Potrebbe essere il titolo di un bel romanzo dove, un giornalista non troppo simpatico - tanto all'opinione pubblica, quanto alla pura categoria dei giornalisti, ma comunque utile alla causa (quale?... lo vedremo)
- viene ingaggiato per fare il capro espiatorio e quindi immolarsi, sì da abrogare una legge tanto scomoda agli stessi giornalisti ma, in certo qual modo, anche a coloro i quali possono subire una pubblica diffamazione.
Ma i cittadini, alla fin fine, saranno proprio interessati ad evitare che chi profana la verità e diffonde notizie false, amplificate dal mezzo della stampa, resti impunito? I cittadini, alla fin fine,
si sentiranno davvero lesi nei propri diritti fondamentali di uomini liberi, laddove alcuno è autorizzato non tanto ad esprimere il proprio pensiero, ma a profanare quello degli altri, pubblicando illazioni?... il dubbio
assale il romanziere e questi inizia a sudare: ma in fondo, quello non è affar suo. L'affare è il romanzo!... già, il romanzo.
Così, riprendendo l'idea primigenia, si concentra sulla circostanza del "capro espiatorio" e del "pubblico martirio", sino a pensare quale ottimo finale potrebbe essere quello di
far fagocitare all'opinione pubblica un'esemplare condanna, che poi si rivelerà inapplicabile, per una serie di gravi motivazioni, quali le esternazioni e gli inni alla libertà, manifestata dai detentori del
pubblico pensiero. Sì, perché in questo romanzo, ci sono i pensanti e coloro che delegano il pensiero... mica cotiche!
Quindi, beh, sì: l'idea è buona ma... ma ve lo immaginate un povero Cristo, uno qualunque, uno sconosciuto che viene diffamato col mezzo della stampa, a quali risultati porterebbe l'inchiesta?
In prima pagina de "La pubblica bugia", si dice che il Sig. Bonaventura abbia evaso il fisco per un milione di euro!
Ma tutto si è rivelato falso... e allora?
No, il Sig. Bonaventura non fa abbastanza clamore eppoi, non c'è più neppure il "Corriere dei piccoli"! Tutt'al più lo sbattono in qualche segreta, ma talmente segreta, che non
c'è onorevole talmente disimpegnato da potergli far visita.
Ci vuole qualcosa di più serio, un personaggio più importante da colpire; uno che, sicuramente... muore Sansone e tutti i Filistei se non si arriva in fondo.
E già, ma poi, il "capro espiatorio" non può mica essere sbattuto davvero nella segreta col Sig. Bonaventura eh... si fa per dire, naturalmente.
Allora immaginiamo che un losco figuro faccia il lavoro sporco fin dall'inizio, resti in silenzio e quando il "capro espiatorio" è con le mani nel sacco e... e non ne può neppure più
uscire. Beh, sì, a quel punto salta fuori il losco figuro che dichiara il mal fatto e fa del "capro espiatorio" un eroe nazionale. E lui... ma lui è talmente "piccolo" che si dimentica subito
e a lui qualcuno pensa..., dopo.
Ma allora come si fa a metterlo nella segreta con il Sig. Bonaventura e..., si domandano loro (no, ai cittadini, francamente, di questa cosa qua interessa poco... hanno altro da pensare: magari a mantenersi
il posto di lavoro)... loro, sono quelli di prima: i benpensanti!
Sì i benpensanti capiscono che questa cosa "non sa da fare"... lo aveva già detto qualcuno ed in una circostanza poco nobile? Ma lasciamo perdere le circostanze e la nobiltà
dei gesti! questa cosa non sa da fare! ed il "capro espiatorio" va recuperato... Bonaventura non ha fatto niente? era tutto falso? ma suvvia, lasciamolo nella segreta, ormai è abituato a quell'ambiente ed
è triste vederlo mal ridotto. Meglio resti lì,... per i cittadini, naturalmente.
Bellissimo, sì! proprio un gran finale.
Così, mentre il Paese dei Balocchi va a fuoco e fiamme (sì, questo non l'avevo detto, all'inizio, ma nel prologo si parla del paese che va a fuoco e fiamme; della gente che non sa come fare alla
fine del mese, mentre altri gozzovigliano come gli antichi romani: ma si capisce bene, è sempre bene non mostrare subito il miserevole ambiente del romanzo, altrimenti non viene più voglia di leggere ed andare
avanti, troppo triste... piuttosto, si esordisce annunciando un Paese dove ci sono milioni di posti di lavoro ed escort per tutti: non parliamo della Ford, no..., fin che dura abbiamo la Fiat), anziché scandalizzarsi
per Alì Babà e gli infiniti ladroni, ci si strappa i capelli perché una legge del Paese dei Balocchi, punisce, in maniera esemplare, coloro i quali diffondono notizie false e diffamatorie. E già,
ma vi immaginate quale cattivo esempio può avere da tutto questo un bambino: come gli si spiega che a dire le bugie si va in prigione! e allora, quando sarà grande, ma come fai a spiegargli tutto il resto e che
quanto più rubi, tanto più hai successo?
Invece, il finale è fantastico!
Tizio, è risarcito del danno subito ma, soprattutto, grazie al "capro espiatorio", si è creato un nuovo equilibrio ed un nuovo principio di libertà e chi vuol dire quel che vuole
di altri, lo può dire, serenamente, perché non c'è punizione a dire bugie sul conto di altri, perché tutto questo si chiama "libertà di pensiero" e tutti ci sentiamo un po' più
liberi... ah, che ben finale.
E il Sig. Bonaventura?
Ma chi se ne frega! si vede che da piccolo gli avevano insegnato che a dire le bugie si andava in prigione!
Ma adesso, grazie al "capro espiatorio", a dire bugie si diventa eroi!
La traccia è buona ed il romanzo è pubblicabile!