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mercoledì 23 dicembre 2009

Ricostruzione della dinamica degli incidenti stradali.

Un bel libro professionale, quello che ho avuto la fortuna di poter leggere.
Sicuramente, dalla lettura di questo testo scientifico - perché di questo si tratta - c'è ancora da domandarsi se per la polizia locale possa avere un senso ricostruire la dinamica degli incidenti stradali, passando per i c.d. rilievi tecnici (fotografici, planimetrici, ecc.), all'accertamento tecnico, propriamente detto.
Ce lo domandiamo, intanto, perché altra cosa è rilevare le tracce del sinistro, altra ancora è ricostruire e quindi accertare gli elementi essenziali del sinistro, ricostruendone addirittura le cause. Intorno a tutto ciò si potrebbe ovviamente aprire un dibattito, giacché quei rilievi conducono, necessariamente ed inevitabilmente, ad una modificazione delle stato delle cose e dei luoghi che, nel momento in cui determina anche la stessa elaborazione dei dati acquisiti ma non più acquisibili, potrebbe dar luogo ad un accertamento tecnico irripetibile.
Oltre la questione tutta giuridica, resta comunque la questione squisitamente pratica che sottende la necessità di acquisire, comunque, quelle conoscenze fondamentali necessarie alla ricostruzione di un sinistro stradale.
Infatti, è del tutto evidente che la polizia giudiziaria può - anzi, deve (artt. 55,348 e 354 c.p.p.) - rilevare lo stato delle cose e dei luoghi soggetti a modificazione, sì da "cristallizzare" tale stato in un verbale che costituisce documento del dibattimento. Ebbene, tali rilievi non possono essere catalogati nel genere dei meri atti ma semmai, debbono essere finalizzati al raggiungimento di un obiettivo che, nel processo penale è, evidentemente, la prova.
Orbene, rilevare la posizione di un veicolo, piuttosto che del corpo umano o di qualsivoglia altra traccia, mediante rilievo fotografico, non si esaurisce, evidentemente, nell'azione del fotografare ma, sicuramente, nell'esercizio della fotografia giudiziale ovvero quella pratica di rilievo tecnico che permette di rappresentare sul piano bidimensionale, una realtà tridimensionale, quanto più fedele possibile al momento in cui l'oggetto stesso è stato rilevato. Non ha quindi senso effettuare un elevatissimo numero di rilievi, con conseguente spesa per l'amministrazione della Giustizia, quanto ridurre al minimo tali rilievi, sino a costituire un fascicolo fotografico essenziale.
Ciò che vale per il rilievo fotografico, a rigore di principio, vale, evidentemente, per ogni altro tipo di rilievo tecnico.
Non da meno, comprendere come il consulente tecnico, piuttosto che il perito, giunga alle sue determinazioni, non serve tanto a sostituirsi a tali soggetti quanto, piuttosto, a fornire a questi ultimi gli elementi (anche stavolta) essenziali per determinare le responsabilità nella causazione del sinistro.
Da qui l'interessante e nutrito sommario di questo elegante volume, rilegato e composto da ben 337 pagine, fornito di un utilissimo indice dei concetti.
Sì, perché alla fin fine è di concetti che si parla.
Di quei concetti più ampi e generali che riguardano l'indagine infortunistica, ma anche di quei concetti più elementari e di dettaglio che interessano, sicuramente, fin dal primo momento, l'organo rilevatore: le caratteristiche e la interpretazione delle tracce al suolo, i rilievi fotografici e planimetrici, nonché l'individuazione del presunto punto d'urto, quale luogo geometrico di incontro delle forze vettoriali che determinano poi lo spostamento delle cose ed il conseguente raggiungimento della condizione di quiete: momento fondamentale per il successivo accertamento.
Evidentemente, la localizzazione dei corpi, avviene secondo quelle regole elementari che si presumono bagaglio professionale minimale di chi svolge servizi di polizia stradale e che, molto spesso, più che il frutto di uno studio - come nel caso di specie - sono il risultato di un esercizio pratico. Tali,talvolta, da costituire quella "regola ambientale" che il Magistrato Santoloci definisce la regola assurda del "così fan tutti". Quindi, a queste regole confermate dall'esperienza, si aggiungono quelle regole suffragate dalla tecnica e quindi valorizzate da un possibile quid professionale quale quello costituito dal c.d. rilievo fotogrammetrico.
Rispetto ad un'analisi grossolana che riguarda i corpi in movimento, un'analisi più particolare può spingersi sino all'osservazione o, per meglio dire, all'ispezione del veicolo e delle sue dotazioni, sì da ottenere ulteriori indizi che secondo la logica della gravità, precisione e concordanza con tutti gli altri presenti in atti, possono costituire ottimo elemento per individuare la prova.
A tali analisi, osservazioni, ispezioni e se vogliamo, anche congetture - tutte da verificare - si debbono aggiungere quelle ulteriori considerazioni sulle deformazioni dei corpi, sui coefficienti d'attrito e quindi sullo studio delle azioni frenanti e le velocità di crociera, sull'analisi del comportamento umano.
A tutto ciò, si aggiungano esempi di studio concreto, grazie ai quali, quelli più interessati - ma oserei dire tutti coloro i quali hanno interesse a conoscere l'utilità vera del loro servizio di polizia stradale - possono verificare "sul campo" le sopraggiunte conoscenze tecniche.
Lo ripetiamo, sicuramente non per sostituirsi a chi fa già bene il suo mestiere ma, semmai, offrendogli tutto ciò di cui ha davvero bisogno, farglielo fare ancora meglio.
Una notazione per finire: perché certi concetti ed un testo come questo non dovrebbe essere utilizzato da quegli studenti, che oltre che imparare delle nozioni - talvolta barbose - di matematica e fisica, potrebbero essere stimolati a farlo, comprendendone tutta l'utilità pratica? Potrebbe essere un'idea da lanciare - se già non l'ha fatto - al bravo docente ed autore di questo volume ovvero il Prof. Virginio Rivano.
(Editore: Firenze University Press, 2009 - http://www.fupress.com/index.asp)

lunedì 14 dicembre 2009

Quando le parole diventano...statuette del Duomo

In una serata tra le tante, mi chiamano perché in TV rendono noto dell'aggressione al Premier. Mi affaccio e dalla "scatola delle meraviglie" osservo la scena di un settantenne colpito al volto, insanguinato e dallo sguardo intimorito. Mi spiace di quello che osservo, perché il sangue, il volto sfigurato e trasfigurato mi fanno pensare all'ingiustizia della violenza. Poi passano alcuni minuti e la sequenza successiva mostra l'uomo ferito che si alza sul predellino dell'auto, a mo' di dittatore che porta sicurezza al bagno di folla, con lo sguardo fisso, che poi ricade accasciato in auto. Di lì a poco, alcuni rappresentanti del centro-destra, negando l'evidenza, dichiarano che nei giorni precedenti non è successo niente, che sono costantemente aggrediti dalla sinistra (come ve ne fosse davvero una all'opposizione) e quindi si devono difendere. Penso che pochi giorni prima il "settantenne" parlava di Presidenti della Repubblica comunisti e tra questi, un ex DC clericale dello spessore di Oscar Luigi Scalfaro ed un socialista Presidente della Banca d'Italia come Carlo Azelio Ciampi; non da meno, di Magistrati - ancora comunisti - che lo vogliono ingabbiare. Ripenso alle parole del Ministro dell'Interno che individua in facebook la possibile fonte del "male oscuro" e della necessità di fargli chiudere i battenti e chissà come mai, mi vengono in mente i nazisti che razziavano le case ed incendiavano i libri, in quanto fonti della conoscenza e del confronto culturale-dialettico: per dirla tutta, non solo i nazisti, ma ogni regime estremo che si dimostri tale. Sempre il Ministro dell'Interno che segnalava che in fondo non era successo niente e che il servizio di scorta aveva funzionato; ma mentre lo ascoltavo pensavo al Presidente Kossiga (lo chiamavano così, negli anni di piombo) che da Ministro degli Interni si era dimesso dopo il rapimento Moro, perché lo Stato non era stato capace di proteggere l'Onorevole Moro. Beh, in fondo, il nostro Presidente del Consiglio l'avrebbero potuto anche far fuori sul posto se invece di un pazzo (qualcuno diffonde l'idea che magari è un pazzo introdotto dalla c.d. ragion di Stato: ma sicuramente, sono comunisti anche quelli...sembra che l'Italia sia piena di comunisti) avessero trovato un professionista, neppure troppo bravo (in fondo, prima di lanciare la statuetta il braccio ha brandeggiato per un po', almeno tutto il tempo necessario per prendere una buona mira). Ma quelli erano altri tempi: prima Repubblica, gente meno seria (oddio, tutto sommato ho qualche dubbio).
Io non ho goduto di questo fatto, perché a me non piace il sangue, ma piacciono le idee e forse perché uno come Ghandi non ha rimosso il regime con il sangue, ma con le idee.
Beh, una statuetta, in fondo, ti colpisce e ti toglie qualche dente, ti fa sporcare la camicia, ti dà dolore ma poi, magari diventi anche un gladiatore, per il bagno di folla dal quale era pur prevedibile che uno scellerato incazzato o impazzito provasse ad ottenere un momento di gloria.
Per altro verso, quando senti certe parole che inneggiano all'aggressore e che esaltano la violenza contro l'oppressore (dipende dai punti di vista, ovviamente), beh, penso che anche queste sono come statuette, ma fanno ben più male, perché raggiungono la coscienza dei singoli, la incitano, la modificano, la incattiviscono e quel sentimento come un tarlo, consuma la società nella quale si diffondono.
Orbene, io credo che il problema non è davvero facebook e neppure quei fanatici - sorta di blachblook del G8 di Genova - che inneggiano all'antiberlusconismo, ma anche al berlusconismo, quanto piuttosto all'assenza della politica.
La politica, come metodo di mediazione, come sistema di rappresentanza popolare, secondo gruppi ideologici che si ispirano ad un concetto di società, venendo quindi rappresentati dagli eletti, particolarmente dotati di qualità dialettico-culturali (non necessariamente di titolo di studio).
No. Oggi sono riusciti ad offrirci una scelta sulla persona: o sei con Berlusconi (il santo, l'unto del signore, già oggi martire)o contro Berlusconi (il male, il nemico, per alcuni l'attore) e quindi, o tu conformi a lui o lo combatti.
Perché? Beh, perché penso che manca ogni riferimento ai partiti, ai movimenti, sia da parte di chi governa, sia da parte di chi sta all'opposizione.
Siamo giunti al paradosso che il Governo mantiene la propria credibilità sul berlusconismo e quindi sullo spot "i comunisti mangiano i bambini" che ancora oggi fa discutere, sebbene non ci siano più ne comunisti ne una parvenza di sinistra che si esprime; e l'ex PCI, poi PDS, infine PD, quindi svincolato da qualsiasi appartenenza al comunismo (già svilcolato con Berlinguer, ma mantenuto vivo ad arte nell'immaginario collettivo) o idelogia o movimento, che mostra sempre di più la più tipica forma di ectoplasma della politica.
Io credo che le parole, da una parte, come dall'altra, possono far davvero tanto male al Paese; molto di più che la statuetta del Duomo e che quindi, la politica dovrebbe avere la capacità di riprendere un dialogo corretto anziché preoccuparsi di eliminare l'unica forma di informazione libera oggi presente in Italia, non condizionata da Editori appartenenti alle varie cordate.
Credo che chiudere facebook, sempre fosse possibile, sarebbe l'errore più grave che potrebbe fare il Governo.
La mediazione delle parole e la pacatezza dell'ascolto, probabilmente porterebbe più vantaggio, non tanto a Berlusconi o chi dopo di lui governerà (meglio? peggio?...chi perde la via vecchia per la nuova...), quanto al Paese che ne ha davvero bisogno.

sabato 12 dicembre 2009

Buon Natale e Felice Anno Nuovo...

...nel privato della mia stanza, ma nella disponibilità di chi vuole ricevere questi miei auguri, tutti personali.
Quest'anno ho avuto una lezione di vita. Una forte "musata", come si dice dalle nostre parti. Di quelle che ti fanno male, che continuano a farti male ma, man mano che passa il dolore, ti fortificano e fanno dare alla vita una dimensione diversa e più distaccata.
Ho imparato a credere nel valore dell'amicizia, credendo che in ragione dell'amicizia si potessero superare le barriere della convenienza. Ma non è così...almeno non lo è in generale.
Ho imparato a conoscere che talvolta, la nostra libertà intellettuale, il nostro essere noi stessi, può infastidire l'altro e se questi non è un amico, allora quella libertà deve venire meno, se si vuole dimostrare di essere amici.
Ma il mio modello di amicizia non va dimostrato.
Così ho imparato il dolore del sentirti tradito, deriso, offeso...
Ho subito un insulto che mi ha fatto sorridere, se non consolidare un giudizio pregresso verso chi mi ha insultato, ma ciò che più mi ha fatto male è comprendere che quell'insulto non solo è stato diretto alla mia persona, ma tutto ciò è stato fatto, con la condivisione ed il silenzio di chi sentivo amico e che si è fatto vivo per chiedermi ancora una volta, di rinunciare alla mia libertà intellettuale, rimuovendo dalla "storia" virtuale uno scritto che offendeva l'onore ed il prestigio...bleu! onore e prestigio.
Beh, allora ti accordi che non è come pensi e che le barriere della convenienza sono barriere che solo gli amici veri riescono a superare o, per meglio dire, a tralasciare.
Che cosa succede quando tutto ciò accade?
Come per un lutto il film della tua storia scorre veloce e rivedi e risenti i commenti di chi ti aveva messo in avviso, di chi ti aveva già annunciato il tuo futuro, adesso presente; dal film della tua storia arrivi a comprendere quanto sei stato soltanto uno strumento e, guardandoti attorno ti accordi quanti altri strumenti, adesso, ti sostituiscono, mentre la corsa al potere viene vinta...
Ripenso al sangue dei vinti: un bel film, davvero un bel film.
Ma soprattutto penso al mio presente fatto di poco ed anzi di niente.
Penso che in tanti anni di servizio ho fatto il mio percorso cercando di non pestare i piedi a nessuno, di fare il mio dovere, di onorare il mio stipendio, di rispettare le mie tappe, di farmi da parte...in fondo, di essere un italiano piccolo, piccolo.
Ma in fondo, una punta d'orgoglio mi prende e, ora che si avvicina Natale, mi sento un uomo, profondamente uomo: con i suo difetti, ma uomo.
Penso di aver letto una lettera a Babbo Natale tutta speciale, dove non c'è la consumistica esigenza di ottenere delle cose, se non l'umile constatazione di osservare una persona che dichiara di non avere grandi cose, ma di avere il necessario per vivere; dove c'è una richiesta forte di adottare un bambino a distanza, quasi a ritenere che nella semplicità di una famiglia che arriva a fine mese senza grandi pretese, c'è sicuramente lo spazio per aiutare qualcuno che vive di quello che noi buttiamo come cibo, vestiti, cose...
C'è la consapevolezza che ci sono persone prese dal loro bisogno di emergere, di essere tra i primi, di essere ovunque, anche a costo di bruciare un'amicizia: mi domando che cosa resta di tutte queste cose, di tutto questo tempo impegnato per elucubrare cone in un grande Risiko della vita, il modo di arrivare primi.
Beh, io penso a questo Natale, ad un grotta e ad una magiatoia dove trionfa la vita.
La vita fatta di cose semplici.
Del calore vivo di un bue ed un asinello, del calore dell'amore di un babbo ed una mamma: di quel niente che è così tanto e che non ha prezzo per essere acquistato.
Beh, io questo Natale non ho niente da chiedere e non ho auguri da offrire, se non dire grazie a Dio. A quel Dio che sento presente e che la mia tradizione individua nel Padre Celeste, ma che è Padre di tutti.
Grazie a Dio, per avermi lasciato piccolo tra i piccoli, perché i grandi, alla fin fine, mi turbano e mi deludono con tutta la loro sapienza.
Forse troppa, talmente tanta da non permettere di vedere al di là del loro naso, in quanto non c'è più tempo per guardare avanti, se non oltre.
E, nel mio cuore, sicuramente ringrazio chi mi ha fatto soffrire, perché soffrendo ho imparato e sto imparando molte più cose adesso che non quelle che ho imparato in lunghi momenti di serenità e goliardia.

domenica 6 dicembre 2009

Berlusconi e la mafia...

Mi spiace doverlo ammettere, ma come cittadino sono indignato.
Come persona e per come è raccontato, il Sig. Silvio Berlusconi, è sicuramente una persona che secondo la mia educazione, non è degna della mia stima.
Ma questi, che mi piaccia o no è anche il Presidente del Consiglio del mio Paese e non solo è stato eletto dal popolo sovrano, secondo elezioni democratiche, ma è tuttora sostenuto dalla maggioranza di questo popolo.
Dunque, quando si attacca il Presidente del Consiglio italiano, si attacca l'Italia e si attaccano gli italiani agli occhi del mondo.
In un Paese normale, un cittadino qualsiasi non potrebbe essere messo sulla graticola dal più squallido mafioso, che ha commesso inequivocabilmente crimini tra i più efferati: figuriamoci il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Questo non significa che il Sig. Silvio Berlusconi resti indenne dal giudicato penale.
Ma credo che in un Paese normale, al termine del processo e qualora il Sig. Silvio Berlusconi sia giudicato colpevole con sentenza passata in giudicato, un attimo dopo la polizia lo prende e lo sbatte in galera. Ma prima di quel momento, in un Paese normale non si sbatte in prima pagina il Presidente del Consiglio, qualificandolo mafioso, sulla base di alcune dichiarazioni di un altro mafioso che ha tutto l'interesse a dire ciò che dice.
Qui ci rimette l'Italia e gli italiani, la nostra immagine di Paese civile ed affidabile.
E mi domando ancora: se questo accade nei confronti del Presidente del Consiglio, che garanzie posso avere io, cittadino sconosciuto?

www.semaforoverde.it ed EGAF: accordo interessante.

Per chi non ha ancora conosciuto il sito www.semaforoverde.it invito quanti interessati a conoscerlo. Ci sono dei bravi Colleghi, che senza alcuna pretesa economica, condividono il loro sapere e veicolano il loro sapere in tema di circolazione stradale a quanti sono interessati.
Un motivo in più? Quelli che si iscriveranno al sito, avranno il diritto di acquistare i prodotti di EGAF con un interessante sconto: un motivo in più per visitarlo.

martedì 1 dicembre 2009

Novità per la P.M.?

Rispetto ad un precedente post, molto critico, nei confronti del Governo ho avuto modo di segnalare l'ennesima apparente presa di posizione a vantaggio della P.M.
Da Lucca e da Bergamo, si racconta di un netto cambio di prospettiva nel senso segnato da Saia: in sostanza, si dice che grazie proprio al Ministro Maroni, ci sono notevoli speranze che il disegno di legge vada in porto.
Forze col 2010 ci sono buone probabilità che alla P.M. sia finalmente riconosciuta una professionalità parificabile a quella delle altre forze di polizia.
Credo che a nessuno interessi sostituire o entrare in competizione con le forze di polizia, ma vedere riconosciuta la nostra professionalità, credo che interessi a tutti, nessuno escluso: neppure ad i più ostici a fare il salto di qualità formale.
Beh, sento odore di elezioni amministrative e promesse elettorali: forse anche per la P.M.?
Magari, una volta tanto si potrebbe valutare credibile tutto ciò che accade prima delle elezioni e non solo dopo.
Stiamo accorti!

domenica 29 novembre 2009

La paura degli immigrati...

E così abbiamo imparato ad avere paura degli immigrati, divenendo xenofobi o magari, ravvivando in noi quello spirito colonizzatore che ha contraddistinto il sacro romano impero e quindi il regno italico.
Dichiariamo al mondo la nostra occidentalità, i nostri valori di civiltà che si fondano sul cristianesimo, sino a difenderne i simboli storici, quali la croce. Ma forse ci dimentichiamo che Gesù Cristo non è nato in Italia o in qualche altro Paese europeo. Che il cristianesimo ha attecchito nel nostro occidente, non già grazie a qualche puro celtico, ma grazie ad un certo Sant'Agostino che sicuramente non era un italiano, ma neppure un europeo, se non un nord africano.
Dimentichiamo che se in Italia arrivano delle masse di disperati, non vengono per attaccare la nostra civiltà o per terrorismo: ma per fame, nono solo di alimenti o vestiti, ma, probabilmente, per fame di giustizia che non è presente nei loro Paesi. Quindi, per l'esigenza di essere accolti e partecipare al nostro sistema democratico, come cittadini.
Dunque a chi serve ed a cosa serve la guerra ai clandestini e la criminalizzazione dei clandestini?
Sicuramente, un terrorista convinto non arriva in Italia per mezzo di un barcone di disperati, col rischio di non arrivare mai. E' più probabile che arrivi in aereo e ben vestito: gli attentatori dell'11 settembre dovrebbero far riflettere.
Ma ci vogliono far credere che la criminalizzazione dei clandestini serve a debellare il problema.
Forse perché quello che conta è non vederli, perché da un lato la sofferenza percepita dà fastidio e ci fa sentire meglio.
Una sorta di ipocrisia sociale, di moderna lotta alle streghe, dove lo straniero, quello malvestito e malnutrito è il nemico da colpire con violenza, forse perché il più debole, che non ha patria che lo protegge, né patria che lo accoglie, ma solo disperazione.
Dove, diversamente, l'abito fa il monaco ed un terrorista ben vestito, non ci dà la stessa preoccupazione di un disgraziato che chiede l'elemosina.
Dove scacciare il mendicante, può dare senso di sicurezza ai cittadini e quindi ottenere consenso; mentre arrestare un terrorista apparentemente non pericoloso, comporta spendere denaro per le investigazioni e magari, utilizzare sistemi di controllo che si vuol cercare di eliminare per tutt'altri interessi.
Chissà.

S.O.Pro.V., per la nostra sicurezza ma anche per quella altrui...

Tra i siti interessanti per la polizia locale, sicuramente www.soprov.it rappresenta un interessantissimo punto di riferimento per tutta la polizia municipale che svolge funzioni di polizia giudiziaria. Sicuramente, perché chi lo gestisce è personale particolarmente impegnato della polizia municipale, ma chi contribuisce a migliorarlo è la polizia municipale d'Italia, grazie all'invio di materiale, quali documenti di identificazione, segnalazioni, modelli, articoli, ecc.: tutto quanto contraddistinto dalla gratuità. Niente è richiesto, se non la collaborazione, come in una famiglia che si rispetti.
Ma a questo nobile proposito ed impegno si aggiunge anche l'impegno sociale, il pensare a quelle popolazioni che non sono fortunate come la nostra e che possono essere aiutate tramite l'opera "sponsorizzata" da SOPROV. Quindi, l'invito è sicuramente quello di visitare il sito per migliorare e migliorarsi, ma per cogliere l'occasione per aiutare chi sta peggio di noi, per le prossime festività natalizie e non solo.

sabato 28 novembre 2009

L'era dei "vigili stagionati" ovvero i precari della P.M.

Quando sono entrato in P.M. anzi, nella Polizia Urbana, perché allora di quello si trattava, condivisi l'esperienza estiva di fare il "vigile stagionale", armato di tacquino per i divieti di sosta, a controllare i viali a mare: per lunghi tre mesi, avanti ed indietro, per tutto il turno di servizio; molto più interessante era l'attività di vaibilista, ma per far quello ci voleva un po' di "coraggio" ed un po' di iniziativa; poi c'era l'ebbrezza di affiancare un collega di lunga esperienza e portato ad acciuffare qualche piccolo delinquente o magari, verificare un ciclomotore maggiorato... A fine stagione c'era l'idea che quello poteva essere il mestiere giusto ed allora a prepararsi per questa nuova avventura.
In Polizia di Stato, peraltro, imparai che per fare il poliziotto, non poteva bastare la passione, la voglia, l'iniziativa,... ma c'era anche la necessità di frequentare una vera e propria scuola, dove capivi che cosa voleva dire fare il poliziotto e non, idealizzarne il mestiere. E lì capivi che non pochi erano coloro che ci provavano, tanto per lavorare, non tanto per passione anche se, quella, poi, volendo, poteva arrivare.
Di acqua ne è passata sotto i ponti ed ora che sono diventato un Ufficiale ed ho avuto l'onere, ma anche l'onore di partecipare come commissario ad una prova selettiva per la P.M., beh, ho notato quante cose sono cambiate e come sono cambiate.
Ho visto persone, non più giovani, che ci hanno provato, perché hanno perso un lavoro: persino importante. Ho visto molti laureati, anche con esperienza, che non hanno fatto troppo onore agli anni di studi e di professione pregressa. Ho visto giovani che si sono messi in gioco ed hanno dato il meglio di sé. Insomma, tante persone che hanno dimostrato di avere un'idea tutta personale dei vigili urbani, anzi, della Polizia Municipale, perché quella, oggi siamo!
Persone che hanno concorso per un posto part-time. Sì, part-time. A me viene da sorridere - per non piangere - pensare che si possa immaginare un corpo di polizia a "mezzo tempo": è meno inglese, ma più calzante.
Sì che l'altro mezzo tempo potrebbe essere impegnato per altro, magari per fare l'opposto di quello che si fa nel part-time: perché no, mezzo tempo a fare il controllore del camionista e mezzo tempo a fare il camionista. Sarebbe perfetto, può essere perfetto, è perfetto: facendo il controllore, capisci il livello di preparazione di chi fa il controllore e così migliori la tua professionalità di mezzo camionista, per eludere i controlli; mentre fai il mezzo camionista, impari a capire come fanno i camionisti a fregare la polizia stradale e così, quando fai il mezzo sbirro, sai bene dove mettere le mani... E' geniale!
Ebbene sì. Questo è il livello della P.M., dove è possibile fare anche il poliziotto part-time. Ma dove è possibile fare il poliziotto locale, anziché stagionale, stagionato: lo fai tre mesi in quel comune eppoi, quando hai imparato il tuo mestiere locale, inizi di nuovo in un altro comune e via dicendo... fino a quando, forse, vincerai un concorso ed avrai sulle tue spalle mille diversi modi di fare il tuo mestiere, senza aver bene capito come doverlo fare questo mestiere.
Credo che in un Paese normale un corpo di polizia non funzionerebbe mai: ma in Italia siamo geniali e così abbiamo chi inventa questi contratti flessibili di lavoro (che bello, il lavoro flessibile) e chi se li sa vestire addosso. E i sindacati, le associazioni? Ma, forse condividono questa scelta, giacché non mi pare che nessuno, alla fin fine gridi con forza allo scandalo.
E' uno scandalo? beh, per me sì.
E' uno scandalo, intanto, per la dignità della persona che in qualità di persona dovrebbe avere una garanzia per il suo futuro: a maggior ragione, quando investita del ruolo di pubblico ufficiale e quindi di soggetto preposto a garantire il futuro, non solo personale, ma sociale, del proprio Paese, non dovrebbe contemplare potenziali occasioni di ricatto: e chi c'è di più ricattabile di chi non ha una sicurezza del suo futuro?
E' uno scandalo, perché ai cittadini si riempe la testa di belle parole, di concetto di sicurezza urbana, quale l'ultima novità dell'ideazione politica e, guarda caso, proprio coloro i quali sono preposti a questo ruolo di prima linea, sono solo dei precari: insomma, è un po' come andare a combattere una guerra di campo, avendo un esercito di cavalli, senza cavalieri.
E' uno scandalo, perché può ben capitare che anche chi non è poi così convinto di fare questo mestiere, ci prova e così, ti ritrovi anche chi è demotivato o proprio non se la sente di fare il poliziotto locale, ma lo deve fare.
Forse il mio è solo pessimismo, a pensarci bene.
Ma quanto meno è un pessimismo, beh, direi, almeno... razionale.

Segnalazione sito: PAeSI

La disciplina giuridica degli stranieri è sicuramente assai complessa e quindi, ben vengano i contributi, soprattutto istituzionali, che possono aiutare a meglio comprendere, per far comprendere, le leggi che governano il soggiorno degli stranieri sul territorio dello Stato.
Trovo questo sito davvero interessante e quindi, per chi ha questo interesse, vale la pena di andarlo a visitare.

venerdì 27 novembre 2009

Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica

Decisamente interessante anche il sito del CNR sulla teoria e tecniche dell'informazione giuridica.

Infolegis...

Un suggerimento ad un metamotore giuridico.
C'è dietro anche un progetto interessante, per chi si interessa di legislazione.
Buona ricerca!

Fine di un anno di chiacchiere...

...come ogni anno, anche quest'anno, si giunge alla fine di un anno di chiacchiere sulla Polizia Locale o Polizia Municipale, come la si voglia chiamare: in Italia, sembra che i problemi derivano da una questione semantica, si cambia il nome e magari si pensa di risolvere il problema.
Nel 1986, con la Legge n. 65, ci hanno fatto credere che al Governo ci fosse davvero qualcuno a cui interessava, non dico la dignità di una forza di polizia, ma la sicurezza dei cittadini in ambito locale.
Così lo Stato ha fatto la sua parte, è stata promulgata una Legge Quadro dove si diceva tutto ed il contrario di tutto, demandando alle Regioni la potestà legislativa in materia di uniformi, di mezzi e veicoli della polizia municipale, sì da identificare, inequivocabilmente, a livello regionale, questo organismo di controllo territoriale locale.
Così le Regioni hanno legiferato, magari, come la Toscana, dimostrando di credere ben poco in quel progetto, quasi costrette a doverlo fare. Alcune Regioni ci hanno creduto di più, ma in sostanza, rimanevano, come rimangono irrisolti problemi cardine: così la questione dell'arma, del suo porto a livello locale, con notevoli difficoltà e problemi per coloro i quali risiedono in un comune diverso da quello dove si lavora, quasi a dimostrare che un poliziotto locale, in ambito extraterritoriale, può essere considerato pericoloso, giacché privato del porto d'arma (che si dà perfino alle guardie particolari giurate) e comunque, non può difendersi - con l'arma, ovviamente - se non nel comune dove esercita la professione; non da meno, la questione delle qualifiche di p.g., agenti e ufficiali, quando per sempre e per tutto, quando soltanto per taluni ambiti. Ma penso anche a ciascuno di noi e a come ciascuno di noi si rapporta con l'uniforme: quelli che si sentono ancora guardie-messi, quelli che, invece, si sentono più che poliziotti e sbavano per ottenere la possibilità di digitare la tastiera delle banche dati Mininterno, magari sol per avere la sensazione di avere il potere di gestire l'informazione sui cazzi altrui.
Comunque, sembrava che la parola autorevole del Ministro Maroni, il Ministro della Lega che ha inventato le ronde (forse, tutto sommato, non c'era ancora abbastanza fiducia nella polizia locale) e che ha riconosciuto i superpoteri ai supersindaci, segnasse la parola fine a queste questioni gravi che riguardano la polizia locale e che, evidentemente, non la fanno apparire come affidabile. Sembrava che entro fine d'anno - come ogni anno e come ogni rappresentante del Governo, di ogni colore ci abbia provato (quasi a dimostrare che non siamo affidabili tanto per la destra, quanto per la sinistra del Paese) - sarebbe stata promulgata la nuova e più moderna Legge della Polizia Municipale... ma di nuovo, sembra che il Governo abbia tirato il freno a mano, forse ritenendo di essere in discesa.
Ebbene, probabilmente resteremo quelli di sempre, con la testa piena di progetti e di idee su di noi, ma in ogni luogo, saremo qualcosa di diverso dal collega del comune viciniore, sol perché un sindaco, piuttosto che un altro, decida fino a che punto la propria polizia sia a tutela dei propri cittadini, ma in tal senso, non di tutti i beni giuridici di questi cittadini o solo di alcuni di questi: magari, per la sola convenienza ad allargare o limitare tali poteri, così da ottenere consensi per il prossimo governo locale. Insomma, per la fine di questo anno, come per la fine di ogni anno, il politico di turno avrà il suo sponsor personale e sarà la questione della polizia municipale o locale come la si voglia chiamare.
Finirà anche quest'anno un anno di chiacchiere e ne inizierà a breve uno nuovo, magari per le prossime elezioni amministrative, con nuove illusioni da vendere o svendere ai cittadini.

Dove stiamo andando?...

...non lo so proprio.
Probabilmente, non sono in linea coi tempi, ho un'idea anacronistica di Stato, di Istituzioni, di senso civico, di senso del dovere, di legalità...
Ho come l'impressione che tutti questi termini perdono di significato e di essenza, dinanzi ad un modo di concepire l'informazione, quale mera speculazione della notizia; di concepire la politica, quale mera azione affaristica...
E' ancora vivo in me il ricordo dell'intervista di Bruno Vespa al viados che dichiara tranquillamente di che vive e come vive, quasi ad affermare che non solo la prostituzione, ma un certo modo aberrante e contro natura (almeno secondo il mio punto di vista) può essere da considerare uno dei tanti modelli socio-economici della nostra epoca; quasi che lo spaccio degli stupefacenti, ma il suo consumo, il suo uso, è un modo consueto di superare taluni problemi del vivere.
Non so come si possono essere sentiti i disoccupati od anche gli occupati che si danno un gran da fare per arrivare a fine mese; che, probabilmente, professano un certo modello socio-economico, che si fonda anche sul pagamento delle tasse, per i bisogni collettivi...
So come mi sono sentito io: essendo sul mio blog, lo posso dire con tutta l'onesta intellettuale del caso: mi sono sentito e mi sento preso per il culo!
Mi domando se in un paese normale, in conseguenza di certe affermazioni, la polizia non avrebbe notiziato il Magistrato in esito alle affermazioni del viados. Non dico che un'affermazione è sufficiente a fare incriminare un determinato soggetto, ma, quanto meno, ad aprire un'indagine.
Certo servirebbe a ben poco, giacché è ormai sotto gli occhi di tutti lo schifo presente nelle nostre strade, la spudoratezza con cui si violentano gli spazi pubblici, quali le strade, le piazze, ecc.
Certo, dinanzi a certi fenomeni sento violata la mia libertà di cittadino, perché in casa propria si può prendere o metterla nel culo a chi si vuole, ma quando tutto questo avviene per strada o si divulga via etere, quasi a dimostrare un possibile modello sociale, una prospettiva di lavoro per chi il lavoro non ha, beh, mi domando dove stiamo andando.
Io ho la mia risposta ed è triste.
E speriamo che io me la cavo.

venerdì 20 novembre 2009

PACCHETTO SICUREZZA E PACCHETTO DI INFORMAZIONI OPERATIVE


Si vive, oggi, nell’epoca degli slogan, dei messaggi sintetici, delle mail o degli sms e poco tempo si ha o si dedica all’approfondimento, giacché la vita corre e scorre sul filo del tempo.
Anche il linguaggio giuridico cambia ed è cambiato, sì che non siamo più abituati ad individuare una norma, secondo la fonte che la origina, quanto, piuttosto, secondo l’idea primigenia del suo “autore”, solitamente stravolta dal “palleggio parlamentare”, che quasi eccezionalmente ne consegue o dalle scelte estemporanee del governo, che sempre più spesso, la precede. Così siamo stati abituati a sentir parlare di legge delega, o di provvedimento d’urgenza, sino ad utilizzare, infine, termini evocativi di stati d’animo od emozioni che attraversano, come un invisibile buco nero, il contesto sociale.
Quasi che le parole - la loro forma esteriore, più che la loro sostanza – possano servire ad offrire sicurezza o rimuovere quel senso di vuoto che solitamente il crimine, soprattutto quello più consueto, rischia di diffondere tra la gente.
Si è quindi sentito parlare di “decreto sicurezza” e quindi e più recentemente di “pacchetto sicurezza”: quasi ad indicare una sorta di parola magica, grazie alla quale, il cittadino comune - quello che giornalmente vive sulla sua pelle il senso di insicurezza che lo assilla e che deriva dai crimini stradali e più comuni, dalla xenofobia, dal degrado dell’urbis – sia portato a recuperare quel valore di intima sicurezza urbana, utile e necessaria a dare fondamento e forza alla sicurezza pubblica e quindi, all’ordine pubblico, globalmente inteso.
Ma le parole non le portano le cicogne e quindi, si rischia di accorgerci ben presto che questo modo di legiferare l’emozione, conduce a fomentare dubbi nell’opinione pubblica e soprattutto in chi pratica il diritto, sì che si abbia il sospetto di trovarci dinanzi all’ennesimo “pacco” sulla sicurezza. Ci accorgiamo ben presto che l’enfatizzazione di una parola è utile, solo allorquando ne consegua in concreto, un’azione certa ed efficace, tale da riconoscere effettività a quella Legge – comunque la si chiami o la si denomini – che è tale solo nella misura in cui è volta a tutelare un particolare oggetto giuridico, piuttosto che a trasformarsi in chimera giuridica.
Ma noi operatori del diritto, noi addetti ai corpi o servizi della polizia locale, sappiamo fin troppo bene che i ferri del nostro mestiere sono le leggi e non tanto le scatole colorate ed interessanti nelle quali sono abilmente custodite. Dunque, che ci piaccia o no, che si abbiano o meno arnesi efficienti per il nostro sempre più difficile mestiere, quelli dobbiamo usare e per usarli nel miglior modo, noi stessi abbiamo bisogno di Maestri Artigiani che rendano un attrezzo inservibile, uno strumento utile per raggiungere lo scopo del nostro mestiere: lavorare in sicurezza e per la sicurezza.
Questa lunga premessa, per salutare il lavoro importante di alcuni nostri autorevoli Colleghi – se mi si consente il termine – che non si sono mai tirati indietro, come non si tirano indietro, per partecipare del loro sapere quanti hanno interesse a farlo.
Mi riferisco ai Comandanti ed Ufficiali della Polizia Municipale Spinelli, Ancillotti, Manzione, Bedessi, Carmagnini, Lo Iacono, Fiore, Napoletano, Noè; al Principe del Foro Fabio Piccioni, che non disdegna la nostra simpatia, al Giudice Manna che, non dimentico del suo percorso professionale, non dimentica sicuramente la polizia locale, al Procuratore della Repubblica Ramacci, che dimostra di credere in ciò che fa, a tutela di quel bene prezioso e gratuito – ma non per questo devastabile e detestrabile - che è l’ambiente.
Da questi studiosi del diritto, sono nate le più recenti ed urgenti opere di Maggioli “Strumenti Legali”, talune collettanee e talaltre frutto di un’unica mente pensante.
Non per giudizio di valore – se solo ne avessi capacità e licenza – ma per praticità di esposizione, segnalo sicuramente il volume “Pacchetto Sicurezza 2009”, grazie al quale si cerca di dare un senso più concreto ed utile all’omonimo provvedimento d’urgenza che, ancora una volta è riuscito a fornire un volto diverso al diritto penale, alla disciplina della immigrazione, al contrasto della criminalità organizzata, al decoro urbano e sicurezza pubblica, al diritto della circolazione stradale. Più specificatamente, tre di questi volumi sono particolarmente dedicati al tema della sicurezza stradale: “Guida in stato di ebbrezza”, “Le indagini nei sinistri stradali” ed il “Prontuario delle violazioni al nuovo codice della strada e leggi complementari”.
Fa sicuramente preoccupare questo diffuso approccio alla sostanza alcolica, soprattutto nelle fasce più esposte e cioè i minorenni ed è per questo che non solo è necessario, ma urgente, approntare ogni possibile misura per arginare questo dilagante fenomeno che produce morti ed invalidità tanto dirette, quanto indirette. E’ necessario acquisire una professionalità adeguata per accertare, senza possibilità di invalidazione dell’atto, lo stato di ebbrezza ed in tal senso applicare le pene di legge, affinché si giunga ad una condanna esemplare, in quanto certa e giusta. E’ necessario comprendere i giusti rapporti che debbono esistere tra gli organi di polizia e le strutture sanitarie, per non restare col cerino in mano, magari acceso, bruciando quel briciolo d’alcool che serve a provare il fatto. Sicuramente, si deve comprendere che le misure penali, sono quelle estreme ed irrinunciabili, dinanzi alla consumazione del reato, ma ancor prima e possibilmente prima, ci sono quelle misure preventive costituite da obblighi e divieti, proprio in materia di somministrazione e vendita di alcolici. Infine, c’è una pratica che purtroppo, talvolta, ci coinvolge e cioè quella che deriva dall’accertamento di un incidente mortale connesso.
Quest’ultima esperienza è tale da fare delle polizie locali, veri e propri distaccamenti della specialità Polizia Stradale della Polizia di Stato, ancorché appartenenti a diverse amministrazioni. E dinanzi all’autorevolezza ed all’esperienza di uno dei più importanti docenti ed autori nel campo della infortunistica stradale, è evidente l’importanza di acquisire queste conoscenze tecnico-giuridiche, che ogni volta introducono una novità, sebbene l’infortunistica stradale, sia “antica” almeno quanto l’automobile. Evidentemente, è del tutto riduttivo credere o far credere che nel rilievo di un sinistro stradale il tutto si definisce in questa mera attività tecnico-operativa. In realtà, con l’acquisizione della notizia di un incidente stradale è molto probabile che si acquisisca, altresì, una notizia di reato, con tutto ciò che ne consegue, in termini di indagini preliminari e di conoscenze di scienze collegate: quali la fisica dei corpi, la traumatologia, la psicologia. Nella migliore delle ipotesi, nel rilevare ed accertare i fatti è ben probabile –anzi direi del tutto evidente e conseguente – che si accertino violazioni connesse al diritto della circolazione stradale: dunque non solo al codice della strada.
Il nostro mestiere non è facile anche perché non ci è dato troppo tempo per valutare, decidere, applicare una norma. In quest’ottica e proprio in tema di diritto della circolazione stradale, il nuovo prontuario della circolazione, sempre più affinato e propedeutico ad una consultazione ragionata, consente a noi operatori di polizia stradale locale di poterci meglio districare, non solo nella individuazione della norma incriminatrice, ma nella difficile applicazione delle misure, sanzioni e provvedimenti connessi.
Infine, quel filo conduttore che passa per il diritto della circolazione stradale, giungendo a raggiungere la tutela della sicurezza pubblica e la sicurezza urbana, quindi il decoro… cioè quello dell’indagine della polizia giudiziaria, si spinge sino al valore più alto della convivenza giuridica di un popolo, senza la quale non vi sarebbe la vita e cioè, l’ambiente. Quindi, vale ancora la pena di consultare il testo del Dott. Ramacci, giacché dietro queste parole non si percepiscono esclusivamente profonde analisi di scienza giuridica, ma celate domande sul senso della nostra professione e sulla possibilità di utilizzare la nostra borsa degli attrezzi, per restituire ai nostri figli, questo pianeta che ci hanno dato in prestito, più bello e vivibile di quando lo abbiamo ricevuto.
Concludo segnalando la consueta presenza di CD aggiornabili, con i relativi contenuti giuridici e pratico-operativi.

lunedì 16 novembre 2009

Prese telefoniche, ADSL ed altro...

Talvolta ne abbiamo la necessità ed i manuale di bricolage non ci aiutano.
Probabilmente questi sito fa il caso nostro: http://www.sgart.it/Page/default.asp?id=17

Ausiliario della sosta e accertamento violazioni fuori zona blu

Interessante sentenza su http://www.altalex.com/index.php?idu=130205&cmd5=208c188a14e519fdf100f10267db77ff&idnot=47990

domenica 15 novembre 2009

2012

Un bel film, non eccellente come pensavo, in fondo.
Troppo americano e con qualche punta di ironia, anche se non sono mancati i momenti suggestivi ed emotivi.
Beh, si potrebbe anche definire un film che fa sperare per l'Italia... purtroppo, sarebbe un solo attimo e niente più.
Guardate e meditate!

E' giunta l'ora per Garofalo...

...quasi una maledizione per l'Arma.
Diversi i fatti che coinvolgono i propri autorevole esponenti ed investigatori: il caso Marrazzo, il bieco pestaggio e adesso l'accusa dell'Avv. Taormina che determina l'iscrizione del Comandante dei RIS nel registro degli indagati.
Sono fuori dal coro, fuori da coloro che sanno, ma sicuramente tra coloro che cerca di farsi un'idea sul come mai sta accadendo tutto questo. Forse il caso: forse.
Guarda caso, però, si sente aria di numero unico delle forze di polizia, del nuovo e più importante ruolo della polizia locale e magari, chissà, della necessità di far credere che vi siano migliori e peggiori, i buoni ed i cattivi.
Non so.
Il tempo - speriamo - fornirà le risposte.
Intanto, si resta basiti e sconcertati, demoliti in quelle che sono le nostre certezze di giustizia che, inevitabilmente, passano per le istituzioni, sempre più distanti dalla gente, sempre meno affidabili...
Forse c'è una regia dietro tutto questo o, magari, semplicemente, ci siamo fidati troppo.
Chissà.
Medita riflettere e fare attenzione.

venerdì 13 novembre 2009

SEGNALAZIONE SEMINARIO "DIRETTIVA MARONI AUTOVELOX"

Si segnala il seminario di cui all’invito allegato, organizzato per il prossimo 25 novembre 2009 da TEUTAS www.teutas.it relativamente alla Direttiva del Ministro dell’Interno sulla tematica del controllo della velocità a mezzo strumentazioni elettroniche, importante occasione di confronto sulla direttiva anche a seguito delle ultime circolari prefettizie.
Sono stati invitati rappresentanti della Prefettura di Pisa e della Polizia Stradale.
Seguirà invito scritto da parte di Teutas; per informazioni contattare Elda Brogi (Teutas - tel. 055 587829 – brogi@teutas.it)

Cordiali saluti


staff@poliziamunicipale.toscana.it

L'insostenibile leggerezza dell'essere...

...parafrasando, mi viene da pensare a chi oggi si impegna in politica, come nella gestione della cosa pubblica e quindi, nella gestione di alcuni corpi di polizia municipale o locale, come dir si voglia.
C'è questo bisogno di essere: presente, in ogni luogo, ricercato, in ogni luogo, presi da un'insolita bramosia di occupare la poltrona più alta e quando ciò non è possibile, inventarsene una.
Non so perché, ma mi viene da pensare a Rutelli: che esce dal PD, forse per costituire un centro più credibile e, se vogliamo, necessario ed alternativo, sì da dar vita a tre gruppi politici finalmente diversi e non ammucchiati e rimucchiati (italiano scadente, dal significato esaltante). Finalmente, magari, possiamo andare a votare con un'idea di politica più vicina alla realtà e proposta agli elettori, anziché un'idea di politica costruita sugli elettori. Mi piace l'idea che Rutelli possa trovare casa da Casini: poi ciascuno farà le proprie scelte ma, probabilmente, ciascuno tornerà alla sua casa natale.
Mi sono sbagliato e mi risveglio dal sogno... Alleanza per l'Italia... mi ricorda Alleanza Nazionale e chissà se non lo ricordi anche a qualche nostalgico: un voto che scaturisce da un errore è pur sempre un errore... chissà.
Niente centro. Anzi più persone al centro, più poltrone da occupare al centro.
Ma è davvero la passione per la politica che spinge i nostri politici a dividersi, a frammentarsi, a spararla più grossa, a scopare a miccio o a fare il miccio, a gridare come beceri da bettola dentro le aule del Parlamento, a cercare un pretesto per diventare più piacione di un altro o più buzzurro?
Forse è solo italianità: quella attuale.
Quella che anche nella nostra categoria, non c'è momento in cui questo voler essere, senza essere, se non cercar di avere, è così leggera, stupida, vuota... ma così insostenibile.

sabato 7 novembre 2009

Segnalazione volume


Sta per uscire, di Chianca-Fazzolari, Edito da Maggioli, L'identificazione dei cittadini comunitari e stranieri.
A chi ha a cuore la sicurezza, credo proprio valga la pena dare un'occhiata!

giovedì 5 novembre 2009

SOPROV

Gli autori del sito www.soprov.it e credo valga davvero la pena verificarne gli interessanti e rinnovati contenuti.

martedì 3 novembre 2009

Segnalazione sito

So che non c'entra niente ma, a quanti di noi della polizia municipale non viene voglia di "far da sé"?... mmm, non vorrei essere frainteso: intendo dire bricolage.
Beh, per chi come me non sa stare con le mani in mano ed ha bisogno di distruggere qualcosa nella convinzione di risparmiare sull'intervento di un artigiano, consiglio: http://www.aggiustatutto.it/index.html.
Buone idee, ottime direi.
Beh, poi c'è da vedere noi che cosa sappiamo fare.
Comunque, inziare è meglio che non far niente! e...
AUGURI!

lunedì 2 novembre 2009

Iniziativa Regione Toscana/Comune di Prato

Grazie al Collega Simoncini - che non è affatto a riposo e che è molto più sveglio di altri,... tipo me - mi scuso con il Comandante Masini, che ringrazio per la segnalazione del post attuale e che provvedo a rettificare nel posto originale dello scorso ottobre.

sabato 31 ottobre 2009

Io so che tu sai, che egli sa...

... e così tutti sanno!
Un bel modo di condizionarci a vicenda e di evitare che la verità, ogni verità venga a galla.
L'ennesima beffa per il popolo sovrano (?) che assiste, incapace, allo svelarsi degli oscuri intrighi che permettono alla politica di ridursi a miserevole attività di ricatto vicendevole.
Dopo la trasmissione Anno 0 credo di essere all'anno - 2009...
Quale Paese è quello in cui la politica è governata dal bigotto moralismo e una spiata privata ha la capacità devastante di sconvolgere un sistema politico? probabilmente il nostro.

venerdì 23 ottobre 2009

Iniziativa Regione Toscana / Comune di Prato

Ci segnala e ringraziamo in tal senso, il Collega Comandante di P.M. di Vinci, Paolo Masini

REGIONE TOSCANA / COMUNE DI PRATO

PROGETTO FORMATIVO 2009/10

Sicurezza in Emergenza


PREMESSA
Il presupposto dell'azione formativa che proponiamo prende le mosse dall'esperienza formativa svolta dal 2006 al 2008 grazie alla collaborazione fra il Servizio Organizzazione del Comune di Prato, a cui compete la formazione del personale dipendente, l'Università degli Studi di Firenze con la supervisione del Cespro, ed i Corpi di Polizia Municipale e Provinciale di tutta la Toscana.
Tale esperienza si è concretizzata nella realizzazione di un percorso formativo finalizzato alla conduzione in emergenza degli automezzi in dotazione al corpo ed alla corretta gestione di situazioni di urgenza ed emergenza.
L'esito positivo del corso e la convinzione di una necessaria formazione continua in materia sono i motivi alla base della nuova proposta del Comune di Prato di riprendere ed ampliare l'azione formativa, ribadendo lo scopo di creare un background di conoscenze comuni e la standardizzazione di procedure auto-protettive e di salvaguardia della sicurezza pubblica anche in situazioni straordinarie.

OBIETTIVI GENERALI
La formazione alla sicurezza e all'auto-protezione degli operatori di polizia municipale.
La conduzione in sicurezza dei mezzi di servizio con l'acquisizione e la standardizzazione delle procedure auto-protettive in situazioni di emergenza ed urgenza.
La corretta gestione della scena dell'evento anche in occasioni straordinarie.

PROGRAMMA
Il programma di massima della giornata formativa comprende i seguenti argomenti:
Aspetti relativi alla sicurezza del mezzo - check list di manutenzione
Elementi di guida difensiva per il servizio di Polizia
Gestione e valutazione del rischio
Scala ALARP
Posti di controllo
Gestione della sicurezza del dispositivo di controllo
Intercettazione dinamica di un veicolo e suo fermo in sicurezza
Inseguimenti ed uso della forza per il fermo di un veicolo
Servizi di viabilità
Afflusso congiunto e disgiunto sul luogo di intervento
Interventi congiunti con altre forze dell'emergenza territoriale
Sicurezza sul luogo di intervento
Modulo elicottero (gestione di aerosuperfici di emergenza)
Modulo ADR e NBCR (cenni)
Norme e giurisprudenza relativa all'uso del sistema supplementare di allarme.

Quanti interessati possono preiscriversi tramite mail da inoltrare a:

v,chiesi@comune.prato.it

ORARIO CORSO
L'azione formativa avrà luogo in una singola giornata con orario:
9:00-13:00
Pausa pranzo con buffet
14:30-17:30.

DOCENZA
Il corso, riconosciuto a livello universitario, sarà tenuto da personale con comprovata esperienza nella guida dei mezzi speciali in emergenza e nella gestione della scena dell'evento.
Al termine del corso sarà rilasciato ai partecipanti che avranno frequentato almeno l'80% delle ore complessivamente previste un attestato di partecipazione rilasciato dall'Università degli Studi di Firenze.

L'antiberlusconismo...

...beh, chissà, forse domani, chi osserverà i processi storici del nostro tempo non potrà evitare di parlare del personaggio Silvio Berlusconi, piuttosto che del Presidente Silvio Berlusconi.
Sì, perché in fondo, il Silvio nazionale è e resta un personaggio.
Conosco fugacemente la sua storia e tutto sommato mi interessa poco conoscerla; ma ho come l'impressione che si è fatto "dal niente"... e già questo lo rende interessante a chi prova ad emularlo: o magari è lui stesso che stigmatizza, col suo comportamento si personaggio, il comportamento medio del cittadino italiano. Probabilmente, in molti v'è l'illusione di potersi fare dal niente, senza pensare che una fondamentale legge della fisica stabilisce che niente si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma: quindi, se non c'è niente, non può apparire, magicamente, qualcosa.
Ne deriva che all'origini del personaggio Berlusconi non c'era niente, ma qualcosa si è trasformato nel contesto del suo vissuto (i risaputi intrecci di vita con un particolare mondo socio-economico, troppo spesso confuso con la politica, che è qualcosa d'altro), tanto da farlo diventare non tanto un personaggio, ma il personaggio.
Ma il cittadino medio italiano, si sente rappresentato da questo politico un po' giullare ed un po' persona seria; da questo ottimismo virtuale che deve comunque esistere, anche sotto i ruferi di un terremoto perché in fondo, si può sempre ben pensare di essere in tenda a fare una scampagnata, anziché come terremotato... volere è potere.
Ed il personaggio Silvio Berlusconi ha voluto, ha potuto ed è il potere.
Ha talmente voluto personalizzare tutto che perfino un certo modo di fare politica è stato personalizzato, con l'evidente conseguenza che i cittadini elettori, non votano più un simbolo od una sigla che riunisce sotto un'unica bandiera un certo modo di pensare il futuro della Nazione, probabilmente radicata in una idea della storia e nella storia. Si vota Berlusconi, ma anche Casini e pure Veltroni o Fini.
Così che la legge della fisica è stata superata dal personaggio Berlusconi: il partito comunista, ma lo stesso concetto di fascismo e la stessa democrazia cristiana, non si sono trasformati in qualcosa di più attuale, ma sono stati cancellati dalla storia contemporanea sì che un giovane contemporaneo non risente più di quella radice storica che ti faceva identificare in una idea di società fondata sul lavoro, nel nazionalismo o nel connubio con la fede cattolica, ecc.
Oggi ci sono i personaggi che portano avanti le loro idee, non quelle del partito: una sorta di individualismo esasperato che va oltre la dittatura del singolo o l'oligarchia di una coalzione.
Conta il personaggio e la sua capacita di essere leader.
Non si contrasta il popolo delle libertà; non si contesta, in piazza, chi rappresenta oggi il centro destra (se esiste ancora qualcosa di quest'area politica); né chi contesta in piazza, è necessariamente appartenente al centro sinistra (sicuramente una chimera): si è contro il personaggio Silvio Berlusconi. Talmente contro, che si arriva persino ad odiarlo, immaginando di poterlo uccidere fisicamente: come avviene su facebook... qualcuno dice che la cosa non è così grave.
Beh, per me è gravissima ma... chi è causa del suo mal...
Sì, perché il berlusconismo (che ormai è un modo di concepire il potere, come qualcosa di personale e non un modo di esercitare una funzione pubblica) è un modo di concepire la storia contemporanea e sicuramente comincia ad essere percepito come tale, anche negli altri Paesi della Comunità: non a caso, le recenti scelte del Parlamento Europeo vanno nella direzione di tollerare questo suo modo di ingerire con i potenti mezzi di comunicazione e di massa, nelle libere scelte dei cittadini.
Beh, personalmente, questo mi preoccupa davvero.
L'idea che qualcuno possa decidere di essere al di sopra delle parti e capace da se stesso di decidere il brutto ed il cattivo tempo del Paese.
Badiamo bene: questa non è una preoccupazione moderna, ma un dilemma storico sì che nell'evoluzione politica dei Paesi del mondo quell'energia che scaturisce dall'espressione di un'idea condivisa ha fatto si che il potere fosse gestito da imperatori, re, dittatori ed infine: dal popolo sovrano. Questa preoccupazione se l'è sicuramente posta chi, prima di noi, ha ipotizzato che allorché un sovrano fosse stato davvero al di sopra di ogni sospetto, restava evidente il fatto che questi, prima o poi sarebbe morto... allora?
Berlusconi, per me cittadino piccolo piccolo è un personaggio, talvolte persino simpatico.
Ma questo personaggio è anche il Presidente del Consiglio dei Ministri che vuole cambiare la Costituzione e lo vuole fare in fretta... e dopo di lui? quale altro personaggio o, finalmente o drammaticamente, uomo politico governerà il nostro futuro.
Beh, ho come l'impressione che in quest'epoca si stiano abbattendo i muri interni e persino quelli portanti della casa degli italiani, senza pensare che una volta abbattuti quelli perimetrali, ci potrà essere il rischio di rimanere senza il tetto o quello precario che ci copre sarà destinato a cadere su di noi.
L'alternativa? forse un partito che ventilando un'idea di nuova democrazia si rivolge a tutti i cittadini che sono contro Berlusconi, invitandoli a votare per un candidato.
Perché non un'altrenativa fatta di programmi e di cose da fare, coinvolgendo in concreto i cittadini tutti a difendere il loro Paese non da un personaggio in cerca d'autore, ma dal rischio vero che il palcoscenico sul quale passa la scena di questo mondo, sia divorato da invisibili e quanto mai pericolosi tarli, che prima o poi faranno crollare l'asse sulla quale si erge a sovrano l'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri.
Non dimentichiamo che persino Mussolini non è stato eliminato dal popolo, ma prima di tutto da una chiara volontà politica: quella del Gran Consiglio del Fascismo.
Lo si chiami come si vuole, ma dietro ogni potere esiste un potere più o meno occulto che sorregge chi rappresenta il potere stesso, quale mero figurante.
E allora?
Io speriamo che me la cavo!

giovedì 22 ottobre 2009

Interessante iniziativa di formazione universitarie

Segnalata ed evidenziata dal Comandante di P.M., Dott. Sergio Bedessi. che ringraziamo


L’iniziativa è una formazione di livello universitario, unica nel suo genere perché coinvolge ben tre Atenei (Università di Firenze, Università di Pisa, Università di Siena), per i comandanti e gli ufficiali della Polizia Municipale: il master “Coordinamento delle politiche per la sicurezza urbana”.

Questo master si svolge in collaborazione con la Regione Toscana che ha deciso di finanziare la partecipazione del personale dei Comuni per tre quarti del costo per ogni discente (costo Euro 4.000= ben 3.000= a testa pagati dalla Regione Toscana).

Il master ha un numero massimo di 40 iscrizioni, di cui 36 riservata agli enti locali; le iscrizioni sono state completate e non solo è stato raggiunto il numero minimo (18) ma si è arrivati quasi al numero massimo (38).

Un successo!

Il master si svolge lungo l’anno accademico 2009/2010, per 11 mesi, con inizio il 6 novembre 2009; la sede è presso il Dipartimento di Scienza della Politica e Sociologia della Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze, mentre le attività didattiche si svolgeranno, oltre che presso tale dipartimento, presso il Dipartimento di Patologia Umana e Oncologia dell’Università degli Studi di Siena e il Dipartimento di Scienze sociali dell’Università di Pisa.

Il coordinatore del master è il Prof. Giorgio Marsiglia dell’Università di Firenze.

Questo master, che si inserisce nel quadro di una collaborazione tra la Regione Toscana e le tre Università consorziate per la promozione di momenti formativi per gli operatori del settore, servirà a formare finalmente in modo specifico quadri e dirigenti della polizia municipale, in grado di definire e sovrintendere alla realizzazione di progetti integrati per la promozione della sicurezza locale.

Il percorso formativo ha tre direzioni principali:

- le tecniche di facilitazione del dialogo interdisciplinare fra forze di polizia;

- l’approfondimento delle conoscenze sul quadro giuridico ed organizzativo degli interventi di sicurezza;

- le conoscenze aggiornate sul contesto sociale di riferimento.

Il master prevede non solo esami sulle singole materie, ma anche una tesi finale.

Emblematico il fatto che si siano iscritti anche ufficiali della polizia municipale di altre Regioni, a riprova della bontà dell’iniziativa e del carattere innovativo della stessa.

Finalmente un vero titolo universitario per chi si occupa di sicurezza urbana: infatti fino ad oggi gli ufficiali della polizia municipale possedevano titoli di studio generici (laurea in giurisprudenza, o scienze politiche o equivalenti). Il personale più anziano possedeva tutto al più un diploma.

Da oggi quindi un vero e proprio titolo universitario specifico per chi deve gestire la sicurezza urbana, anche alla luce dei “nuovi poteri” dei sindaci, sicurezza urbana ormai divenuta una priorità politica delle Amministrazioni locali, ed uno dei focus su cui si è basato il “pacchetto sicurezza” governativo.

L’auspicio è che a questo master partecipino in futuro anche rappresentanti delle forze di polizia dello Stato e funzionari della Prefettura; il coordinamento infatti non può essere a senso unico ed è indispensabile che la cultura della collaborazione sia assimilata da parte di tutti gli attori istituzionali che partecipano al problema.

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domenica 18 ottobre 2009

...ritorno al futuro...

...mi ritrovo in montagna, senza internet veloce ed anche le mie sensazioni sono lente.
Il tempo non è sempre lo stesso e come diceva Einstein, il tempo è relativo
Ancora una settimana e tutto tornerà come sempre.
Velocemente tutto passerà...
Peraltro continua ad arrivare la televisione e con essa, quanto di più assurdo accade in questo tempo.
Il clima politico non mi piace, ma, più che altro, un certo modo di gestire la politica, come qualcosa di personale.
La politica, invece, è la questione fondamentale della polis, della gente della città e non di qualche singolo abitante.
Mi preoccupa questo modo di concepire l'interesse pubblico, come un modo di affermare se stessi, fino al punto di decidere da se stessi quelle che sono le giuste decisioni e quindi approvarle, senza alcun confronto dialettico.
Un modo di concepire la cosa pubblica che, per imitazione, riguarda anche la P.M. e chi ha compiti di responsabilità nella P.M.
Beh, quando internet sarà più veloce, forse sarà più chiaro anche il mio pensiero, per quanto basta osservarci attorno per capire che cosa avrei da dire.

venerdì 9 ottobre 2009

FESTIVAL DELLA CREATIVITA'

Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana

Ti invitano al
Festival della Creatività 2009
dal 15 al 18 ottobre 2009, Firenze, Fortezza da Basso
"Città Future, Future City"

Quattro giorni e quattro notti di suoni, voci e colori dalle città del mondo che cambia

Tutto il programma su www.festivaldellacreativita.it

sabato 3 ottobre 2009

Programma merci pericolose - CANUTEC's ERGO 2008

Sulle nostre strade circola di tutto!
Soprattutto le merci pericolose che sono individuate da due codici neri su fondo arancio ed etichette varie che sottendono un pericolo specifico e grave, che non possiamo sottovalutare.
Il Ministero dei Trasporti del Canada ha realizzato il programma del post, scaricabile gratuitamente all'indirizzo http://www.tc.gc.ca/canutec/en/GUIDE/ergo.htm#installation mediante il quale è possibile inserire questi codici ed avere immediatamente tutte le informazioni necessarie (in inlgese) relative al carico, ai pericoli specifici, alle modalità di intervento, a ciò che è possibile e non si deve fare, ecc.
Pochi minuti per posizionare sul nostro desktop un programma che ci può salvare la vita e la può salvare alla nostra comunità.

martedì 29 settembre 2009

SEGNALAZIONE ISCRIZIONE INPS...

...Un consiglio.
Andate sul sito INPS cui potete accedere direttamente dal link a fianco.
Verificate la Vostra posizione contributiva tenendo conto che fino agli anni 90 è possibile che la Vs. Amministrazione abbia versato i contributi a questa cassa e quindi all'INPDAP.
E' importante decidere di versare i contributi in un'unica cassa, prima di andare in pensione e siccome io ci sono passato vi consiglio quello che mi hanno consigliato all'INPDAP.
Può essere utile domani.

lunedì 28 settembre 2009

Da Socrate...

"LA PENA CHE I BUONI DEVONO SCONTARE PER L'INDIFFERENZA ALLA COSA PUBBLICA E' QUELLA DI ESSERE GOVERNATI DA UOMINI MALVAGI"

Non è poco.
Quando penso a Socrate, al suo tempo, così lontano e diverso dal nostro.
Quando penso a noi, al nostro tempo, così lontano e diverso dal suo.
Eppure, certe similitudini restano nella storia, come se la stessa storia fosse attraversata da un invisibile, ma devastante buco nero.
Non è raro - soprattutto tra i giovani (frutto del nostro essere fin troppo vecchi) - sentire la gente sfiduciata nel governo della cosa pubblica e così lontana da chi governa la cosa pubblica.
Una sorta di damigelle sociali che hanno il vestito troppo lindo, per potersi confondere con chi è pronto non solo a sporcarsi con il letame che inevitabilmente si trova lungo la strada della vita, ma perfino disposto a rotolarvisi dentro, sino a ricavare dai rifiuti, un valore economico di cui nutrirsi, produrre altri rifiuti che allontanano oltremodo le damigelle sociali, senza che si rendano conto che ormai il lo stato semisolido del liquame gli ha già raggiunto i piedi, ci stanno galleggiando, ma non c'è coraggio abbastanza arduo da abbassare lo sguardo per vedere quanta sporcizia le insozza... molto più semplice guardarsi allo specchio che si chiama TV e dal quale i nostri narcisistici bisogni aggradano lo spirito.
Siamo talmente abituati a osservare ladrare nelle pubbliche amministrazioni o, piuttosto, a credere che questo avvenga con sistematicità, che persino un nostro Ministro ha preso a suo baluardo la guerra ai fannulloni (di fatto fallimentare, ma allo specchio della nostra immagine, nessuno lo racconta), senza un reale distinguo tra persone che si danno da fare e persone che fanno fare agli altri; senza fare riflettere dell'importanza lata della Pubblica Amministrazione, come ammortizzatore sociale.
Siamo talmente abituati ad essere illusi che i problemi del nostro Paese si risolvono con gli editti, che ci hanno fatto credere che con punizioni esemplari si sarebbe sconfitta la clandestinità migratoria (anch'essa fallimentare e destinata ad essere rivisitata dal Giudice Costituzionale, finché non si toglierà anche questo Giudice, dalle garanzie di libertà della Repubblica) e che lo straniero è anche l'estraneo, quindi il male; ma ben poco si dice di quante tasse sono oggi pagate dagli stranieri regolari, che permettono alle casse sociali di pagare i pensionati.
Siamo talmente abituati a vedere escort (sicuramente un nome più cortese di parlare del mestiere più vecchio del mondo) che frequentano i salotti bene della politica, a sentire parlare di cocaina che si libera nel cielo della politica, a valutare la tangente una sorta di tassazione ad personam del politico di turno, che la generalizzazione è ben scontata e quindi, tutta la politica e quindi i politici sono dei corrotti.
Ebbene, io credo che il colpo di Stato sia davvero in atto e non ha da venire - come ha vaneggiato senza troppo scandalo dei cittadini, un nostro illustre Ministro - e non riguarda soltanto l'aggressione interna ai poteri storici dello Stato (legislativo: che ruolo ha oggi il Parlamento, quando tutto è già deciso sul tavolo piramidale del Consiglio dei Ministri? - esecutivo: che funzione hanno i Ministri, quando appare del tutto evidente, ormai da tempo, che le lobbies economiche sponsorizzano gli uni piuttosto che gli altri? - giudiziario: con il grave attacco alla Magistratura e la faraginosità delle Leggi, quale possibilità hanno i giudici di stemperare i conflitti?), ma la sua credibilità.
Quindi, se Socrate fosse qui, oggi, probabilmente, affermerebbe quanto affermò secoli e secoli or sono.
Oggi è più semplice dire che ogni popolo ha il governo che merita.
Ma forse i "buoni", o quelli che si sentono tali, dovrebbero iniziare a provare che non è la politica che è malata e sporca, ma alcuni uomini che gravitano al suo interno; forse le damigelle civili dovrebbero accettare di sporcarsi il vestitino, peraltro ormai già macchiato dal basso, prima di ostinarsi a sperare affermando "l'ondina no" quando ormai il letame è al collo; forse siamo ancora in tempo per formarci una nostra coscienza critica, con fatica ed impegno, senza accettare di buon grado che altri ci confezionino anche quella, così come talune tragedie del nostro tempo, dove ci sono morti, feriti e devastazioni e noi, come rimbambiti ci piazziamo sul divano delle nostre "case sicure" ad osservare la scena di questo mondo.

sabato 26 settembre 2009

Credere in chi...

Quando ero un ragazzo, o si credeva (intendo, nel cattocristianesimo) o si frequentava il partito (magari quello comunista, in contrapposizione al clericalismo ma perché no, la democrazia cristiana, confondendo con ciò, il sacro e il profano).
Non era semplice credere o far finta di farlo nella Chiesa cattolica, giacché era necessario conformarsi alle sue leggi divine; non da meno, non era facile uscire fuori dalle maglie del partito, dagli schemi rigidi della "classe operaia" così carica di slogan: risultando entrambe le fedi asfittiche per chi avesse inteso proporre il proprio credo, il proprio modo di pensare e d'agire.
Ebbene, qualcuno si è accorto che tutto ciò era condizionante, eccessivamente condizionante e tutto sommato si poteva fare a meno di credere nei "grandi blocchi".
Così, con le grosse pietre del muro di Berlino, sono cadute pure le pietre dell'etica religiosa o del partito, sì che ciascuno a raccolto pezzi di scaglie di quella storia, per provare a ricostruire muri un po' più piccoli ma... murati a secco: ma i muri a secco li potevano realizzare soltanto i "grandi vecchi" e non certo chi si improvvisava muratore.
Miriade di sigle politiche e sindacali, costituivano il nuovo che avanza e con esse, miriade di leader, che non ritenevano più necessario riferirsi ad un'idea di base, ma semmai alla propria idea, talmente valida, da imporla alla oligarchia di "benpensanti" di fine secolo. Così è avvenuto anche per le religioni, relativamente alle quali che senso poteva avere essere sacerdoti, vescovi, cardinali o papi, quando ciascuno poteva rifarsi alla legge dello spirito e accattivare a sé le pecorelle smarrite di ogni epoca?
Ebbene, sentire oggi, nel 2009, ancora parlare di scientology come una setta che si insinua in certi contesti culturali, mi fa pensare...
Penso all'uomo vissuto millenni prima di Cristo che per tradizione orale, prima e quindi scritta, ha tracciato la storia di una religione che ha oltrepassato il tempo, sino ai giorni nostri, con dilemmi di quel tempo, ancora oggi presenti nella realtà del nostro tempo.
L'uomo è essenzialmente solo ed alla ricerca di un suo benessere interiore.
Un illuminismo moderno, forse, ci ha portato a credere - e tuttora avviene - nella utilità della tecnologia, dimenticando la realtà del creato e di un creatore che non sta nascosto, ma permea il tempo con la sua presenza. Le nuove religioni, meno bigotte e più credibili di un cattolicesimo troppo ortodosso, ma poco coerente, richiamano l'interesse dell'omo tecnologicus, così disposto a ritornare alle vecchie pratiche di quando io ero bambino ed entrando in Chiesa si aveva davvero l'impressione di essere in un luogo sacro e non in una prevendita di santini, immaginette ecc. per il paradiso.
Il paradiso può attendere, il titolo di un vecchio film.
Ma qui sulla terra, il paradiso, forse, potrebbe arrivare, se anziché costruire giornalmente agnelli d'oro da pregare, si avesse la forza ed il coraggio di ascoltare la voce della coscienza, senza credere troppo che quella verità è la verità infallibile, se non una verità rivedibile.
Forse sarebbe il caso di spengere le televisioni e di dire ai maghi di turno di andare a lavorare ed accendere la speranza che fa fatica a governare il mondo e la voglia di futuro.
Forse ci sarebbe da tornare a credere il Dio, o nel partito, sì, ma in buona fede!

mercoledì 23 settembre 2009

IL FATTO QUOTIDIANO

Questa mattina ho acquistato "Il Fatto Quotidiano", il nuovo giornale di Travaglio & Co.
L'idea di un quotidiano non sponsorizzato, ma gestito da liberi giornalisti mi piace.
Non perché sia sempre d'accordo con il loro modo di pensare o di esprimere il pensiero, ma soprattutto perché percepisco la libertà di pensiero e comunque, anche talune espressioni che disapprovo, riescono comunque a sollecitare il mio pensiero critico, senza offendermi o condizionarmi, se non costringermi.
Quindi ben venga questa nuova ventata di nuove idee.
Beh, un invito: provate a prenderne una copia, una soltanto.
Può piacere e comunque dietro quel gesto, c'è un'espressione di libertà che doniamo e ci doniamo.

lunedì 21 settembre 2009

SEGNALAZIONE EVENTO: STRADASICURA - CITTADINA ARETINA DELLA SICUREZZA STRADALE

Ringraziando Manuela Valli per l'impegno profuso, si segnalano le iniziative dei prossimi 24,25,26 e 27 settembre, dalle 17 alle 24, nella bella cittadina di Castiglion Fiorentino.
Per informazioni e contatti:

Fondazione Monnalisa Onlus
Tel 05759850674
fax 0575985020
mail: info@fondazionemonnalisa.org

domenica 20 settembre 2009

Riccione della ragione e della emozione...

Anche quest'anno la partecipazione della Polizia Municipale a Riccione, si è fatta sentire.
Qualcuno ha segnalato che, a parte il primo giorno - la giornata politica, per così dire - nei giorni a seguire c'è stata comunque una significativa presenza di persone e di personaggi. Piuttosto, mi si è detto che quello che è sembrato mancare è stato un clima di interesse e di entusiasmo, maggiormente percepibile negli anni precedenti.
Chissà se è possibile tracciare delle prime conclusioni: sia sul piano razionale, sia su quello emozionale.
Sì, perché a Riccione si apprezza il contenuto delle relazioni, ma, non da meno, la presenza di quelle persone, talmente autorevoli ed in voga, da essere considerate dei veri e propri personaggi (...taluni in cerca d'autore...).
Così, se è vero - ma io non ero presente - che il primo giorno è stato un flop, mi vien da pensare che come mi è stato raccontato il motivo vero sta nel fatto che i Colleghi non hanno più voglia di sentire promesse. Non c'è più la disponibilità ad ascoltare il politico di turno, comunque lo si collochi politicamente, che viene a Riccione per far delle promesse: c'è la voglia di apprezzare dei fatti e quindi la indisponibilità a sedere al tavolo delle illusioni.
Anche i "tavoli tecnici", quelli dei "ministeriali", sembrano essersi svuotati, per riempire le sale delle sessione speciali (quali quella di ASAPS e di ANVU), ma la stessa giornata conclusiva, solitamente, giustificabilmente destinata a svuotarsi. Anche in questo caso, perché l'epoca dell'illusione sembra scemare, rispetto alla concretezza di avere la possibilità di accedere a delle informazioni operative.
E' già complicato capire che cosa dicono le leggi pubblicate in G.U. e quindi, ben poco senso, sempre meno senso ha provare a capire che cosa c'è nella testa del legislatore e quindi, quello che dovremo fare domani.
Così che il successo è stato riconosciuto sicuramente a chi ha proposto di affrontare i problemi attuali di chi si trova in strada.
Perché è sulla strada che la categoria affronta i problemi, entra in contatto con i cittadini, gestisce il conflitto... dunque è la strada che suscita le emozioni.
Così come la strada della vita, dove si incontrano le persone e si conoscono le anime che le guidano.
Così Riccione diviene anche punto di incontro di emozioni.
In un anno cambiano molte cose nella vita delle persone ed i colleghi, prima di tutto, sono persone.
Così dopo un anno di vita ci si incontra e ci si scontra.
Così trovi chi un anno prima ti ha sorriso ed hai l'occasione di abbracciarlo per passare una serata assieme o discutere - sempre assieme - ad una sessione di aggiornamento.
Ma trovi anche chi non ha più niente da darti ed anzi, è riuscito a toglierti, in pochi attimi, quello che una lunga conoscenza (o apparente conoscenza) ti aveva fatto apprezzare.
Trovi chi conoscevi in salute, ma la sorte ha attaccato, anche duramente, lasciandoti vuoto e solo.
Chi proprio nel momento in cui scherzava e rideva con te, il giorno dopo è stato colpito dalla dura sorte di perdere una persona cara, presentando a te questa sua sofferenza, per la quale ben poco puoi fare.
Anche questo è Riccione.
Un convegno a pagamento palese (a fronte di taluni di quelli apparentemente gratuiti, ma dietro ai quali qualcuno guadagna sicuramente il suo lauto compenso) che ha da dare ancora qualcosa a chi vi partecipa e che forse necessita soltanto di un correttivo: quello di offrire più spazio ai temi operativi ed attuali, per dare risposte concrete a chi opera su strada, senza illusioni.

giovedì 17 settembre 2009

Vite disperse...

...disperse in una guerra: giusta? ingiusta?
Chi l'ha desiderata o forse costruita?
Che cosa gira attorno alle guerre di questo secolo? chi guadagna con le disperazioni dei popoli migranti? perché noi andiamo a difendere i diritti di libertà altrui e non riconosciamo a chi fugge da questi stessi Paesi, il diritto di esistere e di ottenere asilo, dignità umana, tutela dai soprusi, nel nostro Paese?...
Ogni domanda alimenta un'altra domanda ed intanto i nostri giovani soldati lasciano le loro vite in terra "straniera" così che il sentimento nazionale ci fa sentire più vicini, sino al momento in cui passa la scena drammatica di questa guerra e delle innumerevoli guerre che giornalmente accadono trovando svago in un "grande fratello" che controllandoci tutti, ci distoglie dal pensiero del quotidiano esistere e porsi domande.
Non so dare risposte alle mie innumerevoli domande o, probabilmente, ne potrei dare diverse, anche diametralmente opposte... anche diametralmente opposte.
Un'unica certezza sta nel fatto che forse, abbiamo perso il senso di un'ida che governa il nostro percorso storico. Un'idea destinata a mutare mutando, ma giammai esistendo come materia a cospetto di un'antimateria ideologica che esiste e coesiste nella stessa persona.
C'è una sorta di schizofrenia sociale che dilaga, causata dall'idea che non possa esistere un'idea che governa un inizio ed alla quale potersi riferire, per meglio comprendere quella attuale.
C'è il governo tecnologico, il governo delle immagini e delle opinioni: quelle filtrate dai mass-media, naturalmente.
Così che i nostri soldati morti ammazzati, potranno essere giudicati con emozione di popolo ferito, ma anche di popolo ribelle che non comprende quella presenza in terra straniera: tutto dipende non tanto dal fatto, ma dal come il fatto viene rappresentato.
E' il governo della tecnica, sul governo della morale e del diritto.

martedì 8 settembre 2009

Un omaggio a Mike Bongiorno...

e che c'azzecca?
C'azzecca, c'azzecca il fatto che anche noi, noi che indossiamo l'uniforme, che ci ricorpiamo di lustrini, medaglie, simboli di potere, come pavoni nel cortile risultiamo così spesso omaggiati, salutati, riveriti e poi... poi si va in pensione e tanti nostri antichi cortigiani spariscono e noi torniamo ad essere quello che siamo stati: uomini e donne qualunque.
Beh, quando ho sentito dire che Mike Bongiorno è morto mi sono rattristato: in fondo è stato un uomo presente nella mia storia, che ha avuto una sua storia (soprattutto quella partigiana, ai più sconosciuti, perché di un uomo famoso, si ricorda solo che è stato famoso e non anche, utile: soprattutto utile). Di più mi sono rattristato quando in prima serata, solo Rete4 ha provato a ricordarlo e a spendere qualche tempo mediatico per lui, anziché per la pubblicità. Lui che proprio questa azienda ha abbandonato alla sua tristezza, costretto a dover lasciare la c.d. televisione commerciale.
Ma la televisione di Stato è stata sicuramente assente, salvo un recupero di seconda serata.
Beh, credo che Mike, si sarebbe meritato molto di più dalla sua televisione.
Come talvolta, anche noi, nel nostro piccolo, dovremmo avere meno riverenze durante il servizio e guadagnarci, con il nostro comportamento, più rispetto per il nostro futuro di semplici, ma onesti cittadini, che si aspettano solo un saluto, anche quando non hanno più la possibilità di intercedere verso il potere.

lunedì 7 settembre 2009

Essenziale il rapporto fiduziario fra automobilisti e divise della strada...

... poi veniamo a noi.
Avevo scritto proprio un anno fa quello che ho virtualmente presentato come una novità odierna: ma il tempo sembra non cambiar gli eventi, se non ripeterli, come in una vichiana esperienza.
Così giungiamo davvero ai giorni nostri.
A quelli in cui a fronte di una sorta di invasione di macchinette accertatrici di infrazioni al codice della strada, ai poliziotti municipale, ma ai poliziotti, in genere, non resta da fare altro che conformarsi ai voleri che scendono dall'alto, talvolta spronati da qualche privato che ha tutto l'interesse - con le relative amministrazioni compiacienti e mal consigliate - di spillar quattrini - più che patenti - agli indisciplinati utenti della strada.
Così da un editoriale del Presidente di ASAPS a ciò che segue:
...così apre il proprio Editoriale il Nostro Presidente (A.S.A.P.S.), Dott. Giordano Biserni: e come non dargli ragione!
Ma così si impone una nuova rilfessione a margine di una importante Direttiva che, nella sostanza, ne sintetizza, migliorandole, altre ma che, sostanzialmente, sono rimaste disattese.
Non è la prima volta che il massimo vertice della P.A. propone ed impone alle Amministrazioni Locali di "darsi una regolata" nel fare in modo che da una serie di accertamenti di violazioni al codice della strada, si "risolvano" - si fa per dire - i bilanci comunali. Già è stato detto e ridetto che l'accertamento in remoto delle violazioni dovrebbe riguardare soltanto alcune strade e non tutte (soprattutto quelle dei centri abitati), sì da costituire l'eccezione e non la regola sovrana di taluni atti di accertamento.
Ciò non è stato e... vedremo se sarà.
Intanto, un certo tipo di giornalismo che corre dietro alla notizia, più per richiamare l'attenzione degli utenti-consumatori, che non per dare notizia, ha rappresentato in variopinto modo la direttiva del Ministro Maroni sulla prevenzione ed il contrasto dell'eccesso della velocità sulle strade. In buona sostanza è stato dato risalto alla vittoria dell'Associazione Consumatori, sugli abusi degli Enti Locali e, non da meno e con devastante azione deleteria alla buona immagine della polizia locale, è stato stigmatizzato il ruolo della specialità della Polizia Stradale, artatamente individuato come organo di controllo delle Polizie Municipali d'Italia.
La Direttiva, diversamente, è indirizzata non già e non solo alla SWpecialità Polizia Stradale della Polizia di Stato, ma a tutti "...gli organi di polizia stradale elencati nell'art. 12 del C.d.S....", ivi compresi i Corpi e Servizi della Polizia Municipale e la stessa Polizia di Stato, quando non è inquadrabile nella specialità anzidetta.
E' opportuno chiarirlo, credo.
Ma credo con ciò che sia necessario andare oltre la precisazione anzidetta, a tutela di buona parte di coloro i quali svolgono servizio di polizia locale, perché se il giornalismo ufficiale ha voluto descrivere la direttiva nei termini anzidetti, un motivo ci deve pur essere e ridurre il tutto a mera speculazione della notizia, non sarebbe corretto.
E quindi mi viene subito da pensare a quegli appartenenti alle polizie locali (direi, piuttosto, ahimé, inseriti nei relativi organici) che già da tempo hanno proposto, essi stessi, ai rispettivi amministratori, l'acquisto o l'affitto delle macchinette atte a risolvere i bilanci comunali; con ben poco dispendio di risorse umane, giacché nessuno doveva stare in strada ed altri avrebbero provveduto a fare il c.d. "lavoro sporco". Così è inziato quel tam-tam mediatico, reso noto dalle civette di strada, se non dalle televisioni, mediante il quale le amministrazioni locali rendevano noti ai propri cittadini i bilanci previsionali che si fondavano sull'accertamento futuro dell'illecito. Quindi, chi amministrava la cosa pubblica, anziché predisporre una politica locale della sicurezza stradale, si esaltava nel prevedere lauti introiti in ragione di un considerevole accertamento di violazioni al codice della strada: quali violazioni? Quelle al superamento del semaforo rosso, statisticamente idoneo a determinare sinistri stradali e quelle relative al superamento dei limiti di velocità, statisticamente idonei a determinare la gravità degli incidenti.
Trovo tutto ciò aberrante... ma questo giochino non cessa, sol se si pensa a quello che viene fatto - anzi, che non viene fatto! - dei proventi contravvenzionali di cui all'art. 208 del codice della strada che, spesso e volentieri, anziché essere utilizzato per migliorare la sicurezza stradale e la previdenza della polizia stradale, ancora una volta, viene uticome generica risorsa economica per risolvere il bilancio comunale.
Eppoi gli scandali degli ultimi tempi, non pochi accertatori semaforici sequestrati (non solo da parte della specialità Polizia Stradale, ma dalle stesse polizie municipali, nel loro ruolo di polizia stradale, non propense ad accettare talune machiavelliche idee di propri "colleghi", mai dimenticando che sotto la divisa c'è pur sempre un cittadino che tutela e vuol essere tutelato dal suo Stato!), indagini su alcuni soggetti della polizia locale... insomma, tutta una serie di iniezioni di malessere che l'opinione pubblica e per tutti, le associazioni consumatori hanno fatto ricadere su di una categoria che è ancora alla ricerca di una propria identità morale, prima ancora che giuridica: la polizia municipale.
Beh, la mia è solo una voce nel mucchio, una noce in un sacco, ma credo di doverla esprimere con forza, affinché possa raggiungere la stragrande maggioranza di quei Colleghi che fanno o cercano di fare il loro dovere, con notevole difficoltà, perché è molto più semplice piazzare una macchinetta gestita con estrema disinvoltura a mo' di slot-machine, che piazzarsi in strada a ricevere gli improperi della gente.
Ma forse questo Ministro, finalmente, sta introducendo un cambiamento di tendenza, creando i presupposti per mettere la tecnoclogia al servizio degli organi di controllo e non la polizia stradale al servizio dei fabbricanti e compiacienti fabbricanti di slot-machine; un cambiamento che può diventare importante, allorquando i cittadini potranno guardarci in faccia, magari per essere giustamente redarguiti, ma sempre utilizzando il coraggio della ragione, piuttosto che la spudoratezza dell'interesse privato.

Le più recenti riflessioni...

Non avevo ancora uno spazio mio per esprimere il mio pensiero, se non la voglia di comunicarlo ai vari colleghi ed amici di rete... evanescenti, impersonali, lontani, ma virtualmente presenti.

Del resto è il mondo della rete e magari, da un piccolo spazio, chissà, è possibile giungere a riflessioni più ampie e quindi, più libere... come tante mongolfiere indipendenti, sospese nell'invisibile aria che con gratuità sostiene il volo di chi non vuol cadere.

Così, dicevo, proponevo alcune riflessioni che sono quelle di oggi e che... e che c'azzeccano con la polizia municipale.

Beh, direi molto, giacché chi se non la polizia municipale è strattonata a destra e a sinistra, quale strumento per offrire visibilità a chi piace piacersi, nei diversi ruoli che il pubblico potere offre, forse dimentichi del fatto che il potere è solo espressione della funzione pubblica e non forma di coercizione di menti e di corpi...

Alla luce dei nuovi fatti “tangentopoliani”, non posso non soffermarmi su di una riflessione culturale, riconoscendo, ancora, all’antico popolo italico, quel vizietto della "tangente" che sicuramente ha attecchito e proliferato nella c.d. prima Repubblica, ma non ha tardato a ributtare, come un polveroso pollone di una pianta di strada, nella seconda.

Per chi come me è approdato alla pubblica funzione, proprio nel pieno delle attività “devianti” dei pubblici rappresentanti del Popolo, come dell’Amministrazione, le (un tempo) famose “Leggi Bassanini” furono salutate come una sorta di definitiva risoluzione all’eccesso di burocrazia e, dunque, alla possibilità che tramite legacci e legacciuoli, il “povero” ed “ignaro” imprenditore (ma il comune cittadino) cadesse nella tela del ragno, soffocato da quelle stesse funi.

Anni in cui la giovinezza e le relative passioni avevano un ruolo determinante nel gioco delle ragioni, che la mente elaborava ed il cuore non comprendeva.

Oggi, più vecchio, rileggo quei momenti alla luce della mia personale esperienza e trovo quelle stesse leggi di semplificazione estremamente “alte ed ideali” (se mi si passa il termine): talmente alte ed ideali da essere state sublimate in un sistema molto più perverso – almeno alla luce dei miei occhi – di quello che le precedeva.

Ricordo che nei nostri nutriti consigli comunali e grazie a quelle maggioranze “ballerine”, i singoli consiglieri dovevano per forza passare per la porta stretta del partito, sì da manifestare un pensiero affatto autoreferenziato, se non rischiando di essere sicuramente isolati da quella componente partitocratrica che li sosteneva. Diversamente da oggi, dove un nugolo di consiglieri (spesso frutto di scelte di lista, prive di storia politica, se non di slogan di rilevanza locale) - che non può avere rappresentanza democratica, talmente schiaccianti sono i numeri di governo dell’Aula, rispetto a quelli dell’opposizione - rende semplicemente pubbliche le personali idee del futuro (non troppo distante, giacché la politica odierna costruisce per ottenere attuale consenso, piuttosto che per costruire future speranze) senza preoccuparsi troppo del contraddittorio che spesso non esiste.

Dove le Giunte ed i singoli Assessori, prima ancora che governare il Paese, secondo le proprie libere aspirazioni e competenza, si preoccupano, piuttosto, di non far cadere il Sindaco: non tanto per alto senso dello Stato ma, direi, piuttosto, per rispetto della propria “incolumità politica”, comunque soggetta alla sorte del primo cittadino.

Che dire poi, di coloro i quali dirigono i pubblici uffici, sempre meno reclutati per pubblici concorsi (per quanto ciò preveda la Costituzione ed ha provato a farlo persino Brunetta!) e sempre più soggetti a nomina diretta, così come un tempo faceva il re, prima ancora dello Statuto Albertino, con la propria spada (di Damocle?) “sbattuta” sulle “fragili” teste.

E che dire dei Segretari Comunali che ai tempi del mio concorso erano i primi garanti della legittimità degli atti amministrativi locali: forse, è proprio qui ovvero sulla valutazione della legittimità dell’atto amministrativo che Bassanini è riuscito a sburocratizzare davvero il sistema delle garanzie e dei controlli, vista la fine fatta dagli stessi Co.Re.Co. Sì che si può scriver di tutto e contro tutto, persino contro la legge, giacché tutto è lecito finché qualcuno prende il coraggio di approdare al T.A.R.: ma chi e a quale scopo?

Ed infine, sempre più spazio è dato alla c.d. consulenza esterna specialistica, indipendentemente dalle diverse “grida manzoniane” votate al risparmio, dei governi centrali. Perché, per l’eccellenza pubblica, non bastano Responsabili di P.O., Dirigenti, Segretari, Direttori e Consulenti… ma forse, il grave danno – come il nostro Ministro stigmatizza – sono proprio i dipendenti pubblici (la c.d. ultima ruota del carro) che, loro malgrado, dovrebbero pur avere la capacità di autogovernarsi a fronte di sì tanti Capi!

Ed ecco che allora le tangenti continuano a fioccare, a grave rischio per una democrazia non sorretta più da atti legittimi o soggetti a giusti controlli di legittimità, ma da meri atti, efficaci sol perché esistenti: comunque capaci di incidere e di modificare, se non limitare, le singole libertà dei cittadini.