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martedì 30 marzo 2010

E adesso? Con la Lega più forte...

...c'è chi dice che la P.M. farà il salto di qualità.
In effetti, se non era tutto fumo quello che abbiamo respirato ai nostri convegni, vedremo se questi nuovi equilibri di potere faranno sì che la Polizia Municipale cresca davvero e senta lo Stato "federale" più vicino alle proprie esigenze.
Vedremo...speriamo senza gli occhiali! anzi, senza il binocolo.

lunedì 29 marzo 2010

SEMINARIO PER LA POLIZIA MUNICIPALE

Si segnala il seminario gratuito:


LA POLIZIA MUNICIPALE SULLA STRADA: IN PRATICA

Seminario di aggiornamento operativo sul controllo di polizia stradale

Cortona 27 aprile 2010 – Centro Convegni Sant’Agostino

Rubano la pistola a un poliziotto in fin di vita Era caduto in moto sul lungomare di S.Girolamo

Bari

(Si arriva anche a questo NdR Asaps)

BARI - Quando lo hanno visto per terra, caduto con la sua moto lì, sul lungomare di San Giorolamo, la prima cosa a cui hanno pensato è stata rubargli la pistola. Non soccorrerlo, sincerarsi delle sue condizioni, non chiamare aiuto. Solo portargli via l´arma, la sua pistola d´ordinanza. Poi però qualcuno, tanti secondo il 118, ha chiamato un´ambulanza. Perché Cosimo Cuocci, 34 anni, poliziotto dell´antirapina era davvero grave. E grave è tuttora: ricoverato in rianimazione al Policlinico di Bari è in coma con un polmone perforato e varie fratture. Quella pistola ora non si trova più. Ma per i suoi colleghi e i dirigenti della squadra mobile della Questura di Bari, l´importante è che Cuocci possa uscire dalla fase critica. Salvarsi, insomma. Ha una moglie, dalla quale è separato, e un bambino di due anni. Questo importa ora alla Questura. A quella pistola e a questo furto ci penseranno in un secondo momento. E però fa male pensare che qualcuno possa aver sfilato dalla fondina quell´arma mentre Cuocci era ferito. Oppure che la pistola sia volata nella caduta e che qualcuno abbia voluto prenderla, portarla via. Comunque sia andata la polizia cercherà di scoprirlo in questi giorni. Ieri, quando hanno trovato la fondina vuota, hanno provato fino all´ultimo a sperare che magari Cuocci l´avesse lasciata nella cassetta di sicurezza in Questura. E invece non c´era nemmeno lì. Né da nessun altra parte vicino al luogo dell´incidente. Sparita. Rubata. Ieri sera Cuocci (passato da poco dalla squadra dei "Falchi", dall´antiscippo, all´antirapina) aveva appena ultimato il suo turno. Insieme con i suoi colleghi aveva arrestato due persone che avevano tentato un furto in un negozio di Triggiano. Era quasi l´una di notte. Stava tornando a casa con la sua moto. Poi si era accorto di aver dimenticato in Questura un borsello. Aveva girato la moto e stava percorrendo al contrario la strada fatta poco prima. Era arrivato sul lungomare di San Girolamo e lì ha perso il controllo. Non si sa ancora per quale motivo. Ha provato a frenare. Sull´asfalto ci sono i segni di una frenata di almeno tre metri. Poi è andato a sbattere contro un cassonetto, squarciandolo. Mentre la moto ha continuato a scivolare per una quarantina di metri. Lui è rimasto lì, con le costole rotte e un polmone perforato. Sono arrivate molte chiamate al 118. Tutte anonime. E intanto qualcuno pensava a portar via la pistola.

da Repubblica.it

Lettera aperta del Presidente ASAPS

Per quello che ha fatto, per quanto abbiamo fatto, per quanto faremo, credo sia giusto divulgare. Anche questo è sicurezza stradale.

Continuiamo il nostro percorso insieme per la sicurezza stradale
Lettera aperta agli abbonati a il Centauro


di Giordano Biserni

Caro amico abbonato,
noi non sappiamo perché hai deciso di ricevere a casa la nostra rivista ufficiale, Il Centauro. Non sappiamo quanto i suoi contenuti siano stati da te condivisi, se le nostre ricerche abbiano esaudito il tuo bisogno di conoscere i meccanismi della strada, se gli articoli di scienziati e giuristi che ogni mese ne riempiono le pagine abbiano in qualche modo soddisfatto le tue curiosità. Abbiamo cercato sempre, fin dal primo numero, di rendere Il Centauro qualcosa di diverso da una semplice rivista di polizia. Perché, lo sappiamo, il punto di vista di un poliziotto, o più generalmente di un operatore di polizia tout-court, non può essere quello di un agente di commercio o di un libero professionista, di uno studente, o di un impiegato.
In tutti questi anni, più di 15, Il Centauro è andato in stampa, e ha raggiunto la tua casa, grazie alla sinergia tra l’ASAPS e la Sicuritalia Edizioni. È stato un cammino difficile, nel percorso frastagliato che c’è sul terreno dell’editoria, che è sempre stato contraddistinto da un reciproco rapporto di correttezza e lealtà. L’editore ci ha lasciato sempre il massimo margine di manovra e così le posizioni, spesso scomode dell’ASAPS, sono divenute bandiera stessa della nostra associazione, tanto da identificarsi inequivocabilmente con lei: le campagne contro le stragi del sabato sera, quelle per i pedoni ed i ciclisti, la battaglia contro l’innalzamento dei limiti di velocità ed il contestuale richiamo (ci piace pensare che sia stato il primo) ad un uso responsabile della tecnologia in materia di repressione della trasgressione. E poi le inchieste sul lancio dei sassi dai cavalcavia, gli osservatori, tutti, a partire da quello della Pirateria Stradale o del Contromano fino all’ultimo attivato, quello delle cosiddette Morti Verdi. Il tutto con l’attenzione costantemente rivolta al ruolo delle ebbrezze, azione che ci è spesso costata cara: nel paese percorso da migliaia di strade del Vino, e da molte altre di sangue, il nostro impegno è stato più volte additato come integralista, quasi “talebano”.
La mia voce, dai microfoni della Rai e dei principali network comunicativi, ha “martellato” senza soluzione di continuità in un crescendo di inviti, fino a divenire una sorta di rappresentante degli utenti stradali, almeno quelli attenti alla sicurezza. Nonostante le molte contro-campagne di denigrazione, si è prodotto così tanto materiale, si sono lanciati così tanti argomenti di discussione da farci orgogliosamente pensare che se in Italia esiste oggi una “coscienza stradale”, è davvero anche merito nostro. Nel frattempo l’associazione ha proseguito il suo cammino istituzionale, rifiutando il diktat di chi intendeva trasformarla in una concessionaria della propria rete di vendita, di chi aveva progettato di sfruttare la sua attendibilità ed i suoi marchi, tra cui quello de Il Centauro, creando un proprio ufficio studi, capace di reclutare le migliori intelligenze e metterle al servizio di un disinteressato sapere.
Ecco cosa siamo oggi. Perché, lo abbiamo sempre pensato, non c’è proprio nulla di male a non voler trasformare un marchio ritenuto universalmente affidabile come il nostro, fondato sulla volontarietà dell’impegno sociale e culturale di un gruppo di poliziotti, in una macchina per far soldi. Abbiamo preferito aprire blog e sottoscrizioni quando qualcuno di noi, qualsiasi divisa abbia indossato, è caduto in difesa della legalità e delle libertà del nostro paese. Abbiamo sempre scelto la strada più difficile per restare soprattutto liberi. Così avviene oggi per la nostra rivista. Il Centauro è giunto ad un bivio esistenziale: cambiare pagina per continuare su un cammino di libero e critico pensiero, oppure adeguarsi alle leggi del commercio e di una diffusione che non ci piace più. Non vogliamo equivoci, vogliamo chiarezza. Per questo abbiamo scelto di cambiare. L’editore Sapignoli metterà a nostra disposizione un sistema diverso, che non lascerà spazio a dubbi o equivoci. Dunque, se dal prossimo mese non riceverai più la nostra rivista, non credere a chi potrebbe dirti che abbiamo chiuso bottega. Non è vero! Siamo in ottima salute e te lo dimostriamo. Chiamaci e penseremo noi a farti avere i numeri della rivista per i quali hai già pagato. E se, nel frattempo, decidi di rinnovare, segui le istruzioni qua sotto. E' il nostro modo di ringraziarti per averci permesso di crescere. Se nei prossimi mesi non riceverai più il Centauro ed hai l’abbonamento in corso contattaci ai seguenti indirizzi e telefoni, segnalandoci la presunta data di scadenza del tuo abbonamento. Noi, col nuovo editore Sapignoli, ti garantiremo l’invio della rivista fino alla validità del tuo abbonamento:


Asaps
Via Consolare,1
47121 Forlì
Tel. 0543-704015
Fax 0543-701411
sede@asaps.it

Alla scadenza potrai rinnovare l’abbonamento con le modalità qui indicate. Ti diciamo ancora grazie per la fiducia.


Giordano Biserni
Presidente Asaps
Direttore de il Centauro

martedì 23 marzo 2010

AMREF

Noi, come polizia municipale, abbiamo partecipato a questo prigetto http://www.amref.it/locator.cfm?SectionID=751 per garantire un aiuto concreto all'Africa. Visitate il link e meditate... magari, quel bicchiere d'acqua con il quale ci sciacquiamo i denti, può servire a dissetare quattro piccole bocche che hanno tutto il diritto di sorridere alla vita.

DAL SITO ANVU...

... il testo unificato del documento che i Senatori Saia e Barbolini hanno redatto per l'appprovazione della nuova legge sulla Polizia Locale:

http://www.anvu.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1705

Interessante anche il documento sul cerimoniale:

http://www.anvu.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1699

lunedì 22 marzo 2010

Che c'azzecca la politica con la P.M.?

Me lo domando anche io, giacché ho pensato a questo blog per parlare della polizia municipale e per offrire suggerimenti alla P.M., ma anche per parlare d'altro.
Poi magari ho parlato più d'altro...
Ma non ne sono convinto, perché in fondo la politica è espressione del popolo.
Così del popolo italiano, come del popolo della P.M.
La conferma, in fondo, l'ho avuta dall'ultimo Convegno de La Spezia.
Beh, si parla di questione morale, della necessità di mantenere un ruolo al di sopra di ogni sospetto eppoi ti trovi personaggi che sostengono questioni forti, importanti per la P.M., che sono stati indagati e che attendono un processo ed intanto gli si riconoscono cariche importanti.
Beh, qualcosa non va, secondo il mio vecchio modello culturale: appunto, il mio è un vecchio modello culturale ma, essendo questo il mio blog, non posso fare a meno di esprimerlo.
Un modello in cui chi aveva compiti istituzionali, non poteva permettersi di sbagliare e se ciò accadeva, si metteva da parte, chiariva i propri affari od affaracci e, se era il caso, tornava in pista.
Un modello socratico, dove il bene supremo è lo Stato e non dove lo Stato è lo strumento per la persona che diviene invece il bene supremo.
Ma per ristabilire diversi ruoli, forse, ci sarebbe da avere il coraggio di mollare quelle poltrone strette, immeritate, mentre attorno gravitano giovani che a pieno titolo dovrebbero avere l'opportunità di provarne la morbidezza, ma anche la durezza.
Forse, ci sarebbe da avere il coraggio di forzare questo metodo delle nomine ad personam, non dimenticando che l'occupazione di un posto pubblico, oltre che un dovere è un diritto di tutti i cittadini meritevoli, non tanto di legare il miccio dove vuole il padrone, ma di sapere come governare (il miccio).
Ma io sono sempre più vecchio e sempre più brontolone.
Forse destinato a fare, definitivamente, il topo di biblioteca. A spolverar libri e a sperare che finalmente, anche questo, sarà un Paese normale dove quelli che meritano occupano i posti migliori e quelli che occupano i posti migliori, li occupano non per se stessi, ma per il bene della comunità.

lunedì 8 marzo 2010

L'Italia, un Paese a rischio...

Francamente, il Dott. Berlusconi Silvio, non gode certamente della mia stima e, certamente, non è che a lui possa interessare molto questa mia condizione.
Peraltro, resta pur sempre il Capo del Governo del mio Paese e per questo, lo rispetto.
Ora, di lui si dice tutto ed il contrario di tutto e con altrettanta franchezza, non so davvero se quanto si dice di lui è vero o il frutto di illazioni e strumentalizzazioni. In fondo, si tratta soltanto di fidarsi o meno di certe affermazioni e...beh... io ho imparato ad essere diffidente: non solo del Dott. Berlusconi Silvio ma, in genere, di chi tratta con il Dott. Berlusconi Silvio: di chi lo ama, ma anche di chi lo odia. Sì, perché uno così o si ama o si odia.
Però di una cosa credo di essere certo, senza necessità alcuna che qualcuno lo mostri e lo dimostri, in TV come sul giornale: che quest'uomo è riuscito a creare una cultura dissacrante delle regole del gioco della democrazia.
Il danno più grave che può commettere un uomo delle istituzioni è adottare un comportamento che legittimi l'illegittimità: se lo fa lui, lo posso fare anche io.
Così si crea una cultura istituzionale, anzi, una sottocultura.
Talmente grave che i recenti fatti sul voto nel Lazio ed in Lombardia ci dovrebbe far riflettere sullo stato di questa pseudo-democrazia.
Da un lato, l'opposizione esulta per la possibilità di vincere, in ragione dell'assenza della controparte, facendo venir meno quell'elemento fondamentale di ogni democrazia e cioè la possibilità, per il popolo, di essere rappresentato da una parte politica.
Dall'altro lato, il Governo, con un'arroganza indescrivibile annienta le regole del gioco, sanando ciò che non può essere sanato, facendo venir meno l'altro vincolo di forza della democrazia e cioè il rispetto delle regole.
Per di più, il Presidente della Repubblica, il Capo dello Stato, il simbolo dell'unità nazionale, viene tirato dentro questa barbarie istituzionale perdendo di credibilità, in ragione della propria scelta istituzionale: oggi, tra qualche grido e qualche mal di pancia contenuto, il nostro Presidente è lontano da una buona parte di italiani, non rappresentando più l'unità nazionale, ma una parte degli italiani.
E se avesse preso un'altra decisione: l'altra parte si sarebbe dissociata.
Il risultato sarebbe stato lo stesso.
Di simili conseguenze imputo la responsabilità al Dott. Berlusconi Silvio e a chi, con forza, anziché contribuire a rinnovare le regole democratiche, a contribuito a soverchiarle, a stravolgerle: di più, a non renderle più credibili.
Tanto che chi rispetta le leggi dello Stato, credo non lo faccia tanto per il rispetto delle leggi, che probabilmente neppure conosce, ma perché è nello spirito delle cose conosciute dalle persone oneste rispettare le regole scritte nelle leggi.
Tanto che chi non le rispetta le leggi dello Stato, credo lo faccia perché, conoscendole, sa bene che alla fin fine, tra godersela alla grande e rischiare di essere scoperti, conviene godersela.
Quindi, il nostro Paese rischia di trasformarsi in un Paese dove le leggi non vanno rispettate, ma, più semplicemente, usate.
Non so davvero in che direzione stiamo andando, ma credo che se chi ha compiti di governo non cambia metodo, sicuramente riuscirà a destabilizzare - più di quanto già è riuscito a fare - il Paese.
Non da meno di chi, stando all'opposizione, continua restare incapace di costruire un'alternanza credibile.
Un'alternanza che neppure chi oggi è al governo riesce a dare al Dott. Berlusconi, tanto da doverselo tenere e proteggere così come natura crea e...Silvio conserva.
Credo che questo è il grave problema.
La nostra più bieca cultura istituzionale.