità; del resto, se qualcosa non dovesse andar bene una luce rossa avviserebbe l'operatore della necessità di ripetere la scandione. Ma questo, almeno nella mia esperienza, non è accaduto.
Le immagini, a loro volta sono memorizzate all'interno di una scheda rimovibile e, tramite un cavetto USB ed un programma dedicato, possono essere salvate direttamente sul PC, anche tramite un'operazione di salvataggio, che consente di trasformare un foglio A4 in un foglio A3; è quindi possibile generare file in pdf, tif (per OCR), zip ovvero inviare l'immagine o il documento per pista elettronica. La lettura dei file non comporta l'installazione di alcun programma e quindi, la leggibilità degli stessi è immediata.
Dunque, uno strumento che può essere utilizzato in ufficio o tra uffici, per digitalizzare documenti fuori sede o comunque che non possono essere spostati dal luogo in cui si trovano o, addirittura, protetti in speciali bacheche in vetro. Infatti, lo scanner deve essere semplicemente passato sopra il testo o l'immagine che si intende acquisire.
La semplicità e la praticità d'uso del "Magic WandTM " consente quindi di acquisire il contenuto delle pagine dei libri, come l'immagine di un documento che deve essere acquisito. Nei servizi di polizia stradale e di controllo del territorio, si comprende subito l'utilità di un simile attrezzo, al fine di scansionare polizze assicurative, documenti di identificazione, ecc.
Tenuto conto poi della elevata risoluzione dell'immagine scansionata, è del tutto evidente che un controllo sul monitor, dell'immagine stessa, può evidenziare l'assenza o meno di sistemi si sicurezza, quali microscritture ed altro e quindi, risultare uno strumento che va a completare il "laboratorio" del falso documentale su strada. Non da meno, con la semplice ed opportuna copertura con una lamina trasparente dei segni caratteristici che restano impressi sui veicoli coinvolti in sinistri stradali, è altresì possibile scansionare lunghe porzioni di superfici - almeno fino ad un metro di lunghezza - dei veicoli stessi, così da riprodurne poi le caratteristiche salienti; analogamente, è possibile scansionare un battistrada, piuttosto che la superficie del tappeto d'usura od una caratteristica traccia di frenata...
Insomma, niente di magico, ma un prodotto che può diventare magico in funzione della versatilità e dell'intuito di chi ne vuol fare un uso professionale.

L'autore precisa che quanto da questi rappresentato, altro non vuol essere, se non la presentazione di un testo o di un prodotto professionale, ritenuto utile al servizio di polizia locale.
Ciò per escludere ogni possibile riferimento pubblicitario, dal quale questi possa trarre un qualsiasi vantaggio personale.
In tal senso, resta disponibile a leggere testi eventualmente proposti alla sua attenzione, così come a testare strumenti professionali che possono risultare utili a migliorare l'attività del controllo del territorio.

lunedì 20 dicembre 2010

Un appello al rispetto...

...la mia, evidentemente, è una voce nel coro.
Ma se questa voce potesse contribuire ad una riflessione, mi piace esprimerla.
Tra pochi giorni, gli studenti, manifesteranno nuovamente, a Roma.
Francamente sono preoccupato.
Diversamente da quanto accadeva ieri, le manifestazioni di piazza non sembrano più essere l'espressione di un disagio che le forze sociali (i partiti, i sindacati, ecc.) organizzavano, sino a raggiungere i simboli del potere.
Oggi, certe manifestazioni sono spontanee e al di fuori di vere e proprie linee di indirizzo di partito o sindacale. Appaiono, piuttosto, come un moto di rabbia, di sconforto, di profondo disagio che porta le masse, non tanto a manifestare, quanto, di più, a marciare.
Per mercoledì, insomma, si profila una sorta di "marcia su Roma" che rischia di fare annichilire su se stessa quell'idea di libertà e quel bisogno di dignità che sempre di meno è riconosciuta ai cittadini.
Manca, in questo Paese, una vera e propria forza di governo percepita come tale dal popolo italiano; ma manca anche una vera e propria forza di opposizione che, al più, è solo l'espressione di dissenso verso una persona che è stata capace di aziendalizzare lo Stato.
Questo modello di Stato-Azienda è evidente che non piace, giacché i principali "azionisti" - i cittadini - disertano il voto.
Ma il modello Stato-Azienda non può funzionare e la diserzione del voto non si risolve come un bieco calcolo economico-finanziario demandato alla Borsa.
La diserzione dal voto, significa la perdita di utilizzare l'unica opportunità che ha il popolo italianoe cioè quello di manifestare un proprio modo di concepire lo Stato e, quindi, il programma di governo.
Ho come l'impressione che mercoledì saranno in piazza gli studenti e la polizia. Gli uni a esercitare, legittimanente, il loro diritto di manifestare, gli altri, legittimanente preeposti alla difesa dei simboli istituzionali.
Il mio timore è che vi siano tra i primi, personaggi che altro scopo non hanno se non quello di colpire lo Stato, in quanto tale e quindi tutto il popolo italiano; non da meno, che vi siano tra i secondi personaggi deviati che altro scopo non hanno se non quello di dar fuoco alla miccia: entrambi uniti nell'unico scopo di esercitare un'azione destabilizzante che, oltretutto, rischia di inficiare lo scopo della manifestazione.
Non a caso c'è chi parla già di una sorta di legge marziale preventiva che vada a colpire le intenzioni dei manifestanti, piuttosto che le azioni: leggi di questo tipo, sono sicuramente colpi di scure al calcio della sequoia repubblicana. Ma, non da meno, azioni inconsulte in seno alla manifestazione possono innescare un incendio che non va a distruggere i beni di innocenti cittadini, ma ad incendiare la stessa sequoia repubblicana.
Allora, se posso esprimere una voce nel coro vorrei dire agli studenti e ai manifestanti in genere.
Siete una massa di persone perbene, che si sentono lesi nei loro diritti fondamentali, che hanno tutto il diritto di ribellarsi a chi questo consente o tollera. Ci sono gli strumenti della democrazia per difendersi e che incita alla rivolta violenta, vi sta portando in una palude di sabbie mobili che infanga non soltanto gli sprovvduti, ma tutti quanti.
Manifestate e Roma, senza marciare su Roma.
Consentite di manifestare soltanto a chi ha il volto scoperto, perché per manifestare c'è bisogno di voce, di parole, di scritti.
Chi indossa il casco, il passamontagna, la spranga, la catena, il sanpietrino, vuole marciare su Roma e quindi e nel Vostro interesse: isolatelo, allontanatelo, cosicché le forze dell'ordine non confondano un marciante con un manifestante.
Manifestate fino dove potete manifestare, dimostrando a voi stessi, al popolo italiano ed al mondo intero, che non ne potete più di quanto accade, ma siete cittadini rispettosi delle regole, compreso il limite segnato da una ipotetica "linea rossa".
Non oltrepassate quel limite.
Nel momento stesso in cui lo oltrepassarete offrirete a chi architetta la Vostra delegittimazione l'opportunità di manganellarvi legittimamente, in quanto pericolosi per le istituzioni democratiche.
Fermatevi dinanzi a quel limite: alzate i Vostri cartelli, esprimete i Vostri slogan e fatelo con un sorriso e non con una smorfia di rabbia.
Questa è la Vostra vera vittoria sociale.
Se c'è un "sistema deviato", quello ha il potere per rispondere ad un'aggressione e quella resterà nell'immaginario collettivo, l'immagine della manifestazione sediziosa. Quel potere utilizzato contro di voi sarà sicuramente giustificato dall'esigenza di contrastare un'aggressione allo Stato e avrete perso una opportunità di dimostrare chi siete e cosa volete.
La novità, invece, agli occhi del popolo italiano e del mondo, sarà quella della manifestazione pacifica, dove nessuno ha motivo di vestirsi - illegalmente - alla sommossa, per contrastare un'antisommossa che attende soltanto di essere legittimamnente esercitata.
Ghandi ha vinto il potente governo di occupazione, non con spraghe e fucili, ma con le parole:

- Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere
- Acquistiamo il diritto di criticare severamente una persona solo quando riusciamo a convincerla del nostro affetto e della lealtà del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato
- In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica
- Sono contrario alla violenza perché se apparentemente fa del bene il bene è solo temporaneo, il male che fa è permanente
- Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che per un certo periodo sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre
- La violenza è l'arma più debole; la non-violenza, quella forte
- La voce umana non potrà mai raggiungere la distanza coperta dalla sottile voce della coscienza
Ascoltate la voce della Vostra coscienza, di singoli manifestanti e la Vostra coscienza collettiva e quelle saranno la Vostra vera guida a manifestare liberamente il pensiero, così come garantito dalla nostra Costituzione.

sabato 18 dicembre 2010

Buone feste

Con l'avvento della posta elettronica, prima dei vari Facebook, Twetter, ecc., iniziai un "percorso epistrolare" con i vari contatti che, strada facendo, incontravo sulla mia strada di persona e di poliziotto locale.
In questo percorso, la Pasqua ed il Natale hanno, in certo qual modo, segnato delle tappe obbligate per proporre delle riflessioni e con ciò formulare i miei personali auguri per le migliori cose, durante queste festività.
La Festa, del resto, è o dovrebbe essere - almeno nel nostro immaginario di occidentali - un momento di festa, appunto.
Peraltro, invecchiando, gli entusiasmi tendono ad essere sostituiti dalle preoccupazioni o forse, vi sono più motivi, oggi, per preoccuparsi, che non ve ne fossero, ieri, per non preoccuparsi.
Così non posso non ricordare un recentissimo lutto che ha colpito la Polizia Stradale di La Spezia, ma ciascun operatore della polizia stradale. La giovane Sovraintendente Maria Teresa Marcocci, infatti, ci ha lasciati, durante un banale controllo: un ubriaco, incidentato. Il maltempo e, qualcuno dice, la sorte, si è messo di traverso ed un ramo di una pianta l'ha ghigliottinata come una condannata a morte. Lei, è la cinquantanovesima vittima del lavoro, caduta nell'adempimento del dovere, dal 1990 ad oggi. Invito per questo a vedere il filmato pubblicato alla pagina web http://www.youtube.com/watch?v=Ruf16fhgBSc in ricordo delle vittime ma, in ragione di questo, propongo una prima riflessione.
Perché, quando muore un poliziotto, nessuno parla di vittima del lavoro o, come nel caso di Maria Teresa, si dice che era il suo momento? Perché se cade un operaio da un'imaplcatura, o un cisternista resta intrappolato dai gas, si parla di vittime del lavoro? perché in questi casi non è la loro ora ma si parla di situazioni che non dovrebbero accadere? cosa rende la vita di una poliziotta meno dignitosa della vita di qualsiasi altro lavoratore?...ma questo accade e credo sia giusto farci sopra una riflessione.
Non si muore mai per caso, in nessun lavoro, tanto meno in chi fa il poliziotto.
Perché chi indossa un'uniforme e varca la soglia di casa, non sa mai se ne farà ritorno, giacché si predispone a combattere la sua "buona battaglia". Dalle piccole discordanze con i cittadini, che riversano su chi ha un'uniforme tutti i disagi di questo mondo; alle più grandi privazioni che culminano in manifestazioni contro un potere pubblico incapace, le cui frustrazioni sono facilmente sfogate sul poliziotto comandanto a garantire l'ordine pubblico. Quando si esce di pattuglia si è ben consapevoli che sulla nostra strada si può incontrare un delinquente che sa chi siamo noi e perché ci saimo (in quanto abbiamo un uniforme che ci identifica, pochi, tra molti), ma che per noi resta uno dei tanti sconosciuti che ha provato a rapinare il patrimonio di altri, mettendo in gioco di rapinare per sempre la nostra vita; o magari si fa un controllo, ci si predispone a fare una deviazione del traffico, consapevoli che siamo in mezzo al maltempo a cercare di salvaguardare la sicurezza degli altri a discapito della nostra.
Perché accade tutto questo? perchè ci crediamo.
Perché non siamo vittime del lavoro? perché a gli altri fa comodo crederlo.
E allora, il mio augurio, per questo Natale, va ovviamente, primo fra tutti, alla famiglia di Maria Teresa che non conosco - come non conoscevo Lei - ma che in certo qual modo, è un po' anche la mia famiglia. Affinché sia consolata dall'idea che questa donna ha combattuto la sua "buona battaglia" e come tale va ricordata: una lavoratrice che ha fatto fino in fondo il suo lavoro, a tutela degli altri, prima che di se stessa.
Eppoi c'è un altro ricordo molto vivido e cioè la recente manifestazione di piazza in Roma. Un'inconcepibile aggressione di un Ministro della Repubblica ad uno studente che sol per questo, in un Paese normale, costringerebbe quel Ministro a dimettersi, per l'incapacità di controllare le proprie emozioni e quindi il futuro della nostra Nazione. Ma, per altro verso, c'è l'inconcepibile silenzio degli studenti che non hanno deprecato il comportamento di chi ha malmenato, ancora, la polzia, che era lì a fare il suo lavoro.
Certo, da un lato esisteva il diritto di manifestare: un sacrosanto diritto riconosciuto dalla Costituzione a tutela della libertà.
Ma dall'altro lato c'era il dovere della polizia di caricare chi, approfittando di questo diritto, esercitava lo stesso a danno di beni privati e pubblici e, soprattutto, contro le istituzioni democratiche.
Intanto, in Parlamento, dalla bagarre parlamentare sono uscite immagini forti di parlamentari che si sono offesi, picchiati,...incapaci di dialogare e di dimostrare al popolo italiano, che presumono di rappresentare, che c'è un modo diverso di voler bene a questo Paese martoriato e che non ne può più.
Anche qui un augurio. Un sincero augurio che il Natale, che rappresenta tanto per i credenti, come per i non credenti, il giorno dell'Amore; che si identifica con l'innocenza e la forza debole di un Bambino; ebbene, questo Natale, porti serenità interiore nei nostri cuori di cittadini, affinché si affronti secondo interesse istituzionale e non personale, ogni grave problema del Paese e laddove sia necessario mutare una compagine governativa, lo si faccia secondo le regole del diritto, che sono pur sempre la sintesiu di un ragionamento condiviso e non la manifestazione di una rabbia atavica.
Infine, l'ultimo pensiero, lo rivolgo a quelle famiglie delle giovani ragazze che non solo nella Puglia del sud Italia, ma anche nel produttivo nord Italia (quasi a dimostrare che non esiste una questione meridionale, ma un'Italia che deve restare unita, anche nel dolore, anche nel terremoto, come nell'alluvione) sono sparite e che proprio in questi giorni prossimi al Natale, non sono più in famiglia. In un Paese normale, certe cose non dovrebbero mai accadere: ma queste cose accadono e ci dimostrano quanto, nonostante tutto, siamo ancora deboli ed indifesi, nei nostri più cari affetti. Ed allora quest'ultimo augurio è alle famiglie, affinché la serenità del Natale le raggiunga, ci raggiunga, forse dimostrando che c'è un valore molto più alto dei beni di consumo, degli oggetti, delle merci: ancora l'Amore, Quello familiare, quello della prima società naturale che si mette al servizio dei propri cari, per costruire una famiglia e quindi un Paese familiare, all'interno del quale, si dovrebbe imparare a riconoscere questo valore familiare anche a chi, concependo un diverso modo di amare, si unisce in una convivenza, che resta garantita solo e solo se, le parti in gioco, sanno amarsi reciprocamente.
Auguri.

martedì 14 dicembre 2010

Libertà d'agire e di manifestare?

Ce lo dobbiamo domandare quando, in ragione del giusto diritto di difendere diritti che si intendono, violati, ci si sente autorizzati a devastare una città come Roma.
Mi domando che cosa c'entra tutta quella povera gente che ha subito la devastazione del proprio posto di lavoro, la distruzione dell'autovettura costata anni di lavoro; che cosa c'entra il patrimonio storico-culturale che appartiene a tutto il popolo italiano e a ciascun cittadino, in particolare, con il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero?
La risposta, sta in ciò che resta di una Città e di un Paese ferito.
Sì, perché Roma e l'Italia è stata ferita: barbaramente ferita!
Ferita da un branco di scalmanati che per le belle strade e piazze romane, non ha saputo far di meglio che distruggere quelle cose esposte alla pubblica fede, sol per questo degne di maggior rispetto; ma analoghi scalmanati hanno violato le stanze del potere, come un branco di sciacalli sulle prede da divorare: questa è l'immagine che a noi cittadini restano delle odierne vicende "romane".

giovedì 21 ottobre 2010

La marcia su "Roma Ladrona"...

Quando si invecchia - almeno nel mio caso - si è portati a pensare che la storia non è quella che ci raccontano sui banchi di scuola o poco dopo, sui banchi di lavoro o, più in generale, su quelli dell'esistenza; la storia, più probabilmente, è quella che si è disposti a credere o che si è convinti di credere, anche perché personaggi come Carlo Azeglio Ciampi, sono disposti a rendere note le proprie memorie e dunque, il proprio raccontro della propria storia, profondamente intrisa della storia d'Italia.
Così è difficile per uno studioso della storia recuperare quei reperti che talvolta non gli appartengono: perché troppo giovane o, più semplicemente, perché troppo distanti o diversi dal proprio convincimento. Non c'è offesa alla storia, a quella vera, scritta sulle pietre sepolte dalla polvere dei secoli, da parte di coloro che ne fanno studio; ma l'inevitabile conseguenza del fatto che chi studia la storia è un uomo e dunque fallace e disposto a fallire, soprattutto se sospinto dalla necessità di provare l'orgasmo di una scoperta molto vicina al proprio credo ideologico. Insomma, per quanto intellettualmente onesti, si tende, ciascuno, a restare coinvolti dall'idea che ciascun storico si fa della storia.
Ebbene, io non sono uno storico, né, tanto meno, uno studioso della storia, ma mi sono abituato a credere che il fascismo - dal quale sono molto distante (per esser subito chiari) - non è stata una presa di potere, se non il riconoscimento del potere esecutivo da parte di chi, Re, a capo di una monarchia costituzionale, ha consentito a Benito Mussolini, di fare il Primo Ministro.
Che cosa distingua il Re, in una monarchia istituzionale, dal Presidente, di questa Repubblica, probabilmente, è un fatto meramente formale. Se non nel fatto che l'uno era il rappresentante di un potere filiale, la cui educazione a governare era sicuramente diversa da quella di chi, oggi, è figlio della politica, alla quale è affidato il compito di educare chi domani dovrebbe governare il Paese. Se non il fatto che in una monarchia di cui fanno sfarzo i soli nobili, in questa Repubblica, fanno sfarzo coloro i quali, comunque governano i popolani che da un lato osannano i buoni e dall'altro li fustigano, in ragione di passioni intestine, più o meno comprensibili.
Ma, beh, veniamo al mio convincimento della storia o, per meglio dire, dell'idea che mi son fatto di quella storia d'Italia, non così diversa da quella odierna.
Il 20 ottobre del 1922 - anno in cui nasceva mio padre, comunista, che mai partecipò ad un pubblico raduno fascista (né da balilla, ne da giovane fascista), in quanto antifascista, ma fedele all'Italia; tanto da subire la prigionia nei campi di concentramento inglesi (che la storia non cita, ma ci son stati), mentre commilitoni del regime giuravan fedeltà alla regina, fedeli alla loro italianità, piuttosto che all'Italia - ci fu la marcia su Roma e qualcuno dice, un colpo di Stato, mentre io dico che lo Stato riconobbe a Mussolini il diritto di governare l'Italia. Fu il Re a riconoscere a quel gruppo di facinorosi la possibilità di entrare in Roma, senza muovergli contro quell'esercito che probabilmente li avrebbe dispersi. Dunque, per me, non ci fu alcun colpo di Stato, nessuna presa di potere, se non il desiderio della gente di portare sul terrazzino un italiano capace di gridare alle c.d. "folle oceaniche" il suo "vincere e vinceremo". Ci fu il bisogno di far fronte a certe paure della borghesia e del clero, sebbene così distante dal pensiero fascista, ma così timorosi dei comunisti. Ci fu il "coraggio" dell'opposizoione parlamentare di ritirarsi dal Parlamento, lasciando che personaggi come Matteotti venissero massacrati a colpi di manganello...
Ma la storia cambia e si diventa più buoni. Così come un camaleonte la cui natura di mangiatore di insetti non muta, se non nel colore, la natura politica dell'uomo non muta, se non nelle bandiere con le quali spesso si riempono le piazze o i cerimoniali funebri.
Così le marce su Roma - adesso Ladrona (ma val sempre la pena occupare la sedia di Cesare, quando gli elettori sono troppo presi dall'ammirare chi ci sta sopra, anziché il simbolo che lo sorregge) - si ripetono e così accade che il popolo ha ancora qualche spauricchio dal qual difendersi, sì da ricorrere, di tempo in tempo, a reclamar la figura dell'uomo forte. E perché, non un Re, ma un Presidente, non dovrebbe affidare al popolo quel personaggio che sembra più in linea con quel sentimento nazionale? Il Re, sì, venne esiliato e con lui tutta la sua famiglia, perché non fu abbastanza coraggioso da muover l'esercito contro i fascisti, anziché far capo del governo chi li rappresentata con onore. Per un Presidente, questo, probabilmente non può avvenire e chissà se sarebbe giusto per questo, quando non lo è stato per quello.
Certo, la mia, è solo un'idea della storia di questo Paese. Non sono uno storico, non conosco la storia, non ho la cattedra per raccontarla e, probabilmente, se lo dovessi fare, dovrei tacere e documentarmi secondo il comune senso della storia d'Italia.
La mia è solo una riflessione da italiano piccolo, piccolo.
Che più che scandalizzarsi per quello che non fa o fa il mio Presidente; più che stupirmi per l'olio di ricino che somministra od evita di somministrare il Capo del Governo; che avvilirmi per un modo becero di fare opposizione, pronta a tagliarselo per far dispetto alla moglie; che restare basito dinanzi ad un "Gran Consiglio del Fascismo" che dstituisce il proprio dittatore, per il Futuro e la Libertà del Paese, ma poi è subito pronto a tutelarne la persona.
Più di tutto questo, sorrido, dinanzi a quel modo tutto italiano, di non restare fedeli all'Italia; ma solo all'idea d'Italia che ciascuno, in modo così personale e diverso da un altro, ha di questa Italia, credendo nella storia più interessante che gli viene raccontata.
Mio padre non c'è più ma, come credente, credo che mi può adesso osservare e capire che la storia della sua vita, è stata molto più interessante dei libri di storia somministrati a piccole dosi, nella scuola dell'obbligo. Che quella storia fatta di uomini coerenti - fascisti o antifascisti, non conta - e dispositi a prendere botte e scherni, per l'onore dell'Italia, è la storia che più mi ha affascinato e mi appartiene.
E' anche la storia della prima Repubblica, costruita da politici che nell'Agorà romana hanno ricostruito un'Italia unita e repubblicana, condividendo un'unica idea di Paese normale, descritto in quel libriccino che hanno chiamato Costituzione.
Sicuramente, una storia ben diversa da quella che è stata "La marcia su Roma Ladrona" e dei ladroni che se la sono presa.

sabato 25 settembre 2010

Ricomincio da qui...

...da dove ho sospeso questo percorso di memorie.
Torno adesso dal Convegno di Riccione della Polizia Locale.
Li, ho visto spendersi Colleghi, per lunghe ore e nel desiderio di trasmettere un sapere che non ritenevano proprio ed altri colleghi che hanno preferito spendere altri, mantenendo il loro status di irraggiungibili.
Lì ho di nuovo riflettuto alla grandezza dell'uomo umile e semplice, scevro da simboli, segni che solo hanno senso, se inseriti nel contesto di un'organizzazione che necessita di differenziare i ruoli delle persone, non già in ragione della loro bravura, ma della loro comune utilità: TUTTI utili, NESSUNO indispensabile.
Lì ho riflettuto sulla miseria dell'uomo che si crede grande, pronto a divenire, esso stesso, mausoleo della propria vanagloria, affiggendosi come un Cristo senza nobile anima, simboli e segni, a lui necessari per distinguersi e sentirsi diverso, come diverso è realmente ed in quanto tale, INUTILE.
Da lì sono ripartito, come ogni anno, con un nuovo entusiasmo per provarci ancora a fare il mio: il nostro difficile mestiere.
Difficile, non perché difficile, ma reso difficile dalla circostanze.
Difficile, è fare il cavatore; difficile, è fare il netturbino; difficile, è fare lo stradino; difficile, è stare in un gabbiotto al self service del supermercato.
Il nostro non è un mestiere difficile, ma è reso difficile.
Difficile perché in molti hanno perso il senso del ruolo, della pubblica funzione, del ci-sono-per-servire-il-Paese e non del Paese-al-mio-servizio.
Così, la pollitica, come una piccola macchia d'olio che può inquinare litri e litri d'acqua, si allarga sullo specchio d'acqua della pubblica amministrazione che, in quanto tale, dovrebbe essere così limpida e trasparente come la desidera la Costituzione e come impone la legge 241/1990.
Ma i polliticanti, spesso, pensano poco al futuro: perché il futuro non offre consensi, non elargisce sorrisi, non distribuisce denaro, non riconosce potere.
Il futuro, spesso, contrasta con il presente, giacché il futuro è, necessariamente, novità e ciò che distingue il pollitico dal politico, è avere la capaicità di immaginare il futuro; così come lo scienziato lo immagina e il ragioniere lo mette in atto... penso a Fleming, il padre della penicillina, salvatore di vite, morto uilmente e appena ricordato e penso a personaggi senza alcuno scrupolo che vivono in funzione di una morte fastosa e fastosa si dimostra. Com'è strana la vita...
Ebbene, il pollitico teme il futuro, perché per costruire il futuro c'è da sconvolgere il presente e quindi, perdere consensi o avere la capacità di dimostrare quanto si è bravi da saper prevedere il futuro.
E già, perché tutti si può fare il pollitico: basta un po' di faccia tosta e volersi tanto bene.
Non tutti si può fare il politico, perché bisogna averne i talenti ma, soprattutto, bisogna voler bene agli altri.
Così questa pollitica becera, ha reso la politica sporca e così chi in cuor suo ama la politica, ne resta fuori, perché la scambia per la pollitica, che i nostri attuali polliticanti riescono al meglio a rappresentare nel teatrino quotidiano a cui tutti, assistiamo giornalmente.
Per questo diventa difficile il nostro mestiere, anche se non è difficile.
Perché, spesso, non sappiamo per chi e per che cosa stiamo lavorando, giacché di obiettivi politici se ne parla fino al giorno delle elezioni eppoi... eppoi sarebbe il futuro del Paese ed allora mettiamo il programma in un casetto e nel nostro cassetto, mettiamo tutto il resto.
Per fortuna, però, c'è ancora chi crede che insieme si può fare di più, anche se la pollitica non ce lo consente, sebbene, paradossalmente, dà comunque gli strumenti per fare: questo è il paradosso ipocrita della pollitica. Offrire strumenti giusti, con il desiderio che non vengano utilizzati.
Dunque, persone come nn... non faccio nomi, perché non mi sembra giusto e loro lo sanno... sono persone che hanno una marcia in più.
"Insivisbili" a chi non li vuole vedere.
Ma sono soltanto dietro il dito di chi non li vede.
Basta spostare un poco poco la mano e gli invisibili, si vedono e danno tanto.
Grazie invisibili...

Codice Strada, Assicurazioni e Civile GRATIS

Segnalo a quanti interessati che sul sito www.altalex.it è possibile scaricare i codici di cui all'oggetto in documento pdf, aggiornatissimi e gratuiti, nonché ben fatti.

martedì 21 settembre 2010

Codice Strada aggiornato

Su http://www.altalex.com/index.php?idnot=11631 è possibile scaricare un aggiornatissimo Codice della Strada aggiornato alla recente L. 120/2010.

martedì 10 agosto 2010

Segnalazione sito...

...tutti al mare, tutti al mare a mostrar le chiappe chiare?
E se se vuole un aiuto per controllare meglio le aree demaniali vi consiglio di andare sul sito http://digilander.libero.it/steve1962/...davvero interessante!

giovedì 1 luglio 2010

Penso alla notizia del giorno...

...Beh, a questo punto domando: che senso ha questo correre verso la pausa estiva per "alzar gli scudi"? che cosa si teme? o che cosa si vuol evitare di temere? Non lo domando a quelli come me che, con molta superficialit... Mostra tuttoà, sarebbero liquidati con un: "è un comunista".
Non lo domando a coloro i quali sono stati assunti nel partito-azienda e quindi, da ottimi dipendenti, eseguono le disposizioni delll'impresario.
Lo domando a coloro i quali hanno perso la dignità politica e l'indipendenza che gli garantiva quel partito che in un modo o nell'altro, ha contribuito a scrivere la storia d'Italia (MSI - AN) e quindi, si sono lasciati fagocitare dal partito-azienda. Ma lo domando a coloro i quali, manifestando formalmente una sorta di indipendenza dal partito-azienda, ne restano comunque avviluppati, incitando i propri elettori alla "Roma-ladrona", ma gozzovigliando di quei privilegi che comunque gli concede. Ma lo domando proprio a quegli elettori del nord produttivo, che lavorano la terra, che costruiscono la "fabbrichétta", che si vestono di verde per non far passare lo straniero, ma che son ben disposti ad indossare lo "scudo istituzionale", a difesa di personaggi come Dell'Utri, che riconosce ad un mafioso, il valore di eroe.
Non lo chiedo con spirito critico: ma per capire.
Perché come cittadino che non ha eletto questa maggioranza di governo, ma come cittadino rispettoso delle istituzioni democratiche la rispetto, credo di avere un diritto fondamentale: quello di capire.
Capire che cosa sta accadendo in questo Paese, sempre più distante dalla normalità; capire perché un mafioso dovrebbe essere un eroe e soprattutto capire come possa, la televisione di Stato, consentire ad un rappresentante del popolo italiano di esprimere tali concetti valoriali da diffondere, soprattutto tra i giovani; capire perché chi svolge una professione pericolosa quale un camionista è soggetto a controlli più stringenti e chi mi rappresenta e prende decisioni per il futuro di questo Paese non possa essere soggetto a controlli preventivi sulle sostanze psicotrope e/o stupefacenti; capire perché non ha senso lasciare casa mia in mano ad un ladro e consentire che una banda di pregiudicati possa amministrare la casa di tutti, l'Italia.
Mi piacerebbe che qualcuno dichiarasse: sono un elettore del centro-destra e questi sono i motivi del perché.

lunedì 21 giugno 2010

STRADA SICURA - AREZZO

Venerdì 26 giugno 2010, ore 18,00 e seguenti
Inaugurazione CIRCUITO ADULTI a Parco Giochi si Strasicura Baby in località Montecchio Vesponi, Castiglion Fiorentino, Arezzo
mail: info@strasicura.eu
sito: www.strasicura.eu
Tel: 0575.1786102
Fax: 0575.381344

lunedì 7 giugno 2010

Segnalazione sito relativo ad infortunistica stradale

Interessante il sito http://www.balestra.ch/ relativo alla tecnica di rilevamento e ricostruzione dei sinistri stradali, curato dall'Ing. Balestra

giovedì 27 maggio 2010

INSERIMENTO I.P.A.

Segnalo, tra i link di ns. interesse, l'indice delle pubbliche amministrazioni (http://www.indicepa.gov.it/) mediante il quale è possibile coinoscere la struttura degli uffici e l'elenco dei servizi offerti dalle PP.AA., con le informazioni per il loro utilizzo e gli indirizzi di posta elettronica da impiegare per comunicazioni e per lo scambio di documenti e informazioni, anche ufficiali e a valore legale.

lunedì 24 maggio 2010

Come e perché penso che Paragone "dipinga" Santoro

Mentre non ero qui, ho seguito "L'ultima parola", il programma di Paragone in onda su Rai 2 dove è stato denigrato, spudoratamente, il Giornalista Michele Santoro, fornendo, tra l'altro, notizie false e tendenziose sulla trasmissione "Anno Zero" che, a detta di Paragone, avrebbe sparato a zero sulla Chiesa. Beh, questione di punti di vista ma - lo dico da cattolico - se c'è stata una trasmissione che ha scoperchiato il vaso di Pandora del malaffare di un certo modo di fare "ecclesia", in quella stessa trasmissione c'è chi ha rappresentato benissimo la Chiesa (come il giornalista Sorgi) in maniera degnissima, evidenziando che come esistono loschi individui che indegnamente indossano abiti talari, molti altri, in umiltà e silenzio, diventano un punto di riferimento per molti derelitti della società civile. E quando parlo di malaffare, non mi riferisco certo ai preti pedofili giacché ritengo che, essenzialmente, quelli siano solo persone pedofile e quindi, profondamente deviate e bisognose di cure. Il problema vero è l'omertà, il silenzio, la falsa rappresentazione di una realtà che deve essere denunciata, anziché nascosta, per il timore di perder la faccia: vale per la Chiesa-Stato, ma vale per molte altri centri di potere.
Questo è il vero male e Santoro, a modo suo, rappresenta esso stesso la denuncia sociale.
Per questo Santoro è un giornalista scomodo: anzi, è il Giornalista scomodo.
Ma il massimo del livello di spregiudicatezza credo sia stato raggiunto da Paragone nel momento stesso in cui ha sfruttato riprese di Anno Zero su operai in cassa integrazione, per scaricare su Santoro e l'offerta pubblica che la Rai gli ha fatto, una sorta di colpa morale di quanto accade; gli sono stati fatti i conti in tasca per denunciare quello che sarebbe possibile fare con i soldi che la Rai offre a Santoro.
Credo che il giornalismo abbia raggiunto, con certi personaggi, livelli davvero bassi.
A parte il fatto che il Giornalista Michele Santoro - che non sempre mi piace, ma ritengo necessario, come contribuente Rai e come cittadino - viene pagato dalla Rai in modo trasparente e quindi, senza alcuna manfrina, non vedo perché ci sia da scandalizzarsi per una cifra grazie alla quale potrebbero essere risolti i problemi di tanta gente. Beh, sarebbe come dire che un quadro d'autore non si dovrebbe pagare quello che si paga perché è un affronto alla povera gente.
C'è, insomma, nella teoria di Paragone e della "Madame Curie" della politica - così come Bea ha apostrafato la Santanché - una sorta di mercificazione della persona, per cui ogni uomo ha un prezzo: tipico di chi confonde il soggetto con l'oggetto; di chi mantiene in sé il concetto di Stato-potere, sebbene inserito in un contesto di Stato-persona. Così il vile denaro è solo un mezzo di scambio, quasi che il giornalista Santoro sia stato acquistato, così come il Paragone di turno si fa acquistare da chi rappresenta lo Stato-potere... in fondo non c'è colpa in chi giudica col proprio metro l'azione altrui.
Ma per quanto mi riguarda, anche il vile denaro può acquisire una sua dignità, se mi si passa il termine.
Insomma, anche il denaro può essere utilizzato quale metro di misura di un valore e non anche una mercificazione.
Così, non avviene forse che a fronte del danno ingiusto subito da una persona, il giudice stabilisca un valore risarcitorio? Dunque, la somma di denaro rappresenta il valore della persona, così come oggi, quanto è offerto a Santoro - e non estorto - rappresenta il suo valore di persona e non (solo) il suo valore commerciale... ma chissà se nel panorama di chi è ossessionato dall'idea che uno straniero possa passare il Piave del 2010, c'è posto per il valore della persona; come può accettare un simile concetto, chi è tutto dedicato ad esaltare la propria identità ad unico modello valoriale? come può, chi riconosce nell'economia un fine e non un mezzo, concepire l'idea che possa esistere una crescita culturale ben più importante di una crescita economica, per un Paese?
Ma se, volendo seguire la logica mercenaria di Paragone & Co., dovessi pensare a quello che sarebbe possibile fare con i soldi offerti a Santoro per l'umanità, beh, anche in quel caso direi che quei soldi sono stati spesi bene così come oggi sono stati spesi.
Perché a fronte di un certo numero di persone che potrebbero veder migliorata la propria condizione economica, che ne resterebbe della generale condizione culturale del Paese.
Perché se c'è stato un giornalista che contro tutto e contro tutti ha denunciato quanto di più sporco ed abietto è presente nelle logiche trasversali di potere, questo è proprio Michele Santoro. E finiamola di pensare a quello che oggi è Michele Santoro... c'è una storia di persona che lo riguarda!
Michele Santoro ha giocato sulla sua testa di giornalista la propria dignità, il proprio futuro, la propria possibilità di essere emarginato, come è stato emarginato; questo a fronte di una massa di pseudo-intellettuali iscritti all'Ordine di quei giornalisti che dinanzi alla fuoriuscita di scena della Busi, niente fanno per farla reintegrare nell'organico di Rai 1: anzi, una rompiballe in meno: solo la Dandini, ne sta parlando e sarà un caso?
Allora, per me Michele Santoro è quel giornalista che mi ha offerto la possibilità di conoscere dei contenuti che un certo stile omertoso e mafioso tentava e tenta di nascondere; è quel giornalista che non considera i cittadini, gli utenti della Rai, una massa di idioti, incapaci di ragionare, ma che offre loro delle conclusioni - talvolta faziose, talvolta forzose - che possono scegliere di condividere o di contestare, ma, così facendo, conquistare il valore alto di un popolo e cioè, il giudizio critico collettivo.
Questo è quello che una certo potere pubblico teme: il giudizio critico della gente.
La capacità della massa di farsi delle proprie idee, delle proprie opinioni, su ciò che è male e ciò che è bene; su ciò che vale la pena di affrontare e ciò che vale la pena di tralasciare. La capacità del popolo di stabilire un modello culturale, senza che sia il potere ad imporlo con alchimie mediatiche studiate al tavolino.
Insomma, nel bene e nel male, il Giornalista Michele Santoro è parte integrante della cultura nazionale; una sorta di bene culturale che può essere bel valorizzato con una somma di denaro, così come lo si fa con un quadro d'autore, senza troppo scandalo per la sopita coscienza.
Paragone, per quanto mi riguarda, resta un termine di paragone: tra chi fa giornalismo e chi vende giornalismo.

mercoledì 5 maggio 2010

Interessante portale su circolazione e trasporti

http://www.ingegnervisentin.com/

Ivi, La pianificazione dei trasporti e le problematiche legate aI deflusso veicolare da sempre si presentano come alcuni tra i principali problemi delle aree fortemente urbanizzate. L'elevato numero di veicoli presenti nella rete viaria, l'utilizzo da parte di differenti tipologie veicolari della medesima sede carrabile e la presenza di utenti deboli quali anziani e bambini evidenziano infatti una vasta serie di problematiche di difficile soluzione. Il recente sviluppo delle strumentazioni, l’implementazione di specifici software e l’introduzione nel mercato di moderne tecnologie consentono oggi di fornire soluzioni specifiche ed efficaci in molteplici tipi di situazioni riguardanti il funzionamento di una complessa rete viaria. Uno studio del traffico correttamente redatto ed adeguatamente approfondito è infatti in grado di ottimizzare le reti viarie esistenti sulla base di un'analisi costi/benefici delle varie alternative progettuali comparando tra loro differenti tipi di indicatori prestazionali . Grazie all'implementazione di specifiche procedure e modelli si possono ottenere previsioni molto realistiche sul futuro funzionamento della rete viaria a seguito di una variazione dell'offerta (realizzazione di interventi riguardanti la viabilità) o della domanda di mobilità (aumento o diminuzione del traffico che interessa le rete viaria).

L'ingegner Giorgio Visentin, ideatore/gestore di questo sito ed esperto della complessa materia dell'Ingegneria dei trasporti, mette a disposizione la propria conoscenza e l'esperienza maturata prima come consulente libero professionista nel campo delle problematiche legate al deflusso veicolare e successivamente come esperto di traffico operante all'interno del settore Mobilità del Comune di Treviso per diffondere i principi di una corretta pianificazione e favorire il raggiungimento di elevati standard qualitativi in questo ambito dell' ingegneria.

Evento gratuito presso l'Università di Brescia

TECNOLOGIA E SICUREZZA URBANA: DAL CONTROLLO ALLA PREVENZIONE
10 maggio 2010 AULA MAGNA Facoltà di Giurisprudenza Via S. Faustino, 41 Brescia
La locandina del convegno è scaricabile
http://filer.amm.unibs.it/content/dav/unibs/jus/gipedrazzi/Pub/sicurezza2010.pdf
La partecipazione è libera e gratuita

giovedì 29 aprile 2010

WWW.NORMATTIVA.IT

Chiunque è interessato ad un motore di ricerca aggiornato alle leggi vigenti, può sicuramente approdare al sito http://www.normattiva.it/static/index.html: proprio www.normattiva.it anche perché, diversamente, se si approdasse a www.normativa.it ci si troverebbe dinanzi ad un sito a pagamento: tutta un'altra storia, insomma.
Normattiva, perché il Ministero della semplificazione normativa ha inteso realizzare una banca dati, accessibile a tutti e consultabile gratuitamente, che contiene i testi delle leggi statali vigenti aggiornate in tempo reale.
Normattiva è il frutto della collaborazione tra le principali istituzioni dello Stato, con il coordinamento del Ministro per la semplificazione normativa. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati - in collaborazione con la Corte di Cassazione - curano gli adempimenti per la realizzazione del programma e lo sviluppo del sito. L'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ne cura la gestione e provvede all'alimentazione della correlata Banca Dati.
Normattiva, infatti, è anche un sito in evoluzione (norma attiva, appunto). L'intero corpus della normativa statale verrà inserito gradualmente, secondo un programma già definito, e le funzionalità di ricerca verranno progressivamente arricchite. Il sistema di ricerca disponibile in questa prima versione del sito è molto semplice: gli atti possono essere cercati sia attraverso i loro estremi, sia per parole, contenute nel titolo o nel testo della legge.
Ne consiglio la consultazione ed auspico una ulteriore apertura e sensibilità ad un accesso aperto anche al sito della Cassazione

mercoledì 28 aprile 2010

Nuove edizioni di Maggioli Editore

Segnalo, dall'Editore Maggioli, i due nuovi testi che contengono il Nuovo Codice della Strada e relativo regolamento di esecuzione e leggi collegate.
Il primo dei due volumi è l'evoluzione necessaria dell'ormai storico Nuovo Codice della Strada, giunto alla sua XVIII Edizione, aggiornato alle leggi 94 e 191 del 2009 ed al coevo decreto Legge 194. Volume completo che assembla in un unico volume il d. Lgs. 285/1992 annotato e con richiami alle singole disposizioni del regolamento di esecuzione, la rassegna della giurisprudenza il prontuario essenziale, le leggi collegate ed il regolamento di esecuzione con la segnaletica a colori.
Nell'edizione ridotta, pur mancando le leggi collegate e gli allegati del regolamento di esecuzione, l'utilità pratica e la sua fattibile trasportabilità lo rende particolarmente consigliabile a coloro i quali hanno necessità di un trasporto operativo, quale il personale di pattuglia o anche lo stesso agente viabilista.
Della collana "Progetto Ente Locale", diversamente, si segnalano i volumi professionali di Carmagnini/Lo Iacono, "Le sanzioni accessorie del codice della strada"; quello di Manzione/Medri, "I controlli sui rifiuti" (II Ed., aggiornata al d.M. 17.12.2009 (SISTRI) ed infine, ma non ultimo, il volume di Bezzon/Longobardo "Procedure di polizia giudiziaria" (II Ed., aggiornata alla L. 94/09 (pacchetto sicurezza).
Evidentemente basterebbe l'autorevolezza dei coautori a garantire e certificare il contenuto delle relative opere, caratterizzate anche da un significativo pregio grafico, sebbene ridotto rispetto alle primigenie edizioni.
Dunque se i volumi che raccolgono il codice della strada e le leggi collegate possono essere letti e considerati come una sorta di testo unico editoriale, i volumi del "Progetto Ente Locale", sono sicuramente da considerare manuali operativi atti a garantire a chiunque ne faccia un uso intelligente, un supporto professionale di innegabile valore.

mercoledì 21 aprile 2010

Dalla Presidenza ANVU sul cartellino Brunetta

La Legge Brunetta è generica e, come tutte le norme in generalis, soggiace alla Lex specialis.
La P.L. in virtù del D.Lvo 165/2001 (art.70/2) mantiene il proprio ordinamento speciale, prioritario sulle norme generiche previste per i dipendenti comunali.
La P.L. ha una propria organizzazione autonoma, in species, ed indipendente dall’apparato burocratico comunale (cfr. sentenze Consiglio di Stato 4663/2000 e 616/2006 della V° Sezione).
Inoltre la Legge 65/86, La Legge REGIONALE ed il Regolamento SPECIALE del Corpo o Servizio di P.L., stabiliscono regole prioritarie ed in droga con le altre norme dettate per i dipendenti comunali.
Nelle succitate norme in species è previsto che la P.L. porta la placca di riconoscimento sull’uniforme, è ciò fa deroga al cartellino.
E ‘ tra l’altro comprensiva la scelta del Legislatore regionale, riferita alla tutela dell’incolumità del personale di polizia locale che potrebbe essere fatto oggetto di ritorsione con facilità, quando si potesse leggere coram populo il nome ed il cognome. Infatti l’attività quotidiana che pone certi rischi in capo al personale della P.L., non si riscontra in nessun dipendente comunale.
Nella norma “Brunetta” è stata fatta esplicita menzione di esenzione per il solo personale della PolStato dall’indosso del cartellino, perchè i suddetti, contrariamente alla P.L., non avevano nessuna norma che già regolasse a priori la situazione de qua.
Quindi in sintesi : Alla P.L. non si applica la disposizione dell’uso del cartellino perchè è già prevista a priori la forma di deroga, attraverso l’uso della placca stabilito ope legis.

domenica 11 aprile 2010

CONVEGNO SULPM GRATUITO

16° Convegno Nazionale Polizia Locale
RICCIONE Hotel Mediterraneo

giovedì 13 e venerdì 14 maggio 2010

PARTECIPAZIONE GRATUITA
GRADITA PARTECIPAZIONE IN DIVISA

RILASCIO ATTESTATO PARTECIPAZIONE

ISCRIZIONE OBBLIGATORIA
mail marchi@sulpm.net - fax 02-57760417

GIOVEDI’ POMERIGGIO 13 maggio 2010

Ore 14,00
Apertura lavori – saluti autorità
Segretario Nazionale SULPM
Ore 14,30 Vito Parisi Comandante Polizia Locale Pianalto Artigiano
in collaborazione con Tanfoglio - www.tanfoglio.it
USO LEGITTIMO DELLE ARMI E RESPONSABILITA’


Maurizio Marchi Comandante Polizia Locale Gambettola
in collaborazione con Stoneridge Electronics – www.optac.info/it
CRONOTACHIGRAFO DIGITALE ED ELABORAZIONE DATI SCARICATI


Giandomenico Protospataro Funzionario Ministero Interno
in collaborazione con Cozart Italia Srl – www.concateno.com
Art. 187 cds: PROCEDURE OPERATIVE E NOVITA’


Paolo Girotti Ufficiale Polizia Locale Tresinaro Secchia
INFORTUNISTICA E RIPRISTINO SEDE STRADALE



VENERDI’ MATTINO 14 maggio 2010

9,00 Alessandro Marchetti Ufficiale Polizia Locale Roma
MONEY TRANSFER E STRANIERI:
ADEMPIMENTI COMUNI NON SEDE DI COMMISSARIATO


Maurizio Marchi Comandante Polizia Locale Gambettola
in collaborazione con Morgan Italia Srl – www.morganitalia.com
Art. 186 cds: PROCEDURE OPERATIVE E NOVITA’


Antonietta Agliata Vice Comandante Polizia Locale Napoli
DECRETO BRUNETTA E POLIZIA LOCALE


Luigi Altamura Comandante Polizia Locale Verona
NUOVO PROVVEDIMENTO VIDEOSORVEGLIANZA


Achille Francesco Benedetti Consulente Sicurezza Urbana
www.csusicurezzaurbana.it
VIDEOSORVEGLIANZA E PREVENZIONE CRIMINALITA’


12,30
SOSPENSIONE LAVORI




VENERDI’ POMERIGGIO 14 maggio 2010

14,30 Claudio Rimondi Ufficiale Polizia Locale S.Lazzaro di Savena
in collaborazione con Nivi Credit Srl - www.nivi.it
CONTROLLO DELLO STRANIERO E
SISTEMA SANZIONATORIO CODICE DELLA STRADA


Rinaldo Brega Responsabile ufficio cinofili SULPM
L’UTILIZZO DELLE UNITA’ CINOFILE


17.00 TAVOLA ROTONDA POLITICO/SINDACALE
PREMIAZIONI COLLEGHI DISTINTI IN SERVIZIO
INVITATO IL MINISTRO MARONI

venerdì 9 aprile 2010

La sicurezza stradale vista da Zaia... fonte ASAPS

Dove si vuole andare con certe idee sulla sicurezza stradale?
La "produzione" sempre al primo posto: magari così si producono più morti ed anche le imprese funebri lavorano di più!

Zaia: «Tasso alcolico a zero?
Autentica cazzata, non evita gli incidenti stradali»
Il presidente del Veneto al Vinitaly: «Siamo stanchi di sentirci chiamare ubriaconi perché beviamo due bicchieri a pasto»


Il ministro Luca Zaia
VERONA (8 aprile) - Tasso alcolico pari a zero? Per il neoeletto presidente del Veneto Luca Zaia è «una cretinata, un'autentica cazzata». Zaia lo ha affermato di fronte allo stand del Friuli Venezia Giulia al Vinitaly. Zaia ha proseguito sostenendo: «Lo diciamo perché siamo stanchi di sentirci dire che bere due bicchieri a pasto e andare a guidare significa essere degli ubriaconi. Evidentemente - ha sottolineato - qualcuno non conosce la legge nazionale, che prevede come limite 0,5 milligrammi di alcool in un litro di sangue, il che - ha spiegato - significa due bei bicchieroni di vino». «Gli incidenti non sono causati dall'alcol». L'invito di Zaia è chiaro: «Bevete due bicchieri di vino e state tranquilli. Mettetevi l'anima in pace perché - ha spiegato - il 98 per cento degli incidenti stradali non sono causati dallo stato di ebbrezza ma da tutte le altre cose che nessuno ha il coraggio di affrontare. E poi visto che ci siamo, bevetevi anche una buona grappa, perché comunque rappresenta per noi un grande ambasciatore, un grande biglietto da visita internazionale. Noi in Italia - ha concluso- consumiamo sempre meno grappa; in giro per il mondo ce la chiedono sempre di più».

da Il Gazzettino



Risponde ASAPS

No signor Ministro nessuna autentica cazzata
Il tasso alcolemico sotto controllo risparmia vite
Venga con gli agenti a suonare un campanello alle 5 di mattina per dire a un papà e a una mamma che il loro figlio è sotto un lenzuolo bianco, ma che il tasso alcolico zero è una cazzata

(Asaps) Non crediamo sia il caso di rispondere argomentando al ministro Zaia. Lo abbiamo fatto anche il giorno dell'inaugurazione di Vinitaly nella trasmissione Radioanch'io su Radio 1 Rai, spiegando come l'incidenza dell'alcol sia ben più elevata, sulla soglia del 30% delle mortalità e della sinistrosità grave. Lo dicono puntualmente l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e l'ISS (Istituto Superiore di Sanità) e nel nostro piccolo anche gli osservatori sugli incidenti stradali curati dall'Asaps (pirateria, contromano, incidenti fine settimana). Inutile, tutto inutile.

Abbiamo spiegato che il 2% dei sinistri alcolcorrelati deriva solo dalla miscelazione, tutta italiana, di incidenti nei quali sono compresi i feriti che hanno un unghia ammaccata, o un presunto colpo di frusta per lucrare sull'assicurazione, con i ragazzi tetraplegici o paraplegici di Montecatone o della clinica S.Lucia o ancora le persone in coma irreversibile per anni.

Abbiamo tentato di spiegare nella trasmissione che altri paesi di grande tradizione vinicola come la Francia, non si fanno scrupolo nell'attivare severe campagne di contrasto all'alcol, corredate con controlli a raffica, nell'ordine di 5 e 6 milioni di soffi nell'etilomtro l'anno (attivati anche nei pressi dei locali) contro 1,8 milioni dell'Italia. Inutilie, tutto inutile.

Abbiamo tentato di spiegare che criminalizzare le campagne antialcol alla guida per la sicurezza stradale, sarebbe come criminalizzare le campagne contro il fumo nella lotta al cancro ai polmoni. Per altro le campagne per la sicurezza stradale nel nostro paese costano un milione di euro l'anno. Le pubblicità degli alcolici in genere sono quantificate in costi pari a 169 milioni di euro. Inutile, tutto inutile.

Come è possibile criminalizzare chi difende la vita, solo perché nei bar e ristoranti si vende meno vino, quando in soli due anni (2007/2008) si sono risparmiate 938 vite (538 nel 2007 e 400 nel 2008) grazie anche al contrasto all'alcol e al moltiplicarsi dell'utilizzo degli etilometri da parte delle forze di polizia?

Per altro, è noto, la crisi della vendita del vino è nettamente inferiore alla crisi nella vendita di altri prodotti agricoli. Quindi il discorso è più generale.

Se si applica la sola logica dell'economia presto potremmo vedere anche il ministro dell'industria che interviene perché con l'uso degli etilometri e la diminuzione degli incidenti cala il lavoro dei carrozzieri (e anche delle imprese di pompe funebri). Per cortesia!

Certo chi beve 2 bicchieri di vino non può considerarsi un ubriacone, ma i fattori di rischio rimangono.

Venga il ministro con gli agenti a suonare un campanello alle 5 del mattino per dire a un papà e a una mamma che il loro figlio è sotto un lenzuolo bianco, ma che il tasso alcolico zero è un'autentica cazzata. Venga a parlare alle famiglie delle vittime, non solo a Vinitaly. Venga di notte a vedere come lavorano le forze dell'ordine e cosa si incontra sulle strade Poi vediamo se il tasso alcolemico zero (alla guida) è veramente un'autentica cazzata.

Giordano Biserni

Agenzia formativa alta versilia unione di comuni alta versilia

Gli incontri si svolgeranno dalle 9,30 alle 13,00 e dalle 14,00 alle 16,30.
Sede:
Sala Cope via Primo Maggio, 21
Querceta, Seravezza (LU)
12 aprile 2010
30 aprile 2010
23 aprile 2010
L’Albo Pretorio Elettronico
Accesso e tutela della riservatezza dei dati sensibili.
Il codice sulla privacy: il D. lgs 196/2003 e le recenti novità
legislative e giurisprudenziali
Relatore
Avv. Alberto Bicocchi
Avvocato, consulente di enti locali
Contabilità fnanziaria e Bilancio
I princìpi della contabilità fnanziaria. I princìpi del bilancio,
le sue caratteristiche, la struttura, la relazione previsionale e
programmatica, la gestione delle entrate e delle spese
Relatore
Dr. Francesco Delfno
Componente dell’Osservatorio sulla Finanza e Contabilità degli enti
locali - Ministero dell’Interno.
Esperto di fnanza locale dell’Unione delle Province
L. 69/2009, la L. 241 modifcata e le relazioni con la
normativa regionale toscana, in particolare la L.R.
40/2009
Relatore
Dott.ssa Nicoletta Baracchini
Consulente di enti locali e della Regione Toscana

Corsi tenuti da Rosa Bertuzzi in materia ambientale

Roma 18 maggio
POLIZIA GIUDIZIARIA E AMBIENTALE
Le procedure di accertamento degli illeciti di carattere ambientale
NOVITA' IN MATERIA DI SISTEMA SISTRI
Sistema di tracciabilità dei rifiuti - Primi obblighi entro il 30 marzo 2010.
DESTINATARI : Polizia municipale,Polizie Provinciali , Parchi, Guardie costiere, Ufficio Vigilanza delle Regioni, Uffici Ambiente, Uffici Tecnici .
Non è un convegno ma un seminario a numero chiuso
Referente scientifico dell’iniziativa : Avv. ROSA BERTUZZI .
Già Comandante Polizia Locale, già Pubblico Ministero Onorario, Autore di testi in materia.
PROGRAMMA
SISTEMA SISTRI : Il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, modalità di iscrizione, interventi operativi, le procedure di controllo circa la produzione e trasporto dei rifiuti, poteri di vigilanza, operatività del sistema, la consegna del dispositivo USB, black box da installare sui veicoli.
POLIZIA GIUDIZIARIA
Ruolo e competenza dell’Agente/Ufficiale di Polizia Giudiziaria.I reati previsti dal Codice Penale e dalle leggi di competenza provinciale ( ambiente, caccia, pesca, Pubblica sicurezza, Polizia Stradale, Polizia giudiziaria in generale).I sequestri, fermi, ispezioni, perquisizioni, rilievi fotografici, nelle materie attribuite, in relazione al codice di procedura penale.L’attività ad iniziativa della Polizia Giudiziaria e quella delegata dal Pubblico Ministero, i mezzi di ricerca della prova.Spontanee dichiarazioni e sommarie informazioni.Attività di indagine e garanzie difensive.La comunicazione della notizia di reato.Il sistema degli illeciti penali. Le sanzioni penali accessorie. Nesso di causalità. Il tentativo. I fini di prevenzione “ante delictum”. I soggetti pubblici titolari dell’autorità di tutela. I fini di repressione “post delictum”. Le possibilità operative dei soggetti pubblici aventi specifiche funzioni tecnico-specialistiche. Casi in cui la Polizia giudiziaria può o deve avvisare il difensore, ed i casi in cui la presenza del difensore è facoltativa o obbligatoria.I mezzi di prova davanti al giudice in aula.I poteri dell’indagato e dell’imputato nel procedimento penale.
POLIZIA AMBIENTALE
Il concetto di rifiuto al fine della tutela del territorio
Concetto di sviluppo sostenibile e gestione integrata di rifiuti.Definizione di rifiuto e classificazione (codici certe tipologie).Mud - registri di carico e scarico -formulario di identificazione dei rifiuti.
Recupero e smaltimento dei rifiuti - procedura semplificata - smaltimento in discarica - inquinamento idrico - inquinamento atmosferico.Le aree protette della provincia
Inquinamento idrico, atmosferico, rumore, elettromagnetico, attività estrattive e risorse del sottosuolo
La Polizia Giudiziaria e le sue singole funzioni-compiti-obblighi-divieti- in materia ambientale
L’illecito amministrativo ambientale
L’attività amministrativa legata alla contestazione di un illecito
Gli elementi costituivi dell’illecito amministrativo ambientaleLa Polizia Amministrativa
Le competenze, doveri, obblighi, responsabilità dell’autorità che contesta l’illecito amministrativo ambientale
La stesura dell’atto di contestazione della violazione amministrativa.Il caso fortuito e la forza maggiore.Efficacia probatoria del verbale di accertamento.Il procedimento sanzionatorio ai sensi della L. 24.11.1981, n. 689Il co-responsabile ed il responsabile in solido.Il concorso formale e il concorso materiale di illeciti amministrativi.Principio di irretroattività.
Le sanzioni amministrative previste dal nuovo Decreto Legislativo “Norme in materia ambientale.”Le fasi del procedimento sanzionatorio.L’iter del contenzioso amministrativo : le competenze della Commissione Amministrativa esaminatrice nel caso di ricorso in opposizione e ricorso gerarchico, Competenze del Giudice di Pace, del Tribunale Ordinario e della Cassazione
LE SINGOLE PROCEDURE OPERATIVE
Le modalità di prelievo di campioni in ambito penale – campioni solidi e liquidi
Gli accertamenti compiuti dagli organi di controllo aventi la qualifica di agente accertatore o di agente di Polizia Amministrativa: Art. 15/689 e artt. 101 e 129 D.L.vo 152/2006.Gli accertamenti compiuti dagli organi aventi la qualifica di Polizia Giudiziaria, in applicazione dell’art. 223 Disp. Att.ne C.P.P.Obbligo di comunicare all’interessato il momento in cui verranno effettuate le analisi dei campioni prelevatiObbligo del dirigente del laboratorio di comunicare all’interessato l’esito delle analisi dei campioni
La ripetizione del prelievo e la revisione delle analisi.Dies a quo Momento in cui cominciano a decorrere i termini per la contestazione della violazioneIl punto di prelievo di campioni: dove deve essere?Chi è l’Autorità competente per il controllo ambientale?Art. 354 c.p.p.: Gli accertamenti urgenti sulle cose, sui luoghi, sulle personeLe relazioni di servizio – i rilievi fotografici quali mezzo di prova irripetibile –
Veicoli fuori uso.Decreto Ministeriale 460/99.I singoli casi in cui si applica il decreto:Decreto Legislativo n. 209/2003:Decreto Legislativo n. 152/2006:Decreto Legislativo n. 149/2006


Scheda d’iscrizione e garanzia di riservatezza
Seminario: “Le procedure di accertamento degli illeciti di carattere ambientale”
Gli Enti interessati dovranno far pervenire la scheda d’iscrizione entro il giorno 05 maggio 2010
Referente scientifico dell’iniziativa : Avv. ROSA BERTUZZI

1 giorno:dalle ore 9.00 alle 13,00 e dalle 14,30 alle 17.00
La quota comprende: materiale didattico, attestato di partecipazione,coffèe break e colazione di lavoro
LUOGO E DATA SVOLGIMENTO:18 maggio 2010 presso Hotel Universo**** Via Principe Amedeo RO

venerdì 2 aprile 2010

Buona Pasqua...

Buona Pasqua a tutto coloro i quali indossano un'uniforme.
A tutti coloro i quali, un abito può determinare un limite all'esercizio di taluni poteri, se non riconoscendo delle funzioni che debbono esercitate nel solo interesse generale.
Buona Pasqua a coloro i quali subiscono ingiusti giudizi, solo perché vestiti di un'uniforme onorevole, a causa di quei pochi i quali riescono ad insozzarla a danno dei molti che la portano con onore e rispetto.
Buona Pasqua a coloro che fanno fatica a credere ancora nelle istituzioni, ma che grazie alla loro fiducia consentono alle istituzioni di esistere a garanzia delle libertà di tutti.
Buona Pasqua a coloro che continuano a credere nel valore della Pasqua, come valore cristiano, nonostante che certi atteggiamenti di autorevoli prelati portano danno alla immagine della Chiesa.
La Pasqua è sicuramente il momento del passaggio ed il passaggio segna momenti significativi nell'esistenza di ogni individuo.
Si lascia qualcosa di certo per l'incerto, si rinuncia ad una condizione per giungerne ad altra.
Anche il futuro della polizia municipale sarà caratterizzato da un passaggio e, probabilmente, se le questioni politiche sollevate dalla Lega non sono soltanto il frutto di una propaganda politica, è ben probabile che di qui a poco avverranno trasformazioni significative per il governo del territorio.
Resta evidente che ciascuna donna e uomo della polizia municipale resta una persona, con aspettative proprie, diritti da salvaguardare e doveri da esercitare.
In questo senso auspico che il periodo pasquale porti luce nelle menti di coloro che credono, ma diano un significato laico a coloro che non credono ma possono trovare in ogni percorso della storia, un significato alla propria esistenza ed al proprio futuro.
Ciascuno, troverà - se lo vorrà - nel nascosto della sua intimità, un momento per credere che uniti è possibile farcela, come persone, come cittadini, come pubblici funzionari: purché vi sia in tutti ed in ciascuno in particolare, la voglia di migliorarsi per migliorare.
Auguri a tutti quanti.

martedì 30 marzo 2010

E adesso? Con la Lega più forte...

...c'è chi dice che la P.M. farà il salto di qualità.
In effetti, se non era tutto fumo quello che abbiamo respirato ai nostri convegni, vedremo se questi nuovi equilibri di potere faranno sì che la Polizia Municipale cresca davvero e senta lo Stato "federale" più vicino alle proprie esigenze.
Vedremo...speriamo senza gli occhiali! anzi, senza il binocolo.

lunedì 29 marzo 2010

SEMINARIO PER LA POLIZIA MUNICIPALE

Si segnala il seminario gratuito:


LA POLIZIA MUNICIPALE SULLA STRADA: IN PRATICA

Seminario di aggiornamento operativo sul controllo di polizia stradale

Cortona 27 aprile 2010 – Centro Convegni Sant’Agostino

Rubano la pistola a un poliziotto in fin di vita Era caduto in moto sul lungomare di S.Girolamo

Bari

(Si arriva anche a questo NdR Asaps)

BARI - Quando lo hanno visto per terra, caduto con la sua moto lì, sul lungomare di San Giorolamo, la prima cosa a cui hanno pensato è stata rubargli la pistola. Non soccorrerlo, sincerarsi delle sue condizioni, non chiamare aiuto. Solo portargli via l´arma, la sua pistola d´ordinanza. Poi però qualcuno, tanti secondo il 118, ha chiamato un´ambulanza. Perché Cosimo Cuocci, 34 anni, poliziotto dell´antirapina era davvero grave. E grave è tuttora: ricoverato in rianimazione al Policlinico di Bari è in coma con un polmone perforato e varie fratture. Quella pistola ora non si trova più. Ma per i suoi colleghi e i dirigenti della squadra mobile della Questura di Bari, l´importante è che Cuocci possa uscire dalla fase critica. Salvarsi, insomma. Ha una moglie, dalla quale è separato, e un bambino di due anni. Questo importa ora alla Questura. A quella pistola e a questo furto ci penseranno in un secondo momento. E però fa male pensare che qualcuno possa aver sfilato dalla fondina quell´arma mentre Cuocci era ferito. Oppure che la pistola sia volata nella caduta e che qualcuno abbia voluto prenderla, portarla via. Comunque sia andata la polizia cercherà di scoprirlo in questi giorni. Ieri, quando hanno trovato la fondina vuota, hanno provato fino all´ultimo a sperare che magari Cuocci l´avesse lasciata nella cassetta di sicurezza in Questura. E invece non c´era nemmeno lì. Né da nessun altra parte vicino al luogo dell´incidente. Sparita. Rubata. Ieri sera Cuocci (passato da poco dalla squadra dei "Falchi", dall´antiscippo, all´antirapina) aveva appena ultimato il suo turno. Insieme con i suoi colleghi aveva arrestato due persone che avevano tentato un furto in un negozio di Triggiano. Era quasi l´una di notte. Stava tornando a casa con la sua moto. Poi si era accorto di aver dimenticato in Questura un borsello. Aveva girato la moto e stava percorrendo al contrario la strada fatta poco prima. Era arrivato sul lungomare di San Girolamo e lì ha perso il controllo. Non si sa ancora per quale motivo. Ha provato a frenare. Sull´asfalto ci sono i segni di una frenata di almeno tre metri. Poi è andato a sbattere contro un cassonetto, squarciandolo. Mentre la moto ha continuato a scivolare per una quarantina di metri. Lui è rimasto lì, con le costole rotte e un polmone perforato. Sono arrivate molte chiamate al 118. Tutte anonime. E intanto qualcuno pensava a portar via la pistola.

da Repubblica.it

Lettera aperta del Presidente ASAPS

Per quello che ha fatto, per quanto abbiamo fatto, per quanto faremo, credo sia giusto divulgare. Anche questo è sicurezza stradale.

Continuiamo il nostro percorso insieme per la sicurezza stradale
Lettera aperta agli abbonati a il Centauro


di Giordano Biserni

Caro amico abbonato,
noi non sappiamo perché hai deciso di ricevere a casa la nostra rivista ufficiale, Il Centauro. Non sappiamo quanto i suoi contenuti siano stati da te condivisi, se le nostre ricerche abbiano esaudito il tuo bisogno di conoscere i meccanismi della strada, se gli articoli di scienziati e giuristi che ogni mese ne riempiono le pagine abbiano in qualche modo soddisfatto le tue curiosità. Abbiamo cercato sempre, fin dal primo numero, di rendere Il Centauro qualcosa di diverso da una semplice rivista di polizia. Perché, lo sappiamo, il punto di vista di un poliziotto, o più generalmente di un operatore di polizia tout-court, non può essere quello di un agente di commercio o di un libero professionista, di uno studente, o di un impiegato.
In tutti questi anni, più di 15, Il Centauro è andato in stampa, e ha raggiunto la tua casa, grazie alla sinergia tra l’ASAPS e la Sicuritalia Edizioni. È stato un cammino difficile, nel percorso frastagliato che c’è sul terreno dell’editoria, che è sempre stato contraddistinto da un reciproco rapporto di correttezza e lealtà. L’editore ci ha lasciato sempre il massimo margine di manovra e così le posizioni, spesso scomode dell’ASAPS, sono divenute bandiera stessa della nostra associazione, tanto da identificarsi inequivocabilmente con lei: le campagne contro le stragi del sabato sera, quelle per i pedoni ed i ciclisti, la battaglia contro l’innalzamento dei limiti di velocità ed il contestuale richiamo (ci piace pensare che sia stato il primo) ad un uso responsabile della tecnologia in materia di repressione della trasgressione. E poi le inchieste sul lancio dei sassi dai cavalcavia, gli osservatori, tutti, a partire da quello della Pirateria Stradale o del Contromano fino all’ultimo attivato, quello delle cosiddette Morti Verdi. Il tutto con l’attenzione costantemente rivolta al ruolo delle ebbrezze, azione che ci è spesso costata cara: nel paese percorso da migliaia di strade del Vino, e da molte altre di sangue, il nostro impegno è stato più volte additato come integralista, quasi “talebano”.
La mia voce, dai microfoni della Rai e dei principali network comunicativi, ha “martellato” senza soluzione di continuità in un crescendo di inviti, fino a divenire una sorta di rappresentante degli utenti stradali, almeno quelli attenti alla sicurezza. Nonostante le molte contro-campagne di denigrazione, si è prodotto così tanto materiale, si sono lanciati così tanti argomenti di discussione da farci orgogliosamente pensare che se in Italia esiste oggi una “coscienza stradale”, è davvero anche merito nostro. Nel frattempo l’associazione ha proseguito il suo cammino istituzionale, rifiutando il diktat di chi intendeva trasformarla in una concessionaria della propria rete di vendita, di chi aveva progettato di sfruttare la sua attendibilità ed i suoi marchi, tra cui quello de Il Centauro, creando un proprio ufficio studi, capace di reclutare le migliori intelligenze e metterle al servizio di un disinteressato sapere.
Ecco cosa siamo oggi. Perché, lo abbiamo sempre pensato, non c’è proprio nulla di male a non voler trasformare un marchio ritenuto universalmente affidabile come il nostro, fondato sulla volontarietà dell’impegno sociale e culturale di un gruppo di poliziotti, in una macchina per far soldi. Abbiamo preferito aprire blog e sottoscrizioni quando qualcuno di noi, qualsiasi divisa abbia indossato, è caduto in difesa della legalità e delle libertà del nostro paese. Abbiamo sempre scelto la strada più difficile per restare soprattutto liberi. Così avviene oggi per la nostra rivista. Il Centauro è giunto ad un bivio esistenziale: cambiare pagina per continuare su un cammino di libero e critico pensiero, oppure adeguarsi alle leggi del commercio e di una diffusione che non ci piace più. Non vogliamo equivoci, vogliamo chiarezza. Per questo abbiamo scelto di cambiare. L’editore Sapignoli metterà a nostra disposizione un sistema diverso, che non lascerà spazio a dubbi o equivoci. Dunque, se dal prossimo mese non riceverai più la nostra rivista, non credere a chi potrebbe dirti che abbiamo chiuso bottega. Non è vero! Siamo in ottima salute e te lo dimostriamo. Chiamaci e penseremo noi a farti avere i numeri della rivista per i quali hai già pagato. E se, nel frattempo, decidi di rinnovare, segui le istruzioni qua sotto. E' il nostro modo di ringraziarti per averci permesso di crescere. Se nei prossimi mesi non riceverai più il Centauro ed hai l’abbonamento in corso contattaci ai seguenti indirizzi e telefoni, segnalandoci la presunta data di scadenza del tuo abbonamento. Noi, col nuovo editore Sapignoli, ti garantiremo l’invio della rivista fino alla validità del tuo abbonamento:


Asaps
Via Consolare,1
47121 Forlì
Tel. 0543-704015
Fax 0543-701411
sede@asaps.it

Alla scadenza potrai rinnovare l’abbonamento con le modalità qui indicate. Ti diciamo ancora grazie per la fiducia.


Giordano Biserni
Presidente Asaps
Direttore de il Centauro

martedì 23 marzo 2010

AMREF

Noi, come polizia municipale, abbiamo partecipato a questo prigetto http://www.amref.it/locator.cfm?SectionID=751 per garantire un aiuto concreto all'Africa. Visitate il link e meditate... magari, quel bicchiere d'acqua con il quale ci sciacquiamo i denti, può servire a dissetare quattro piccole bocche che hanno tutto il diritto di sorridere alla vita.

DAL SITO ANVU...

... il testo unificato del documento che i Senatori Saia e Barbolini hanno redatto per l'appprovazione della nuova legge sulla Polizia Locale:

http://www.anvu.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1705

Interessante anche il documento sul cerimoniale:

http://www.anvu.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1699

lunedì 22 marzo 2010

Che c'azzecca la politica con la P.M.?

Me lo domando anche io, giacché ho pensato a questo blog per parlare della polizia municipale e per offrire suggerimenti alla P.M., ma anche per parlare d'altro.
Poi magari ho parlato più d'altro...
Ma non ne sono convinto, perché in fondo la politica è espressione del popolo.
Così del popolo italiano, come del popolo della P.M.
La conferma, in fondo, l'ho avuta dall'ultimo Convegno de La Spezia.
Beh, si parla di questione morale, della necessità di mantenere un ruolo al di sopra di ogni sospetto eppoi ti trovi personaggi che sostengono questioni forti, importanti per la P.M., che sono stati indagati e che attendono un processo ed intanto gli si riconoscono cariche importanti.
Beh, qualcosa non va, secondo il mio vecchio modello culturale: appunto, il mio è un vecchio modello culturale ma, essendo questo il mio blog, non posso fare a meno di esprimerlo.
Un modello in cui chi aveva compiti istituzionali, non poteva permettersi di sbagliare e se ciò accadeva, si metteva da parte, chiariva i propri affari od affaracci e, se era il caso, tornava in pista.
Un modello socratico, dove il bene supremo è lo Stato e non dove lo Stato è lo strumento per la persona che diviene invece il bene supremo.
Ma per ristabilire diversi ruoli, forse, ci sarebbe da avere il coraggio di mollare quelle poltrone strette, immeritate, mentre attorno gravitano giovani che a pieno titolo dovrebbero avere l'opportunità di provarne la morbidezza, ma anche la durezza.
Forse, ci sarebbe da avere il coraggio di forzare questo metodo delle nomine ad personam, non dimenticando che l'occupazione di un posto pubblico, oltre che un dovere è un diritto di tutti i cittadini meritevoli, non tanto di legare il miccio dove vuole il padrone, ma di sapere come governare (il miccio).
Ma io sono sempre più vecchio e sempre più brontolone.
Forse destinato a fare, definitivamente, il topo di biblioteca. A spolverar libri e a sperare che finalmente, anche questo, sarà un Paese normale dove quelli che meritano occupano i posti migliori e quelli che occupano i posti migliori, li occupano non per se stessi, ma per il bene della comunità.

lunedì 8 marzo 2010

L'Italia, un Paese a rischio...

Francamente, il Dott. Berlusconi Silvio, non gode certamente della mia stima e, certamente, non è che a lui possa interessare molto questa mia condizione.
Peraltro, resta pur sempre il Capo del Governo del mio Paese e per questo, lo rispetto.
Ora, di lui si dice tutto ed il contrario di tutto e con altrettanta franchezza, non so davvero se quanto si dice di lui è vero o il frutto di illazioni e strumentalizzazioni. In fondo, si tratta soltanto di fidarsi o meno di certe affermazioni e...beh... io ho imparato ad essere diffidente: non solo del Dott. Berlusconi Silvio ma, in genere, di chi tratta con il Dott. Berlusconi Silvio: di chi lo ama, ma anche di chi lo odia. Sì, perché uno così o si ama o si odia.
Però di una cosa credo di essere certo, senza necessità alcuna che qualcuno lo mostri e lo dimostri, in TV come sul giornale: che quest'uomo è riuscito a creare una cultura dissacrante delle regole del gioco della democrazia.
Il danno più grave che può commettere un uomo delle istituzioni è adottare un comportamento che legittimi l'illegittimità: se lo fa lui, lo posso fare anche io.
Così si crea una cultura istituzionale, anzi, una sottocultura.
Talmente grave che i recenti fatti sul voto nel Lazio ed in Lombardia ci dovrebbe far riflettere sullo stato di questa pseudo-democrazia.
Da un lato, l'opposizione esulta per la possibilità di vincere, in ragione dell'assenza della controparte, facendo venir meno quell'elemento fondamentale di ogni democrazia e cioè la possibilità, per il popolo, di essere rappresentato da una parte politica.
Dall'altro lato, il Governo, con un'arroganza indescrivibile annienta le regole del gioco, sanando ciò che non può essere sanato, facendo venir meno l'altro vincolo di forza della democrazia e cioè il rispetto delle regole.
Per di più, il Presidente della Repubblica, il Capo dello Stato, il simbolo dell'unità nazionale, viene tirato dentro questa barbarie istituzionale perdendo di credibilità, in ragione della propria scelta istituzionale: oggi, tra qualche grido e qualche mal di pancia contenuto, il nostro Presidente è lontano da una buona parte di italiani, non rappresentando più l'unità nazionale, ma una parte degli italiani.
E se avesse preso un'altra decisione: l'altra parte si sarebbe dissociata.
Il risultato sarebbe stato lo stesso.
Di simili conseguenze imputo la responsabilità al Dott. Berlusconi Silvio e a chi, con forza, anziché contribuire a rinnovare le regole democratiche, a contribuito a soverchiarle, a stravolgerle: di più, a non renderle più credibili.
Tanto che chi rispetta le leggi dello Stato, credo non lo faccia tanto per il rispetto delle leggi, che probabilmente neppure conosce, ma perché è nello spirito delle cose conosciute dalle persone oneste rispettare le regole scritte nelle leggi.
Tanto che chi non le rispetta le leggi dello Stato, credo lo faccia perché, conoscendole, sa bene che alla fin fine, tra godersela alla grande e rischiare di essere scoperti, conviene godersela.
Quindi, il nostro Paese rischia di trasformarsi in un Paese dove le leggi non vanno rispettate, ma, più semplicemente, usate.
Non so davvero in che direzione stiamo andando, ma credo che se chi ha compiti di governo non cambia metodo, sicuramente riuscirà a destabilizzare - più di quanto già è riuscito a fare - il Paese.
Non da meno di chi, stando all'opposizione, continua restare incapace di costruire un'alternanza credibile.
Un'alternanza che neppure chi oggi è al governo riesce a dare al Dott. Berlusconi, tanto da doverselo tenere e proteggere così come natura crea e...Silvio conserva.
Credo che questo è il grave problema.
La nostra più bieca cultura istituzionale.

venerdì 12 febbraio 2010

IL CONTRATTO SOCIALE...

...stiamo passando momenti davvero difficili e personaggi di spicco delle istituzioni sono resi sempre meno credibili dalle loro azioni, poi amplificate dagli organi dell'informazione. Dobbiamo stare attenti, perché in questi momenti viene meno il "contratto sociale", viene meno quel senso di fiducia reciproca che porta i cittadini a fidarsi dei propri rappresentanti, sino a giungere ad affidargli i propri diritti fondamentali, accettando quelle regole che sono concepite come regole necessarie alla convivenza civile. Ma quando tra i "contraenti" nasce la sfiducia reciproca, il contratto sociale rischia di non essere più credibile e quindi viene meno non solo il potere di rappresentanza - che non è un potere d'imperio - ma la stessa credibilità di tutti i soggetti a cui è affidata la cura della cosa pubblica, della Res Publica della Repubblica. I continui attacchi alla Magistratura rischiamo di demolire una colonna portante dello Stato di diritto, giacché se ai politici è affidato il compito di dettare le regole di convivenza, ai Giudici è affidato il compito di ridurre i conflitti tramite il riconoscimento delle responsabilità. Quando i due contendenti si affidano al Giudice, rinunciano al diritto naturale di lottare, alla stregua di un qualsiasi altro animale: ma in quanto persone, affidano al Giudice questo compito. Per questo motivo, talvolta, si deve essere disposti anche ad accettare un giudizio non condivisibile, purché il giudicato, nel suo complesso, sia da considerare giusto e quindi secondo giustizia. Ma se la credibilità del Giudice viene meno, anche la sua affidabilità viene meno, conseguendone che solo con l'esercizio del diritto naturale si può ottenere giustizia.
Credo che si debba fare estrema attenzione a stracciare il contratto sociale, come ho l'impressione stia accadendo.

giovedì 11 febbraio 2010

La carta di identità del telefonino.

IMSI: è la sigla che identifica un singolo utente, all’interno di una rete di un gestore telefonico e, di solito, è lunga 15 cifre del tipo:

MCC MNC MSIN
284 01 1234567890

ovvero, sul tabulato 284011234567890

dove

MCC identifica la nazione
MNC identifica il codice di rete
MSIN identifica inequivocabilmente l’utente all’interno della rete

IMEI: è la sigla che identifica inequivocabilmente un singolo apparecchio telefonico mobile, che è riportato all’interno dell’apparecchio stesso, solitamente, al di sotto della batteria. E’ generalmente impresso sul cellulare in modo tale da evitare la rimozione del medesimo ed in linea teorica potrebbe essere alterato o contraffatto. Per verificare l’eventuale originalità del numero è sufficiente digitare da tastiera il seguente codice *#006#. Questo numero è molto importante perché è utile a rintracciare la “portante radio” al quale è abbinato e comunque, in caso di furto o smarrimento, è necessario per permettere di bloccare l’uso del telefono.
Il codice IMEI è del tipo:

AAAAAA BB CCCCCC D
353826 01 062874 2

dove

AAAAAA identifica la casa costruttrice ed il modello di telefono
BB identifica il luogo di costruzione o di assemblaggio del prodotto
CCCCCC identifica il numero di serie del cellulare
D è una cifra di controllo che, tramite un particolare algoritmo consente di verificare la correttezza del codice IMEI

Alcuni cellulari recano un IMEI di 16 cifre dove, l’ultima parte (SV) indica la versione del software o firmware utilizzato.

ICC-ID: è la sigla che identifica inequivocabilmente la scheda SIM ed è stampigliato sulla medesima.

Per ulteriori approfondimenti consultare wikipedia dal quale sono state attinte le informazioni.

venerdì 29 gennaio 2010

Da una mail del Comandante P.M. Bedessi

Ai colleghi ed amici della polizia municipale.

Ad altri amici e conoscenti.





Gli organi di informazione hanno dato notizia (eventualmente controllate qui sotto se non lo sapete ancora) che è in corso un esperimento che prevede di seppellire alcuni maiali vivi per osservarne la morte per asfissia.



http://www.corriere.it/animali/10_gennaio_14/maiali-sepolti-vivi-esperimento-asfissia-austria_77a4aa2e-011a-11df-9901-00144f02aabe.shtml



La cosa è crudele, vergognosa ed infame.



Uno dei fautori di questo esperimento (controllate nell’articolo del Corriere della Sera se non ci credete) è il Prof. Hermann Brugger dell’EURAC di Bolzano (Istituto per la Medicina d’Emergenza in Montagna).



Invito tutti i contatti ai quali ho inviato questa email, se pensano di questo esperimento quello che penso io e che con me pensano molti altri italiani e stranieri, a scrivere a questo signore il loro pensiero; il mio è il seguente:



“Al signor Hermann Brugger.

Egregio signore, ho appreso dagli organi di informazione del crudele, inutile ed infame esperimento che lei sta conducendo, seppellendo vivi alcuni maiali per osservarne la morte per asfissia.

Quel che lei sta facendo è indegno di chi voglia anche minimamente associare il proprio nome alla scienza e mi meraviglio che vi siano istituti finanziati con denaro pubblico che possano accettare questa cosa.

Ritengo che se lei ha un minimo di umanità dovrebbe sospendere il crudele esperimento, che crea sgomento e sicuramente danneggia enormemente l’immagine della montagna.

Mi riservo di portare a conoscenza delle autorità preposte quanto lei sta organizzando ritenendolo una crudeltà contro animali indifesi.

Dott. Sergio Bedessi”



I contatti PUBBLICI di questo signore sono i seguenti:



Hermann Brugger
Institute of Mountain Emergency Medicine
Drususallee 1/Viale Druso 1
39100 BOZEN-BOLZANO
http://www.eurac.edu/webimages/EURAC/main/icon_phone.gif Tel. +39 0471 055 541
http://www.eurac.edu/webimages/EURAC/main/icon_fax.gif Fax +39 0471 055 549
hermann.brugger@eurac.edu





Per parte mia scrivo anche al Presidente della Provincia di Bolzano un messaggio di questo tenore:



“Preg.mo Signor Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano.

Ho appreso dagli organi di informazione (cfr. Corriere della Sera, televisioni nazionali e altri) del crudele, inutile ed infame esperimento che il prof. Hermann Brugger dell’EURAC di Bolzano sta conducendo, seppellendo vivi alcuni maiali per osservarne la morte per asfissia.

Quel che si sta facendo è indegno di chi voglia anche minimamente associare il proprio nome alla scienza, e mi meraviglio che vi siano istituti finanziati con denaro pubblico che possano accettare questa cosa.

Ritengo che il crudele esperimento, che crea sgomento e sicuramente danneggia enormemente l’immagine della montagna, debba essere immediatamente sospeso.

Mi riservo di portare a conoscenza delle autorità preposte quanto si sta organizzando ritenendolo una crudeltà contro animali indifesi.

Dott. Sergio Bedessi”



Per il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano indirizzare alla casella di posta elettronica certificata, così non possono dire di non averlo ricevuto: adm@pec.prov.bz.it inoltre alla casella: presidenza@provincia.bz.it



Scriverò inoltre a tutte le autorità pubbliche della zona che riesco a trovare e Vi invito a fare altrettanto.



Sto pensando di scrivere alla Procura della Repubblica di Bolzano ma l’esperimento si svolge in territorio austriaco, forse perché in Italia saremmo riusciti a fermarlo.



Fermiamolo!!!



Cordiali saluti

Sergio Bedessi

Curatore del web-site www.poliziamunicipale.toscana.it

domenica 24 gennaio 2010

La PEC così poco conosciuta...

...non è una brutta parola, ma la posta elettronica certificata.
Sto per smontare dal servizio e credo di non rubare niente al servizio, se non contribuire a rendere noto un fatto - anzi uno strumento - che non mi pare sia molto conosciuto.
In poche parole, per evitare di spedire raccomandate alla P.A., facendo file alla posta, consumando carburante per raggiungerla, perdendo tempo, inquinando, perdendo la pazienza, ecc. ecc. Beh, è comodo e sufficiente utilizzare il proprio PC e la PEC.
La posta elettronica certificata è gratuita e vale come una raccomandata, quando è usata per comunicare con la Pubblica Amministrazione.
Come fare per averla?
Tramite l'ACI che mette a disposizione due canali:
- il numero verde 800.999.030
- il personale presso gli Uffici Provinciali PRA, ACI Provinciali e relative delegazioni.

Anno nuovo vita nuova...Siamo categoria?

Ciascuno di noi conosce il mondo in cui vive o, quanto meno, presume di conoscerlo.
Così ricordo che alcuni anni addietro, mentre leggevo un interessante articolo su di una importante rivista di settore, rimasi stupito di come, un autorevole comandante della polizia municipale avesse idee molto simili alle mie: tanto simili che almeno metà di quell'articolo era scritto in modo identico, ad un mio precedente articolo... ovviamente, senza alcuna citazione dell'autore primigenio.
Convinto che prima ancora della legge formale, esistesse una legge morale che imponesse ad un editore di verificare ciò che pubblicava, mi rivolsi al capo redattore che, con candida risposta, mi fece notare che son cose che capitano, delle quali non c'è da stupirsi.
Confidando ad un luminare del diritto amministrativo tale episodio, questi mi racconto che a lui era capitato di peggio. Indicato come relatore di un convegno del quale non conosceva neppure l'esistenza, in quello stesso ambito l'organizzatore del convegno stesso si scusò con i presenti per l'assenza del "trascinatore di folle", in quanto colto da malore. Ma, come si diceva nel toscanaccio Pinocchio: le buigie han le gambe corte e così, un tizio che partecipò a quel convegno e che non condivideva alcuni passaggi della relazione affibbiata - ma non fatta - dal luminare, decise di far come Msometto: siccome la montagna non poteva andare da lui, lui decise di andare alla montagna. Fu questa la circostanza per la quale il mio confidente seppe di un convegno che venne costruito in suo nome, con l'introduziuone di una relazione fatta da non si sa chi, ma affibbiata a lui e per di più, tacciato anche di salute malaticcia giacché per quella causa fantastica, non ebbe modo di relazionare ad un convegno presso il quale mai era stato invitato. Anche lui mi disse: che vuole fare? pensa che gli avrei dovuto far causa?
Come dire: è così che funziona.
E col tempo, partecipando ai convegni, ho imparato sulla mia pelle - che dottore non sono - che continuare a chiarire tale circostanza in ambito convegnistico non mi faceva onore ma, probabilmente, molto meno onore avrebbe fatto ai molti dottori eletti sul campo, giacché non sono davvero molti i cattedratici che sono definiti tali, se non autrorevoli colleghi, hai quali deve essere riconosciuto tutto il valore di uno studio, tutto personale.
Con ciò non mi sento da meno ad un generale, come non mi sento superiore al vagabondo che sceglie quel tipo di vita: se non un uomo a cui piace conoscere il mondo in cui vive, studiandolo e facendo di questo studio una cultura che peraltro, non ancora oggi - e forse mai - nessun rettore universitario mi ha riconosciuto.
Ma questo è un fatto molto personale, giacché non sono pochi coloro i quali hanno un loro diverso modo di concepire un titolo accademico, come il diritto d'autore, così come, più in generale, il collocarsi nella società come individui pensati, più che individui pensanti.
Ebbene, proprio in questi giorni, le cronache locali della mia complessa terra di Versilia hanno dato ampio risalto ad un fenomeno che, per quanto ho già detto è così scontato. Eppure, si è voluto portare al massimo livello un fenomeno così ricorrente, tanto da dedicargli la prima pagina e poi, ben due pagine interne. Tanto da comparare un discorso di oggi con uno precedente di tanti anni addietro, quasi che i giornalisti si perdano a confrontare quanto accade e si scrive oggi, con quanto accaduto e scritto ormai anni addietro. E grazie a tale espediente, si è voluto riesumare fatti scabrosi (a seconda di chi li racconta e nei termini in cui sono raccontati, senza aver poi fatto quell'analisi critica che un buon cronista dovrebbe sempre fare, buttandosi nella notizia e non bagnandosi di qualche suo schizzo) per attaccare una persona, più che per raccontare all'opinione pubblica dei fatti di cronaca.
Beh,capire i moti dell'animo, comprendere perché si è arrivato a fare tanto, analizzare obiettivamente un comportamento che sicuramente e per come viene raccontato non è condivisibile, non è facile. Ma viene più facile pensare che secondo una logica craxiana - l'uomo da copertina di questi tempi (e credo di aver detto tutto!) - quanto è accaduto è quanto accade e quindi, non è accaduto niente.
Piuttosto, mi riesce più difficile capire da dove arriva tutta sta astietà, tutto sto bisogno di mettere sulla graticola del giudizio morale un solo uomo, quasi che il suo comportamento - così simile e comune a quello di altri, ma per questo non più grave di altri - sia assimilabile a quello della strega da ardere sui ceppi dell'ipocrisia di una buia stagione dell'intelletto.
Non riesco a comprendere da dove provenga tutta questa acredine, questa necessità di abbassare il giornalismo al racconto da strada, alla critica becera della chiacchiera, rievocando fatti e cronache non ancora chiarite, né in bene, né in male.
Beh, forse la mia piccola intelligenza di uomo sospeso tra il barbone ed il generale, ma che resta se stesso, mi porta a credere che c'è anche qui chi tira i fili; anche in questo mi chiedo dove vuole andare questa categoria, quando non ha la forza, la capacità di lavare i panni sporchi in casa propria, senza vendere o svendere all'opinione pubblica un personaggio da bistrattare, forse per esaltarne altri ma, sicuramente, per ridicolizzare una categoria che ancora è alla ricerca di se stessa.