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lunedì 20 dicembre 2010

Un appello al rispetto...

...la mia, evidentemente, è una voce nel coro.
Ma se questa voce potesse contribuire ad una riflessione, mi piace esprimerla.
Tra pochi giorni, gli studenti, manifesteranno nuovamente, a Roma.
Francamente sono preoccupato.
Diversamente da quanto accadeva ieri, le manifestazioni di piazza non sembrano più essere l'espressione di un disagio che le forze sociali (i partiti, i sindacati, ecc.) organizzavano, sino a raggiungere i simboli del potere.
Oggi, certe manifestazioni sono spontanee e al di fuori di vere e proprie linee di indirizzo di partito o sindacale. Appaiono, piuttosto, come un moto di rabbia, di sconforto, di profondo disagio che porta le masse, non tanto a manifestare, quanto, di più, a marciare.
Per mercoledì, insomma, si profila una sorta di "marcia su Roma" che rischia di fare annichilire su se stessa quell'idea di libertà e quel bisogno di dignità che sempre di meno è riconosciuta ai cittadini.
Manca, in questo Paese, una vera e propria forza di governo percepita come tale dal popolo italiano; ma manca anche una vera e propria forza di opposizione che, al più, è solo l'espressione di dissenso verso una persona che è stata capace di aziendalizzare lo Stato.
Questo modello di Stato-Azienda è evidente che non piace, giacché i principali "azionisti" - i cittadini - disertano il voto.
Ma il modello Stato-Azienda non può funzionare e la diserzione del voto non si risolve come un bieco calcolo economico-finanziario demandato alla Borsa.
La diserzione dal voto, significa la perdita di utilizzare l'unica opportunità che ha il popolo italianoe cioè quello di manifestare un proprio modo di concepire lo Stato e, quindi, il programma di governo.
Ho come l'impressione che mercoledì saranno in piazza gli studenti e la polizia. Gli uni a esercitare, legittimanente, il loro diritto di manifestare, gli altri, legittimanente preeposti alla difesa dei simboli istituzionali.
Il mio timore è che vi siano tra i primi, personaggi che altro scopo non hanno se non quello di colpire lo Stato, in quanto tale e quindi tutto il popolo italiano; non da meno, che vi siano tra i secondi personaggi deviati che altro scopo non hanno se non quello di dar fuoco alla miccia: entrambi uniti nell'unico scopo di esercitare un'azione destabilizzante che, oltretutto, rischia di inficiare lo scopo della manifestazione.
Non a caso c'è chi parla già di una sorta di legge marziale preventiva che vada a colpire le intenzioni dei manifestanti, piuttosto che le azioni: leggi di questo tipo, sono sicuramente colpi di scure al calcio della sequoia repubblicana. Ma, non da meno, azioni inconsulte in seno alla manifestazione possono innescare un incendio che non va a distruggere i beni di innocenti cittadini, ma ad incendiare la stessa sequoia repubblicana.
Allora, se posso esprimere una voce nel coro vorrei dire agli studenti e ai manifestanti in genere.
Siete una massa di persone perbene, che si sentono lesi nei loro diritti fondamentali, che hanno tutto il diritto di ribellarsi a chi questo consente o tollera. Ci sono gli strumenti della democrazia per difendersi e che incita alla rivolta violenta, vi sta portando in una palude di sabbie mobili che infanga non soltanto gli sprovvduti, ma tutti quanti.
Manifestate e Roma, senza marciare su Roma.
Consentite di manifestare soltanto a chi ha il volto scoperto, perché per manifestare c'è bisogno di voce, di parole, di scritti.
Chi indossa il casco, il passamontagna, la spranga, la catena, il sanpietrino, vuole marciare su Roma e quindi e nel Vostro interesse: isolatelo, allontanatelo, cosicché le forze dell'ordine non confondano un marciante con un manifestante.
Manifestate fino dove potete manifestare, dimostrando a voi stessi, al popolo italiano ed al mondo intero, che non ne potete più di quanto accade, ma siete cittadini rispettosi delle regole, compreso il limite segnato da una ipotetica "linea rossa".
Non oltrepassate quel limite.
Nel momento stesso in cui lo oltrepassarete offrirete a chi architetta la Vostra delegittimazione l'opportunità di manganellarvi legittimamente, in quanto pericolosi per le istituzioni democratiche.
Fermatevi dinanzi a quel limite: alzate i Vostri cartelli, esprimete i Vostri slogan e fatelo con un sorriso e non con una smorfia di rabbia.
Questa è la Vostra vera vittoria sociale.
Se c'è un "sistema deviato", quello ha il potere per rispondere ad un'aggressione e quella resterà nell'immaginario collettivo, l'immagine della manifestazione sediziosa. Quel potere utilizzato contro di voi sarà sicuramente giustificato dall'esigenza di contrastare un'aggressione allo Stato e avrete perso una opportunità di dimostrare chi siete e cosa volete.
La novità, invece, agli occhi del popolo italiano e del mondo, sarà quella della manifestazione pacifica, dove nessuno ha motivo di vestirsi - illegalmente - alla sommossa, per contrastare un'antisommossa che attende soltanto di essere legittimamnente esercitata.
Ghandi ha vinto il potente governo di occupazione, non con spraghe e fucili, ma con le parole:

- Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere
- Acquistiamo il diritto di criticare severamente una persona solo quando riusciamo a convincerla del nostro affetto e della lealtà del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato
- In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica
- Sono contrario alla violenza perché se apparentemente fa del bene il bene è solo temporaneo, il male che fa è permanente
- Ricordate che in tutti i tempi ci sono stati tiranni e assassini e che per un certo periodo sono sembrati invincibili, ma alla fine, cadono sempre, sempre
- La violenza è l'arma più debole; la non-violenza, quella forte
- La voce umana non potrà mai raggiungere la distanza coperta dalla sottile voce della coscienza
Ascoltate la voce della Vostra coscienza, di singoli manifestanti e la Vostra coscienza collettiva e quelle saranno la Vostra vera guida a manifestare liberamente il pensiero, così come garantito dalla nostra Costituzione.

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