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venerdì 28 settembre 2012

Il capro espiatorio...


Potrebbe essere il titolo di un bel romanzo dove, un giornalista non troppo simpatico - tanto all'opinione pubblica, quanto alla pura categoria dei giornalisti, ma comunque utile alla causa (quale?... lo vedremo) - viene ingaggiato per fare il capro espiatorio e quindi immolarsi, sì da abrogare una legge tanto scomoda agli stessi giornalisti ma, in certo qual modo, anche a coloro i quali possono subire una pubblica diffamazione.
Ma i cittadini, alla fin fine, saranno proprio interessati ad evitare che chi profana la verità e diffonde notizie false, amplificate dal mezzo della stampa, resti impunito? I cittadini, alla fin fine, si sentiranno davvero lesi nei propri diritti fondamentali di uomini liberi, laddove alcuno è autorizzato non tanto ad esprimere il proprio pensiero, ma a profanare quello degli altri, pubblicando illazioni?... il dubbio assale il romanziere e questi inizia a sudare: ma in fondo, quello non è affar suo. L'affare è il romanzo!... già, il romanzo.
Così, riprendendo l'idea primigenia, si concentra sulla circostanza del "capro espiatorio" e del "pubblico martirio", sino a pensare quale ottimo finale potrebbe essere quello di far fagocitare all'opinione pubblica un'esemplare condanna, che poi si rivelerà inapplicabile, per una serie di gravi motivazioni, quali le esternazioni e gli inni alla libertà, manifestata dai detentori del pubblico pensiero. Sì, perché in questo romanzo, ci sono i pensanti e coloro che delegano il pensiero... mica cotiche!
Quindi, beh, sì: l'idea è buona ma... ma ve lo immaginate un povero Cristo, uno qualunque, uno sconosciuto che viene diffamato col mezzo della stampa, a quali risultati porterebbe l'inchiesta? In prima pagina de "La pubblica bugia", si dice che il Sig. Bonaventura abbia evaso il fisco per un milione di euro!
Ma tutto si è rivelato falso... e allora?
No, il Sig. Bonaventura non fa abbastanza clamore eppoi, non c'è più neppure il "Corriere dei piccoli"! Tutt'al più lo sbattono in qualche segreta, ma talmente segreta, che non c'è onorevole talmente disimpegnato da potergli far visita.

Ci vuole qualcosa di più serio, un personaggio più importante da colpire; uno che, sicuramente... muore Sansone e tutti i Filistei se non si arriva in fondo.
E già, ma poi, il "capro espiatorio" non può mica essere sbattuto davvero nella segreta col Sig. Bonaventura eh... si fa per dire, naturalmente.
Allora immaginiamo che un losco figuro faccia il lavoro sporco fin dall'inizio, resti in silenzio e quando il "capro espiatorio" è con le mani nel sacco e... e non ne può neppure più uscire. Beh, sì, a quel punto salta fuori il losco figuro che dichiara il mal fatto e fa del "capro espiatorio" un eroe nazionale. E lui... ma lui è talmente "piccolo" che si dimentica subito e a lui qualcuno pensa..., dopo.
Ma allora come si fa a metterlo nella segreta con il Sig. Bonaventura e..., si domandano loro (no, ai cittadini, francamente, di questa cosa qua interessa poco... hanno altro da pensare: magari a mantenersi il posto di lavoro)... loro, sono quelli di prima: i benpensanti!
Sì i benpensanti capiscono che questa cosa "non sa da fare"... lo aveva già detto qualcuno ed in una circostanza poco nobile? Ma lasciamo perdere le circostanze e la nobiltà dei gesti! questa cosa non sa da fare! ed il "capro espiatorio" va recuperato... Bonaventura non ha fatto niente? era tutto falso? ma suvvia, lasciamolo nella segreta, ormai è abituato a quell'ambiente ed è triste vederlo mal ridotto. Meglio resti lì,... per i cittadini, naturalmente.
Bellissimo, sì! proprio un gran finale.
Così, mentre il Paese dei Balocchi va a fuoco e fiamme (sì, questo non l'avevo detto, all'inizio, ma nel prologo si parla del paese che va a fuoco e fiamme; della gente che non sa come fare alla fine del mese, mentre altri gozzovigliano come gli antichi romani: ma si capisce bene, è sempre bene non mostrare subito il miserevole ambiente del romanzo, altrimenti non viene più voglia di leggere ed andare avanti, troppo triste... piuttosto, si esordisce annunciando un Paese dove ci sono milioni di posti di lavoro ed escort per tutti: non parliamo della Ford, no..., fin che dura abbiamo la Fiat), anziché scandalizzarsi per Alì Babà e gli infiniti ladroni, ci si strappa i capelli perché una legge del Paese dei Balocchi, punisce, in maniera esemplare, coloro i quali diffondono notizie false e diffamatorie. E già, ma vi immaginate quale cattivo esempio può avere da tutto questo un bambino: come gli si spiega che a dire le bugie si va in prigione! e allora, quando sarà grande, ma come fai a spiegargli tutto il resto e che quanto più rubi, tanto più hai successo?
Invece, il finale è fantastico!
Tizio, è risarcito del danno subito ma, soprattutto, grazie al "capro espiatorio", si è creato un nuovo equilibrio ed un nuovo principio di libertà e chi vuol dire quel che vuole di altri, lo può dire, serenamente, perché non c'è punizione a dire bugie sul conto di altri, perché tutto questo si chiama "libertà di pensiero" e tutti ci sentiamo un po' più liberi... ah, che ben finale.
E il Sig. Bonaventura?
Ma chi se ne frega! si vede che da piccolo gli avevano insegnato che a dire le bugie si andava in prigione!
Ma adesso, grazie al "capro espiatorio", a dire bugie si diventa eroi!
La traccia è buona ed il romanzo è pubblicabile!

martedì 25 settembre 2012

Aria di lelezioni... riflessioni sulla politica

Ho avuto l'occasione di seguire, su Rai News, un Beppe Grillo pieno di energia e di voglia di fare, forse sospinto da quell'aria di consenso che si dice raggiunga, addirittura, un 15% dell'elettorato... non è poca cosa, sol se si pensa che si parla di milioni di italiani: tutti così stregati dal comico ammaliatore?... ma!
Ed ho sentito dire che il c.d. "governo tecnico" dei professori, nonostante i tagli che gravano sui cittadini meno abbienti e comunque atto a risicare i patrimoni del ceto medio, ma così lontano dall'aggredire i grandi capitali, beh, questo stesso governo, in fondo, è sostenuto anche dai fustigati del buon Mariolino.
Ai margini, restano i partiti storici e cioè quelli che dichiarano di essere ancora legati ad una radice ideologica. Radice idelogica... ma, se fossi un botanico, parlerei di un innesto (tipo da DC nel PCI a formare il PD o, ancora, l'area di destra ed estrema destra, in quel che resta della DC a formare il PDL), peraltro venuto male, perché architettao da qualche ottimo contadino, il cui interesse era vendere pere che avessero il sapore delle ciliege.
A me non piace, ne il comico ammaliatore, ne il Professore, perché sono all'antica e credo che la politica, sia come un buon vino,che prende corpo e sapore invecchiando, ma che può essere fatto con dell'uva e non con quel che capita.
Credo nella politica che, per quanto moderna, faccia comunque riferimento a delle ideologie - senza, con ciò, diventare, ideologica - che hanno determinato grandi movimenti di pensiero ed intere popolazioni a sentirsi parte di un unico popolo.
Si può decidere se il modello comunista, piuttosto che quello capitalista, siano modelli condivisibili e quindi, distinguersi. Ma decidere che questi modelli, vadano cancellati, in ragione di una scelta tecnocratica, beh, questo credo che sia cosa che con la politica non ha niente a che fare.
Allora, quando, avvicinandosi alle elezioni, sento dire che la politica è fallita, beh, mi sento offeso, profondamente offeso: perché questa qui, non è politica e niente a che a che fare con il modello comunista, ma neppure capitalista, perché, entrambi, pensati per creare un modello sociale.
Questa non è politica per la polis, ma malaffare per l'affare di pochi.
E se a questo stato di cose becero ed indegno di rappresentanti di istituzioni, si vuole sostituire un modo altrettanto becero, di offendere le istituzioni come un "uomo qualunque" (che messo alla prova, non avrà alcuna organizzazione capace di sostenerlo), o di fare delle istituzioni un'aula universitaria dove le cose vanno meglio, sol perché i numeri delle statistiche lo dimostrano, beh, io, come cittadino semplice ed ignorante, mi tiro indietro.
So che il giorno delle prossime elezioni andrò a votare, perché lo devo a mio nonno, a mio babbo e a quanti altri hanno lottato e sacrificato i loro migliori anni, per l'esercizio di questo diritto; ma so che se questo stato di cose non cambierà o, addirittura, si invocherà la tecnocrazia di Grillo o di Monti, beh, la mia sarà solo la manifestazione di un diritto che nulla vorrà contribuire a lasciare questo Bel Paese in mano ad una forma di dittatura formalmente chiamata democrazia.

lunedì 17 settembre 2012

Segnalazione sito per il contrasto alla contraffazione

Come talvolta mi capita, durante l'approfondimento di un articolo che sto realizzando, sono incappato in uno dei tanti siti che si trovano su internet, che dovrebbero essere conosciuti dagli "addetti ai lavori", se non altro grazie ad un'amministrazione attiva che rende note le sue potenzialità... ma questo è nei libri dei sogni.
Quindi, abbiamo uno Stato che spende... ma non spande, nel senso che non dà notizia delle sue attività e delle potenzialità offerte, quanto meno sul piano dell'informazione.
Quindi, per quanti interessati a contrastare il grave fenomeno della contraffazione, segnalo il sito e banca dati "Direzione generale lotta alla contraffazione - ufficio italiano brevetti e marchi", alla pagina web http://www.uibm.gov.it/index.php.

sabato 15 settembre 2012

LE INFRAZIONI AL CODICE DELLA STRADA


LE INFRAZIONI AL CODICE DELLA STRADA

Autore: L. Chiesa - A. Fiorani - M. Zaninelli
Casa Editrice: CELT - Piacenza
Anno/Edizione: 2011
Parti principali: SISTEMA SANZIONATORIO - TUTELE AMMINISTRATIVE E GIURISDIZIONALI - FORMULE E SCHEMI
Pagine: 307
Misure: 17X24,4X1,50
Codice: ISBN 978-88-6132-802-0
Prezzo di copertina € 23,00

 

Presentazione dell’opera

Fa decisamente piacere, constatare che il diritto della circolazione stradale, è sicuramente materia giuridica di particolare conoscenza della polizia municipale. Non sono pochi gli autorevoli Colleghi che si cimentano nello studio del Nuovo Codice della Strada, del suo Regolamento di esecuzione e di attuazione e delle leggi collegate e, sicuramente, gli odierni Autori, non sono meno di altri, nel dimostrare quanta competenza ci sia nel commentare una materia così difficile e complessa.
Di quest’opera collettanea, ciò che più mi ha colpito, è la capacità di sintesi e di individuazione di una ristretta, ma significativa, serie di argomenti che, nel loro complesso, costituiscono - se vogliamo - una sorta di ossatura portante di quelle che sono questioni più «calde» della professione del vigile urbano, impegnato nei servizi di polizia stradale.
Non a caso e come spesso accade, l’attenzione iniziale degli autori ricade proprio sulle funzioni e sui servizi della polizia stradale, ivi compresi gli ausiliari del traffico e della viabilità autostradale. E non a caso, quando i coautori parlano di polizia stradale non vogliono certamente soffermarsi, ne sulla specialità della Polizia di Stato, ne sui vari altri preposti ai servizi di polizia stradale ma, più in generale, a tutta quell’attività di prevenzione - quindi, di polizia - che comporta anche l’esercizio di taluni istituti particolarmente delicati che attengono alla sfera del privato.
Si parla, perciò, degli atti di accertamento, della trasparenza dei relativi atti e della necessaria riservatezza che, in un preciso equilibrio di interessi, deve consentire al privato di accedere agli atti della P.A., senza con ciò ledere gli interessi terzi di chi, in un modo o nell’altro, diviene controinteressato.
Partendo dal verbale, dalla sua natura giuridica e sua efficacia probatoria, si chiariscono le nuove dinamiche della contestazione del fatto (alla luce di una recente e stravolgente giurisprudenza) e notificazione degli estremi della violazione, con tutte le indicazioni atte ad evitare di inficiare l’efficacia della notifica.
Sicuramente interessante è quindi la parte dedicata agli atti di accertamento, sia nell’analisi della forma, come nella operatività della sostanza, con particolari riferimenti a talune violazioni ricorrenti al CdS, quali le violazioni in tema di velocità non commisurata e di eccesso di velocità e accertamenti differiti in ZTL e tramite sistemi di viedosorveglianza, nonché l’ebbrezza alcolica o da sostanze stupefacenti.
Ma sicuramente, la parte più interessante riguarda il ricorso al prefetto e l’opposizione avanti il giudice di pace - anche con specifico riferimento alle sanzioni applicate sulla patente - e le altre forme di tutela, compresa la tutela avverso la cartella esattoriale, anche alla luce di quanto previsto dal d. Lgs. 150/2011, in tema di semplificazioni.
Inevitabilmente, il nuovo codice della strada è stato modificato, anche successivamente al decreto da ultimo citato ma, con analoga certezza, è del tutto evidente che tali modifiche non hanno ancora stravolto quell’impianto che solo la legge 120/2010 ha consolidato e che, nella sostanza, è rimasto invariato, compreso il commento apparentemente datato di cui oggi parliamo.
Sono principi, questi, che restano attuali e che consentono, comunque, al candidato ad un esame per accedere alla professione di poliziotto della strada, come al praticante di un ufficio legale - pubblico o privato - o al semplice cultore, di meglio comprendere la realtà giuridica che riguarda la circolazione stradale.

li,13.09.2012