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lunedì 7 settembre 2009

Le più recenti riflessioni...

Non avevo ancora uno spazio mio per esprimere il mio pensiero, se non la voglia di comunicarlo ai vari colleghi ed amici di rete... evanescenti, impersonali, lontani, ma virtualmente presenti.

Del resto è il mondo della rete e magari, da un piccolo spazio, chissà, è possibile giungere a riflessioni più ampie e quindi, più libere... come tante mongolfiere indipendenti, sospese nell'invisibile aria che con gratuità sostiene il volo di chi non vuol cadere.

Così, dicevo, proponevo alcune riflessioni che sono quelle di oggi e che... e che c'azzeccano con la polizia municipale.

Beh, direi molto, giacché chi se non la polizia municipale è strattonata a destra e a sinistra, quale strumento per offrire visibilità a chi piace piacersi, nei diversi ruoli che il pubblico potere offre, forse dimentichi del fatto che il potere è solo espressione della funzione pubblica e non forma di coercizione di menti e di corpi...

Alla luce dei nuovi fatti “tangentopoliani”, non posso non soffermarmi su di una riflessione culturale, riconoscendo, ancora, all’antico popolo italico, quel vizietto della "tangente" che sicuramente ha attecchito e proliferato nella c.d. prima Repubblica, ma non ha tardato a ributtare, come un polveroso pollone di una pianta di strada, nella seconda.

Per chi come me è approdato alla pubblica funzione, proprio nel pieno delle attività “devianti” dei pubblici rappresentanti del Popolo, come dell’Amministrazione, le (un tempo) famose “Leggi Bassanini” furono salutate come una sorta di definitiva risoluzione all’eccesso di burocrazia e, dunque, alla possibilità che tramite legacci e legacciuoli, il “povero” ed “ignaro” imprenditore (ma il comune cittadino) cadesse nella tela del ragno, soffocato da quelle stesse funi.

Anni in cui la giovinezza e le relative passioni avevano un ruolo determinante nel gioco delle ragioni, che la mente elaborava ed il cuore non comprendeva.

Oggi, più vecchio, rileggo quei momenti alla luce della mia personale esperienza e trovo quelle stesse leggi di semplificazione estremamente “alte ed ideali” (se mi si passa il termine): talmente alte ed ideali da essere state sublimate in un sistema molto più perverso – almeno alla luce dei miei occhi – di quello che le precedeva.

Ricordo che nei nostri nutriti consigli comunali e grazie a quelle maggioranze “ballerine”, i singoli consiglieri dovevano per forza passare per la porta stretta del partito, sì da manifestare un pensiero affatto autoreferenziato, se non rischiando di essere sicuramente isolati da quella componente partitocratrica che li sosteneva. Diversamente da oggi, dove un nugolo di consiglieri (spesso frutto di scelte di lista, prive di storia politica, se non di slogan di rilevanza locale) - che non può avere rappresentanza democratica, talmente schiaccianti sono i numeri di governo dell’Aula, rispetto a quelli dell’opposizione - rende semplicemente pubbliche le personali idee del futuro (non troppo distante, giacché la politica odierna costruisce per ottenere attuale consenso, piuttosto che per costruire future speranze) senza preoccuparsi troppo del contraddittorio che spesso non esiste.

Dove le Giunte ed i singoli Assessori, prima ancora che governare il Paese, secondo le proprie libere aspirazioni e competenza, si preoccupano, piuttosto, di non far cadere il Sindaco: non tanto per alto senso dello Stato ma, direi, piuttosto, per rispetto della propria “incolumità politica”, comunque soggetta alla sorte del primo cittadino.

Che dire poi, di coloro i quali dirigono i pubblici uffici, sempre meno reclutati per pubblici concorsi (per quanto ciò preveda la Costituzione ed ha provato a farlo persino Brunetta!) e sempre più soggetti a nomina diretta, così come un tempo faceva il re, prima ancora dello Statuto Albertino, con la propria spada (di Damocle?) “sbattuta” sulle “fragili” teste.

E che dire dei Segretari Comunali che ai tempi del mio concorso erano i primi garanti della legittimità degli atti amministrativi locali: forse, è proprio qui ovvero sulla valutazione della legittimità dell’atto amministrativo che Bassanini è riuscito a sburocratizzare davvero il sistema delle garanzie e dei controlli, vista la fine fatta dagli stessi Co.Re.Co. Sì che si può scriver di tutto e contro tutto, persino contro la legge, giacché tutto è lecito finché qualcuno prende il coraggio di approdare al T.A.R.: ma chi e a quale scopo?

Ed infine, sempre più spazio è dato alla c.d. consulenza esterna specialistica, indipendentemente dalle diverse “grida manzoniane” votate al risparmio, dei governi centrali. Perché, per l’eccellenza pubblica, non bastano Responsabili di P.O., Dirigenti, Segretari, Direttori e Consulenti… ma forse, il grave danno – come il nostro Ministro stigmatizza – sono proprio i dipendenti pubblici (la c.d. ultima ruota del carro) che, loro malgrado, dovrebbero pur avere la capacità di autogovernarsi a fronte di sì tanti Capi!

Ed ecco che allora le tangenti continuano a fioccare, a grave rischio per una democrazia non sorretta più da atti legittimi o soggetti a giusti controlli di legittimità, ma da meri atti, efficaci sol perché esistenti: comunque capaci di incidere e di modificare, se non limitare, le singole libertà dei cittadini.

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