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mercoledì 29 dicembre 2010

Segnalazione sito.

Ho trovato utile le notizie o, piuttosto, i diversi link rinvenibili nel sito http://www.tempodielettronica.it/index.htm.
In generale, per chi è appassionato di elettronica ma, non da meno, che intende utilizzare la scienza e la tecnica per scopi di natura professionale, quale lo studio sula genuinità dei documenti di identificazione, per la guida e la circolazione: infatti, molti sono gli strumenti che possono essere rinvenuti - in particolare, segnalo www.cliped.it, per i materiali ottici e le lampade di wood - sui vari siti suggeriti.

venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale a tutti...

...comunque la pensiate.

Tra poco, il mondo ricorderà la nascita di Gesù Cristo.

Ci domandiamo se sia davvero il figlio di Dio o, piuttosto, sia un bambino che diventato uomo, ha sicuramente segnato la storia.

Beh, io credo che questo Gesù Cristo sia davvero il figlio di Dio, giacché credo nella sua esistenza. Ma credo anche che tutti siamo suoi figli, proprio per lo stesso motivo e dunque fratelli di questo bambinello, che nella sua debolezza ha sconvolto il mondo fin dal suo primo vagito, essendo testimoniato dalla storia e non dai racconti, di quanto il potere del tempo l'ha temuto.

Ma come uomo, ritengo di avere la certezza che questo bambinello, non ha sconvolto soltanto le regole del potere, il sistema del suo tempo, ma è stato capace di introdurre dei principi innovativi che hanno contribuito a offrire un modello diverso di persona, diverso dal consueto.

Il valore della persona, in quanto tale.

Per un motivo o per l'altro, in quanto credenti o laici, credo che il messaggio del 25 dicembre è un messaggio aperto ad ogni pensiero e convincimento: il rispetto della persona.

L'augurio che mi faccio e che vi faccio è quello di comprendere sempre di più il senso del messaggio del Natale ed il senso della dignità della persona umana, che non va rispettata soltanto, in quanto essere vivente.

Buon Natale a tutti.

martedì 21 dicembre 2010

Presentazione prodotto per il controllo documentale

MICROSCOPIO PRO10
www.xperta.it

Ricordo sempre piacevolmente il mitico investigatore privato inventato dalla fervida fantasia letteraria di Artur Conan Doyle: Sherlock Holmes ed il suo inseparabile amico, il Dott. Watson.
Quel metodo di indagine che ha affascinato tanti telespettatori di tutte le età, presi a seguire ed a comprender

e quel caso che si poteva risolvere semplicemente osservando la scena del crimine: cogliendone i dettagli e quindi, raccogliendo ogni possibile indizio...elementare Watson! così chiudeva ogni caso, l'intrigante ed intrigato mitico investigatore inglese.
Ebbene, per cogliere un dettaglio, ogni dettaglio, non è sufficiente guardare che cosa e chi si ha davanti a sé, se non, osservarlo scrupolosamente. Allo scopo appare quell'elemento così semplice e così carico di mistero, che forma un tutt'uno con chi lo utilizza: la lente di ingrandimento.
Con la lente di ingrandimento, è possibile osservare ciò che l'occhio nudo può solo guardare. Cosicché proprio la lente d'ingrandimento è divenuta l'iconografia della scienza dell'investigazione e solo osservando la scena del crimine, è possibile capirne e carpirne la più intima essenza ed origine: il suo nascosto "mistero".
Evidentemente, i tempi cambiano e se alla radice di ogni ricerca - non solo dell'infinitamente piccolo, ma anche, dell'infinitamente grande, come nella ricerca spaziale - c'è sempre uno strumento che riesce ad ingrandire ovvero ad avvicinare la cosa piccola ed impercettibile o il ché, è lo stesso, quella lontana, questo strumento è destinato a risentire, in positivo, della stessa evoluzione del processo scientifico. In fondo, la stessa evoluzione del servizio di polizia locale, per quanto radicato col territorio, appare oggi ben diverso da quello di ieri.
Diverso, perché diversa è la condizione socio-economica del territorio e, soprattutto, la tipologia di persone che vi gravitano. Colpisce ritrovarti in certi paesini di montagna, dove trovare comunque uno straniero che ti propone alcuni prodotti da acquistare a basso costo: il frutto della globalizzazione e dunque la polverizzazione dei confini e delle diversità.
Sicuramente, la condivisione di diversi valori culturali, è già questo un valore ma, inevitabilmente, la facilità con cui gli stranieri - dunque, gli estranei - raggiungono il nostro territorio, comporta la necessità di meglio identificarli e quindi, non solo guardarli ma, soprattutto, osservarli: ovviamente, non soltanto gli stranieri, ma chiunque deve essere controllato per fini di polizia, per fini di identificazione personale.
Evidentemente, ogni indagine, per quanto perfetta, si risolve in un nulla di fatto se chi ne è indagato, non è stato compiutamente identificato: questa identificazione passa, necessariamente, per il controllo dei documenti.
I documenti di identificazione non sono solo certificazioni, pezze d'appoggio dove si collocano, indissolubilmente, dei dati anagrafici ed antropometrici. Ma sono sicuramente un mondo nascosto, fatto di microscritture, inchiostri iridescenti, ologrammi, ecc.
Dunque, quel mondo infinitamente piccolo e apparentemente lontano che, solo se osservabile e quindi osservato, consente di stabilire se un documento sia o meno genuino; se chi lo detiene è o meno affidabile.
Ebbene, il moderno Scherlock Holmes non è così diverso da quello che abbiamo conosciuto tanti anni fa e quindi, ha ancora con se la sua lente di ingrandimento. Ma, come abbiamo già detto, i tempi cambiano.
E' interessante, quindi, scoprire, che l'odierno ingranditore non si compone più di una lente convessa trattenuta da una lamina periferica, dotata di manico: niente di tutto questo.
Anzi, nessuno direbbe che quella sorta di macchina fotografica, non più grande della vecchia lente di ingrandimento, è un microscopio tascabile, capace di effettuare rilievi fotografici sul luogo del fatto e quindi, utilizzabili anche in dibattimento.
Grazie ai due ingrandimenti ottici (10X e 40X) estendibili a 200X ingrandimenti digitali, secondo otto diverse scale di ingrandimento, è possibile apprezzare la qualità di quello che ci viene mostrato come un documento di identificazione o comunque, tutto ciò che necessita di essere ingrandito. Coglierne, appunto, quegli elementi che difficilmente l'occhio nudo può cogliere e difficilmente la semplice descrizione può replicare. Così, il PRO10 non è soltanto una lente di ingrandimento o, per meglio dire un microscopio tascabile, ma una macchina da ripresa digitale che consente rilevamenti macro e panoramici. Operativamente, è quindi possibile effettuare rilievi fotografici del documento, nella sua interezza e quindi, rilevare quei particolari che sono da considerare indici di alterazione.
Tra l'altro, l'apparecchio è dotato di otto led a luce bianca variabile, che possono essere utilizzati, anche singolarmente o a gruppi omogenei, per distribuire la luce radente e quindi acquisire quelle informazioni ottiche utili a rendere più evidente una stampa in rilievo. Certamente, uno strumento davvero completo, potrebbe essere dotato di led a "luce blu" per rilevare segni non visibili alla "luce bianca". La qualità dell'immagine è garantita anche dalla possibilità di adattare il microscopio ai diversi sfondi su cui si staglia l'immagine da riprendere; dal paesaggio, al particolare su fondo chiaro, grigio chiaro, grigio scuro e nero.
Sullo schermo, grazie ad un programma integrato, è poi possibile riprodurre una griglia per parametrazioni micrometriche dotata di scala, grazie alla quale effettuare misurazioni sul posto. Analogamente, è possibile affiancare ad una immagine statica presente nella memoria, l'immagine dinamica del soggetto che stiamo riprendendo, così da effettuare eventuali confronti sul posto.
Il microscopio portatile PRO10, consente, inoltre di effettuare riprese video e di interfacciarsi direttamente con il PC, mediante un programma dedicato, per mezzo del quale è possibile effettuare alcuni interventi sulla immagine; analogamente, è possibile riprodurre, sia le immagini, sia i filmati, su di un comune televisore, grazie al completo kit presente nel prodotto.
Credo che questo strumento possa davvero aiutare nell'attività di ricerca fondata sull'ingrandimento, l'elaborazione e l'acquisizione dell'immagine in loco, senza la necessità di avere sul posto ingranditori che, necessariamente, per ottenere il medesimo scopo, necessitano almeno della presenza di un PC portatile.

L'autore precisa che quanto da questi rappresentato, altro non vuol essere, se non la presentazione di un testo o di un prodotto professionale, ritenuto utile al servizio di polizia locale.
Ciò per escludere ogni possibile riferimento pubblicitario, dal quale questi possa trarre un qualsiasi vantaggio personale.
In tal senso, resta disponibile a leggere testi eventualmente proposti alla sua attenzione, così come a testare strumenti professionali che possono risultare utili a migliorare l'attività del controllo del territorio.

Presentazione prodotto per controllo documentale

MAGIC WAND portable scanner

http://www.magicwand.it/
http://www.uniformeria.com/products.htm


È consentito restare scettici, quando un commerciante ci propone l'acquisto di un prodotto che non conosciamo, sul solo presupposto che quanto ci viene raccontato non sembra così credibile? personalmente, credo di no.
Se non altro, proprio in ragione del fatto, che il diritto di critica, passa, necessariamente, per il dovere di ottenere la conoscenza.
E quindi ho provato a conoscere molto di p

iù di quanto che mi è stato raccontato, sino a comprendere che "Magic WandTM " è solo il nome commerciale della "bacchetta magica" ; ma, di magico, in questo prodotto, non c'è proprio niente, se non una tecnologia particolare che consente di utilizzare una sorta di parallelepipedo delle dimensioni di 25,4x3X2,7 cm per un peso di 180 g., come un comune scanner da tavolo.
Infatti, il "Magic WandTM " è capace di scannerizzare un elevato numero di documenti ed immagini (sino a riempire una scheda di memoria di 32 GB), in bianco e nero o a colori, con doppia risoluzione da 300 o 600 dpi.
In tutto questo l'uomo ha il semplice compito - semplice davvero, così come spolverare un foglio - di trascinare il sensore ottico, la cui guida in rettifilo è garantita da quattro piccoli rulli e dunque, le relative scansioni, appaiono di ottima qualità; del resto, se qualcosa non dovesse andar bene una luce rossa avviserebbe l'operatore della necessità di ripetere la scandione. Ma questo, almeno nella mia esperienza, non è accaduto.
Le immagini, a loro volta sono memorizzate all'interno di una scheda rimovibile e, tramite un cavetto USB ed un programma dedicato, possono essere salvate direttamente sul PC, anche tramite un'operazione di salvataggio, che consente di trasformare un foglio A4 in un foglio A3; è quindi possibile generare file in pdf, tif (per OCR), zip ovvero inviare l'immagine o il documento per pista elettronica. La lettura dei file non comporta l'installazione di alcun programma e quindi, la leggibilità degli stessi è immediata.
Dunque, uno strumento che può essere utilizzato in ufficio o tra uffici, per digitalizzare documenti fuori sede o comunque che non possono essere spostati dal luogo in cui si trovano o, addirittura, protetti in speciali bacheche in vetro. Infatti, lo scanner deve essere semplicemente passato sopra il testo o l'immagine che si intende acquisire.
La semplicità e la praticità d'uso del "Magic WandTM " consente quindi di acquisire il contenuto delle pagine dei libri, come l'immagine di un documento che deve essere acquisito. Nei servizi di polizia stradale e di controllo del territorio, si comprende subito l'utilità di un simile attrezzo, al fine di scansionare polizze assicurative, documenti di identificazione, ecc.
Tenuto conto poi della elevata risoluzione dell'immagine scansionata, è del tutto evidente che un controllo sul monitor, dell'immagine stessa, può evidenziare l'assenza o meno di sistemi si sicurezza, quali microscritture ed altro e quindi, risultare uno strumento che va a completare il "laboratorio" del falso documentale su strada. Non da meno, con la semplice ed opportuna copertura con una lamina trasparente dei segni caratteristici che restano impressi sui veicoli coinvolti in sinistri stradali, è altresì possibile scansionare lunghe porzioni di superfici - almeno fino ad un metro di lunghezza - dei veicoli stessi, così da riprodurne poi le caratteristiche salienti; analogamente, è possibile scansionare un battistrada, piuttosto che la superficie del tappeto d'usura od una caratteristica traccia di frenata...
Insomma, niente di magico, ma un prodotto che può diventare magico in funzione della versatilità e dell'intuito di chi ne vuol fare un uso professionale.

L'autore precisa che quanto da questi rappresentato, altro non vuol essere, se non la presentazione di un testo o di un prodotto professionale, ritenuto utile al servizio di polizia locale.
Ciò per escludere ogni possibile riferimento pubblicitario, dal quale questi possa trarre un qualsiasi vantaggio personale.
In tal senso, resta disponibile a leggere testi eventualmente proposti alla sua attenzione, così come a testare strumenti professionali che possono risultare utili a migliorare l'attività del controllo del territorio.

lunedì 20 dicembre 2010

Un appello al rispetto...

...la mia, evidentemente, è una voce nel coro.
Ma se questa voce potesse contribuire ad una riflessione, mi piace esprimerla.
Tra pochi giorni, gli studenti, manifesteranno nuovamente, a Roma.
Francamente sono preoccupato.
Diversamente da quanto accadeva ieri, le manifestazioni di piazza non sembrano più essere l'espressione di un disagio che le forze sociali (i partiti, i sindacati, ecc.) organizzavano, sino a raggiungere i simboli del potere.
Oggi, certe manifestazioni sono spontanee e al di fuori di vere e proprie linee di indirizzo di partito o sindacale. Appaiono, piuttosto, come un moto di rabbia, di sconforto, di profondo disagio che porta le masse, non tanto a manifestare, quanto, di più, a marciare.
Per mercoledì, insomma, si profila una sorta di "marcia su Roma" che rischia di fare annichilire su se stessa quell'idea di libertà e quel bisogno di dignità che sempre di meno è riconosciuta ai cittadini.
Manca, in questo Paese, una vera e propria forza di governo percepita come tale dal popolo italiano; ma manca anche una vera e propria forza di opposizione che, al più, è solo l'espressione di dissenso verso una persona che è stata capace di aziendalizzare lo Stato.
Questo modello di Stato-Azienda è evidente che non piace, giacché i principali "azionisti" - i cittadini - disertano il voto.
Ma il modello Stato-Azienda non può funzionare e la diserzione del voto non si risolve come un bieco calcolo economico-finanziario demandato alla Borsa.
La diserzione dal voto, significa la perdita di utilizzare l'unica opportunità che ha il popolo italianoe cioè quello di manifestare un proprio modo di concepire lo Stato e, quindi, il programma di governo.
Ho come l'impressione che mercoledì saranno in piazza gli studenti e la polizia. Gli uni a esercitare, legittimanente, il loro diritto di manifestare, gli altri, legittimanente preeposti alla difesa dei simboli istituzionali.
Il mio timore è che vi siano tra i primi, personaggi che altro scopo non hanno se non quello di colpire lo Stato, in quanto tale e quindi tutto il popolo italiano; non da meno, che vi siano tra i secondi personaggi deviati che altro scopo non hanno se non quello di dar fuoco alla miccia: entrambi uniti nell'unico scopo di esercitare un'azione destabilizzante che, oltretutto, rischia di inficiare lo scopo della manifestazione.
Non a caso c'è chi parla già di una sorta di legge marziale preventiva che vada a colpire le intenzioni dei manifestanti, piuttosto che le azioni: leggi di questo tipo, sono sicuramente colpi di scure al calcio della sequoia repubblicana. Ma, non da meno, azioni inconsulte in seno alla manifestazione possono innescare un incendio che non va a distruggere i beni di innocenti cittadini, ma ad incendiare la stessa sequoia repubblicana.
Allora, se posso esprimere una voce nel coro vorrei dire agli studenti e ai manifestanti in genere.
Siete una massa di persone perbene, che si sentono lesi nei loro diritti fondamentali, che hanno tutto il diritto di ribellarsi a chi questo consente o tollera. Ci sono gli strumenti della democrazia per difendersi e che incita alla rivolta violenta, vi sta portando in una palude di sabbie mobili che infanga non soltanto gli sprovvduti, ma tutti quanti.
Manifestate e Roma, senza marciare su Roma.
Consentite di manifestare soltanto a chi ha il volto scoperto, perché per manifestare c'è bisogno di voce, di parole, di scritti.
Chi indossa il casco, il passamontagna, la spranga, la catena, il sanpietrino, vuole marciare su Roma e quindi e nel Vostro interesse: isolatelo, allontanatelo, cosicché le forze dell'ordine non confondano un marciante con un manifestante.
Manifestate fino dove potete manifestare, dimostrando a voi stessi, al popolo italiano ed al mondo intero, che non ne potete più di quanto accade, ma siete cittadini rispettosi delle regole, compreso il limite segnato da una ipotetica "linea rossa".
Non oltrepassate quel limite.
Nel momento stesso in cui lo oltrepassarete offrirete a chi architetta la Vostra delegittimazione l'opportunità di manganellarvi legittimamente, in quanto pericolosi per le istituzioni democratiche.
Fermatevi dinanzi a quel limite: alzate i Vostri cartelli, esprimete i Vostri slogan e fatelo con un sorriso e non con una smorfia di rabbia.
Questa è la Vostra vera vittoria sociale.
Se c'è un "sistema deviato", quello ha il potere per rispondere ad un'aggressione e quella resterà nell'immaginario collettivo, l'immagine della manifestazione sediziosa. Quel potere utilizzato contro di voi sarà sicuramente giustificato dall'esigenza di contrastare un'aggressione allo Stato e avrete perso una opportunità di dimostrare chi siete e cosa volete.
La novità, invece, agli occhi del popolo italiano e del mondo, sarà quella della manifestazione pacifica, dove nessuno ha motivo di vestirsi - illegalmente - alla sommossa, per contrastare un'antisommossa che attende soltanto di essere legittimamnente esercitata.
Ghandi ha vinto il potente governo di occupazione, non con spraghe e fucili, ma con le parole:

- Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere
- Acquistiamo il diritto di criticare severamente una persona solo quando riusciamo a convincerla del nostro affetto e della lealtà del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato
- In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica
- Sono contrario alla violenza perché se apparentemente fa del bene il bene è solo temporaneo, il male che fa è permanente
- Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che per un certo periodo sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre
- La violenza è l'arma più debole; la non-violenza, quella forte
- La voce umana non potrà mai raggiungere la distanza coperta dalla sottile voce della coscienza
Ascoltate la voce della Vostra coscienza, di singoli manifestanti e la Vostra coscienza collettiva e quelle saranno la Vostra vera guida a manifestare liberamente il pensiero, così come garantito dalla nostra Costituzione.

sabato 18 dicembre 2010

Buone feste

Con l'avvento della posta elettronica, prima dei vari Facebook, Twetter, ecc., iniziai un "percorso epistrolare" con i vari contatti che, strada facendo, incontravo sulla mia strada di persona e di poliziotto locale.
In questo percorso, la Pasqua ed il Natale hanno, in certo qual modo, segnato delle tappe obbligate per proporre delle riflessioni e con ciò formulare i miei personali auguri per le migliori cose, durante queste festività.
La Festa, del resto, è o dovrebbe essere - almeno nel nostro immaginario di occidentali - un momento di festa, appunto.
Peraltro, invecchiando, gli entusiasmi tendono ad essere sostituiti dalle preoccupazioni o forse, vi sono più motivi, oggi, per preoccuparsi, che non ve ne fossero, ieri, per non preoccuparsi.
Così non posso non ricordare un recentissimo lutto che ha colpito la Polizia Stradale di La Spezia, ma ciascun operatore della polizia stradale. La giovane Sovraintendente Maria Teresa Marcocci, infatti, ci ha lasciati, durante un banale controllo: un ubriaco, incidentato. Il maltempo e, qualcuno dice, la sorte, si è messo di traverso ed un ramo di una pianta l'ha ghigliottinata come una condannata a morte. Lei, è la cinquantanovesima vittima del lavoro, caduta nell'adempimento del dovere, dal 1990 ad oggi. Invito per questo a vedere il filmato pubblicato alla pagina web http://www.youtube.com/watch?v=Ruf16fhgBSc in ricordo delle vittime ma, in ragione di questo, propongo una prima riflessione.
Perché, quando muore un poliziotto, nessuno parla di vittima del lavoro o, come nel caso di Maria Teresa, si dice che era il suo momento? Perché se cade un operaio da un'imaplcatura, o un cisternista resta intrappolato dai gas, si parla di vittime del lavoro? perché in questi casi non è la loro ora ma si parla di situazioni che non dovrebbero accadere? cosa rende la vita di una poliziotta meno dignitosa della vita di qualsiasi altro lavoratore?...ma questo accade e credo sia giusto farci sopra una riflessione.
Non si muore mai per caso, in nessun lavoro, tanto meno in chi fa il poliziotto.
Perché chi indossa un'uniforme e varca la soglia di casa, non sa mai se ne farà ritorno, giacché si predispone a combattere la sua "buona battaglia". Dalle piccole discordanze con i cittadini, che riversano su chi ha un'uniforme tutti i disagi di questo mondo; alle più grandi privazioni che culminano in manifestazioni contro un potere pubblico incapace, le cui frustrazioni sono facilmente sfogate sul poliziotto comandanto a garantire l'ordine pubblico. Quando si esce di pattuglia si è ben consapevoli che sulla nostra strada si può incontrare un delinquente che sa chi siamo noi e perché ci saimo (in quanto abbiamo un uniforme che ci identifica, pochi, tra molti), ma che per noi resta uno dei tanti sconosciuti che ha provato a rapinare il patrimonio di altri, mettendo in gioco di rapinare per sempre la nostra vita; o magari si fa un controllo, ci si predispone a fare una deviazione del traffico, consapevoli che siamo in mezzo al maltempo a cercare di salvaguardare la sicurezza degli altri a discapito della nostra.
Perché accade tutto questo? perchè ci crediamo.
Perché non siamo vittime del lavoro? perché a gli altri fa comodo crederlo.
E allora, il mio augurio, per questo Natale, va ovviamente, primo fra tutti, alla famiglia di Maria Teresa che non conosco - come non conoscevo Lei - ma che in certo qual modo, è un po' anche la mia famiglia. Affinché sia consolata dall'idea che questa donna ha combattuto la sua "buona battaglia" e come tale va ricordata: una lavoratrice che ha fatto fino in fondo il suo lavoro, a tutela degli altri, prima che di se stessa.
Eppoi c'è un altro ricordo molto vivido e cioè la recente manifestazione di piazza in Roma. Un'inconcepibile aggressione di un Ministro della Repubblica ad uno studente che sol per questo, in un Paese normale, costringerebbe quel Ministro a dimettersi, per l'incapacità di controllare le proprie emozioni e quindi il futuro della nostra Nazione. Ma, per altro verso, c'è l'inconcepibile silenzio degli studenti che non hanno deprecato il comportamento di chi ha malmenato, ancora, la polzia, che era lì a fare il suo lavoro.
Certo, da un lato esisteva il diritto di manifestare: un sacrosanto diritto riconosciuto dalla Costituzione a tutela della libertà.
Ma dall'altro lato c'era il dovere della polizia di caricare chi, approfittando di questo diritto, esercitava lo stesso a danno di beni privati e pubblici e, soprattutto, contro le istituzioni democratiche.
Intanto, in Parlamento, dalla bagarre parlamentare sono uscite immagini forti di parlamentari che si sono offesi, picchiati,...incapaci di dialogare e di dimostrare al popolo italiano, che presumono di rappresentare, che c'è un modo diverso di voler bene a questo Paese martoriato e che non ne può più.
Anche qui un augurio. Un sincero augurio che il Natale, che rappresenta tanto per i credenti, come per i non credenti, il giorno dell'Amore; che si identifica con l'innocenza e la forza debole di un Bambino; ebbene, questo Natale, porti serenità interiore nei nostri cuori di cittadini, affinché si affronti secondo interesse istituzionale e non personale, ogni grave problema del Paese e laddove sia necessario mutare una compagine governativa, lo si faccia secondo le regole del diritto, che sono pur sempre la sintesiu di un ragionamento condiviso e non la manifestazione di una rabbia atavica.
Infine, l'ultimo pensiero, lo rivolgo a quelle famiglie delle giovani ragazze che non solo nella Puglia del sud Italia, ma anche nel produttivo nord Italia (quasi a dimostrare che non esiste una questione meridionale, ma un'Italia che deve restare unita, anche nel dolore, anche nel terremoto, come nell'alluvione) sono sparite e che proprio in questi giorni prossimi al Natale, non sono più in famiglia. In un Paese normale, certe cose non dovrebbero mai accadere: ma queste cose accadono e ci dimostrano quanto, nonostante tutto, siamo ancora deboli ed indifesi, nei nostri più cari affetti. Ed allora quest'ultimo augurio è alle famiglie, affinché la serenità del Natale le raggiunga, ci raggiunga, forse dimostrando che c'è un valore molto più alto dei beni di consumo, degli oggetti, delle merci: ancora l'Amore, Quello familiare, quello della prima società naturale che si mette al servizio dei propri cari, per costruire una famiglia e quindi un Paese familiare, all'interno del quale, si dovrebbe imparare a riconoscere questo valore familiare anche a chi, concependo un diverso modo di amare, si unisce in una convivenza, che resta garantita solo e solo se, le parti in gioco, sanno amarsi reciprocamente.
Auguri.

martedì 14 dicembre 2010

Libertà d'agire e di manifestare?

Ce lo dobbiamo domandare quando, in ragione del giusto diritto di difendere diritti che si intendono, violati, ci si sente autorizzati a devastare una città come Roma.
Mi domando che cosa c'entra tutta quella povera gente che ha subito la devastazione del proprio posto di lavoro, la distruzione dell'autovettura costata anni di lavoro; che cosa c'entra il patrimonio storico-culturale che appartiene a tutto il popolo italiano e a ciascun cittadino, in particolare, con il diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero?
La risposta, sta in ciò che resta di una Città e di un Paese ferito.
Sì, perché Roma e l'Italia è stata ferita: barbaramente ferita!
Ferita da un branco di scalmanati che per le belle strade e piazze romane, non ha saputo far di meglio che distruggere quelle cose esposte alla pubblica fede, sol per questo degne di maggior rispetto; ma analoghi scalmanati hanno violato le stanze del potere, come un branco di sciacalli sulle prede da divorare: questa è l'immagine che a noi cittadini restano delle odierne vicende "romane".