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venerdì 29 gennaio 2010

Da una mail del Comandante P.M. Bedessi

Ai colleghi ed amici della polizia municipale.

Ad altri amici e conoscenti.





Gli organi di informazione hanno dato notizia (eventualmente controllate qui sotto se non lo sapete ancora) che è in corso un esperimento che prevede di seppellire alcuni maiali vivi per osservarne la morte per asfissia.



http://www.corriere.it/animali/10_gennaio_14/maiali-sepolti-vivi-esperimento-asfissia-austria_77a4aa2e-011a-11df-9901-00144f02aabe.shtml



La cosa è crudele, vergognosa ed infame.



Uno dei fautori di questo esperimento (controllate nell’articolo del Corriere della Sera se non ci credete) è il Prof. Hermann Brugger dell’EURAC di Bolzano (Istituto per la Medicina d’Emergenza in Montagna).



Invito tutti i contatti ai quali ho inviato questa email, se pensano di questo esperimento quello che penso io e che con me pensano molti altri italiani e stranieri, a scrivere a questo signore il loro pensiero; il mio è il seguente:



“Al signor Hermann Brugger.

Egregio signore, ho appreso dagli organi di informazione del crudele, inutile ed infame esperimento che lei sta conducendo, seppellendo vivi alcuni maiali per osservarne la morte per asfissia.

Quel che lei sta facendo è indegno di chi voglia anche minimamente associare il proprio nome alla scienza e mi meraviglio che vi siano istituti finanziati con denaro pubblico che possano accettare questa cosa.

Ritengo che se lei ha un minimo di umanità dovrebbe sospendere il crudele esperimento, che crea sgomento e sicuramente danneggia enormemente l’immagine della montagna.

Mi riservo di portare a conoscenza delle autorità preposte quanto lei sta organizzando ritenendolo una crudeltà contro animali indifesi.

Dott. Sergio Bedessi”



I contatti PUBBLICI di questo signore sono i seguenti:



Hermann Brugger
Institute of Mountain Emergency Medicine
Drususallee 1/Viale Druso 1
39100 BOZEN-BOLZANO
http://www.eurac.edu/webimages/EURAC/main/icon_phone.gif Tel. +39 0471 055 541
http://www.eurac.edu/webimages/EURAC/main/icon_fax.gif Fax +39 0471 055 549
hermann.brugger@eurac.edu





Per parte mia scrivo anche al Presidente della Provincia di Bolzano un messaggio di questo tenore:



“Preg.mo Signor Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano.

Ho appreso dagli organi di informazione (cfr. Corriere della Sera, televisioni nazionali e altri) del crudele, inutile ed infame esperimento che il prof. Hermann Brugger dell’EURAC di Bolzano sta conducendo, seppellendo vivi alcuni maiali per osservarne la morte per asfissia.

Quel che si sta facendo è indegno di chi voglia anche minimamente associare il proprio nome alla scienza, e mi meraviglio che vi siano istituti finanziati con denaro pubblico che possano accettare questa cosa.

Ritengo che il crudele esperimento, che crea sgomento e sicuramente danneggia enormemente l’immagine della montagna, debba essere immediatamente sospeso.

Mi riservo di portare a conoscenza delle autorità preposte quanto si sta organizzando ritenendolo una crudeltà contro animali indifesi.

Dott. Sergio Bedessi”



Per il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano indirizzare alla casella di posta elettronica certificata, così non possono dire di non averlo ricevuto: adm@pec.prov.bz.it inoltre alla casella: presidenza@provincia.bz.it



Scriverò inoltre a tutte le autorità pubbliche della zona che riesco a trovare e Vi invito a fare altrettanto.



Sto pensando di scrivere alla Procura della Repubblica di Bolzano ma l’esperimento si svolge in territorio austriaco, forse perché in Italia saremmo riusciti a fermarlo.



Fermiamolo!!!



Cordiali saluti

Sergio Bedessi

Curatore del web-site www.poliziamunicipale.toscana.it

domenica 24 gennaio 2010

La PEC così poco conosciuta...

...non è una brutta parola, ma la posta elettronica certificata.
Sto per smontare dal servizio e credo di non rubare niente al servizio, se non contribuire a rendere noto un fatto - anzi uno strumento - che non mi pare sia molto conosciuto.
In poche parole, per evitare di spedire raccomandate alla P.A., facendo file alla posta, consumando carburante per raggiungerla, perdendo tempo, inquinando, perdendo la pazienza, ecc. ecc. Beh, è comodo e sufficiente utilizzare il proprio PC e la PEC.
La posta elettronica certificata è gratuita e vale come una raccomandata, quando è usata per comunicare con la Pubblica Amministrazione.
Come fare per averla?
Tramite l'ACI che mette a disposizione due canali:
- il numero verde 800.999.030
- il personale presso gli Uffici Provinciali PRA, ACI Provinciali e relative delegazioni.

Anno nuovo vita nuova...Siamo categoria?

Ciascuno di noi conosce il mondo in cui vive o, quanto meno, presume di conoscerlo.
Così ricordo che alcuni anni addietro, mentre leggevo un interessante articolo su di una importante rivista di settore, rimasi stupito di come, un autorevole comandante della polizia municipale avesse idee molto simili alle mie: tanto simili che almeno metà di quell'articolo era scritto in modo identico, ad un mio precedente articolo... ovviamente, senza alcuna citazione dell'autore primigenio.
Convinto che prima ancora della legge formale, esistesse una legge morale che imponesse ad un editore di verificare ciò che pubblicava, mi rivolsi al capo redattore che, con candida risposta, mi fece notare che son cose che capitano, delle quali non c'è da stupirsi.
Confidando ad un luminare del diritto amministrativo tale episodio, questi mi racconto che a lui era capitato di peggio. Indicato come relatore di un convegno del quale non conosceva neppure l'esistenza, in quello stesso ambito l'organizzatore del convegno stesso si scusò con i presenti per l'assenza del "trascinatore di folle", in quanto colto da malore. Ma, come si diceva nel toscanaccio Pinocchio: le buigie han le gambe corte e così, un tizio che partecipò a quel convegno e che non condivideva alcuni passaggi della relazione affibbiata - ma non fatta - dal luminare, decise di far come Msometto: siccome la montagna non poteva andare da lui, lui decise di andare alla montagna. Fu questa la circostanza per la quale il mio confidente seppe di un convegno che venne costruito in suo nome, con l'introduziuone di una relazione fatta da non si sa chi, ma affibbiata a lui e per di più, tacciato anche di salute malaticcia giacché per quella causa fantastica, non ebbe modo di relazionare ad un convegno presso il quale mai era stato invitato. Anche lui mi disse: che vuole fare? pensa che gli avrei dovuto far causa?
Come dire: è così che funziona.
E col tempo, partecipando ai convegni, ho imparato sulla mia pelle - che dottore non sono - che continuare a chiarire tale circostanza in ambito convegnistico non mi faceva onore ma, probabilmente, molto meno onore avrebbe fatto ai molti dottori eletti sul campo, giacché non sono davvero molti i cattedratici che sono definiti tali, se non autrorevoli colleghi, hai quali deve essere riconosciuto tutto il valore di uno studio, tutto personale.
Con ciò non mi sento da meno ad un generale, come non mi sento superiore al vagabondo che sceglie quel tipo di vita: se non un uomo a cui piace conoscere il mondo in cui vive, studiandolo e facendo di questo studio una cultura che peraltro, non ancora oggi - e forse mai - nessun rettore universitario mi ha riconosciuto.
Ma questo è un fatto molto personale, giacché non sono pochi coloro i quali hanno un loro diverso modo di concepire un titolo accademico, come il diritto d'autore, così come, più in generale, il collocarsi nella società come individui pensati, più che individui pensanti.
Ebbene, proprio in questi giorni, le cronache locali della mia complessa terra di Versilia hanno dato ampio risalto ad un fenomeno che, per quanto ho già detto è così scontato. Eppure, si è voluto portare al massimo livello un fenomeno così ricorrente, tanto da dedicargli la prima pagina e poi, ben due pagine interne. Tanto da comparare un discorso di oggi con uno precedente di tanti anni addietro, quasi che i giornalisti si perdano a confrontare quanto accade e si scrive oggi, con quanto accaduto e scritto ormai anni addietro. E grazie a tale espediente, si è voluto riesumare fatti scabrosi (a seconda di chi li racconta e nei termini in cui sono raccontati, senza aver poi fatto quell'analisi critica che un buon cronista dovrebbe sempre fare, buttandosi nella notizia e non bagnandosi di qualche suo schizzo) per attaccare una persona, più che per raccontare all'opinione pubblica dei fatti di cronaca.
Beh,capire i moti dell'animo, comprendere perché si è arrivato a fare tanto, analizzare obiettivamente un comportamento che sicuramente e per come viene raccontato non è condivisibile, non è facile. Ma viene più facile pensare che secondo una logica craxiana - l'uomo da copertina di questi tempi (e credo di aver detto tutto!) - quanto è accaduto è quanto accade e quindi, non è accaduto niente.
Piuttosto, mi riesce più difficile capire da dove arriva tutta sta astietà, tutto sto bisogno di mettere sulla graticola del giudizio morale un solo uomo, quasi che il suo comportamento - così simile e comune a quello di altri, ma per questo non più grave di altri - sia assimilabile a quello della strega da ardere sui ceppi dell'ipocrisia di una buia stagione dell'intelletto.
Non riesco a comprendere da dove provenga tutta questa acredine, questa necessità di abbassare il giornalismo al racconto da strada, alla critica becera della chiacchiera, rievocando fatti e cronache non ancora chiarite, né in bene, né in male.
Beh, forse la mia piccola intelligenza di uomo sospeso tra il barbone ed il generale, ma che resta se stesso, mi porta a credere che c'è anche qui chi tira i fili; anche in questo mi chiedo dove vuole andare questa categoria, quando non ha la forza, la capacità di lavare i panni sporchi in casa propria, senza vendere o svendere all'opinione pubblica un personaggio da bistrattare, forse per esaltarne altri ma, sicuramente, per ridicolizzare una categoria che ancora è alla ricerca di se stessa.

sabato 9 gennaio 2010

ADSL KO e personale precario: che c'azzecca?

Grazie a Tiscali, sono ancora scollegato e devo usufruire di un punto ADSL di appoggio.
Insisto sul punto, giacché dal 24 dicembre non sono più on line e non vi dico le diverse giustificazioni che hanno proposto gli addetti al call center.
Ma la cosa più interessante è avvenuta lo scorso 7 gennaio quando, tra gli stessi addetti al servizio commerciale e tecnico, si scambiavano le responsabilità finché, l'ultimo operatore, più credibile di altri (poi chissà) mi ha detto: "Stia tranquillo, vedo che oggi abbiamo aperto il guasto, perché c'è un KO sul sistema e dobbiamo aprire una nuova pratica". Sinceramente mi è venuto da sorridere: perché in questi casi o ti arrabbi o ti viene da ridere. O pensi che ti prendono in giro o pensi che sei su scherzi a parte!
Poi, la sera, mentre stavo per addormentarmi ad "Anno Zero" sento dire che Tiscali toglie i servizi esterni e ripristina quelli interni.
Che c'azzecca Tiscali con la disperazione della gente (quelli dei call center esternalizzati) che si lamenta di non ricevere lo stipendio da mesi, a fronte di stipendi da diecimila euro al mese dei dirigenti aziendali che non danno risposte?
Probabilmente qualcosa è successo, anche perché il risponditore automatico di Tiscali continua a dire che ci sono dei problemi con i servizi esterni, ma verrà fatto di tutto per ripristinare i normali servizi: magari proprio quelli di cui si discute su Anno Zero.
Che c'entra tutto questoi con la mia ADSL? forse niente.
A me va di pensare, invece, che c'entra parecchio.
Sì, perché adesso per risparmiare sugli operai - chissà come mai sui dirigenti si risparmia sempre così poco - si esternalizzano i servizi; le aziende leader, magari capitanate dagli stessi "compagni" (di partito o di merende?), vedono bene di lavarsi le mani con gli operai dell'azienda ed offrono i "servizi strozzinaggio" ad aziende esternalizzate dove persone sottopagate e abilitate a raccontare storie, fanno risparmiare l'azienda.
Dalle mie parti si dice che lecca lecca la vacca mangiò il vitello e probabilmente adesso, il gioco comincia a non funzionare più ed anche le esternalizzate dimostrano tutta la loro inutilità.
Beh, io sono all'antica e credo ancora nella buona e vecchia azienda dove il padrone apriva la porta della fabbrica e la chiudeva all'uscita dell'ultimo operaio; credo ancora in un modello di contrattazione dove da una parte c'era il prestatore d'opera e dall'altra i dirigente che mostrava la sua faccia senza trincerarsi dietro una porta costantemente chiusa; dove c'era comunque un senso umano del lavoro e dove il lavoro nobilitava l'uomo, senza renderlo simile alla bestia.
Altri tempi?
Non so.
Io posso raccontare solo della mia esperienza di utente che vive un disservizio; delle impressioni che ho rispetto a dei fatti che accadono e rispetto ad una società che, sempre di più, in ragione della logica del risparmio (di parte) sta buttando al macero anni di lotta sindacale per il raggiungimento di diritti fondamentali che oggi sembrano svenduti al migliore offerente; dove la società tutta intera, giorno per giorno, cresce sfiduciata e propone un modello sociale ai più giovani, assai deludente e senza futuro.
Credo che da questo modello sociale si dovrebbe sfuggire per non osservare, un giorno, la società annichilirsi su se stessa, compresi coloro i quali hanno inventato queste regole di un mercato che non c'è.
Perché un mercato senza regole è solo una mercificazione dei rapporti.
Occhio, quindi, alle offerte delle Aziende: potrebbero essere solo una ennesima mercificazione.

sabato 2 gennaio 2010

Il "regalo" di Natale di Tiscali

Mi pare sia giusto che come consumatore, renda noto il dono di Tiscali, in termini di diservizio. Cose che possono accadere, ma che è bene sapere che possono accadere.

Spett.le Associazioni Consumatori.
Non desidero assistenza o consulenza ma, semplicemente, che si sappia e - ciò che più conta - che si conosca la vicenda che mi è capitata e che credo, nell'interesse dei consumatori, è opportuno sia divulgata.
Sicuramente ci sono fatti assai più gravi di questo, che accadono ai consumatori, o magari è anche normale che accada, ma io credo sarebbe fondamentale per un consumatore avere garantita una sola cosa: l'informazione.
Circa due mesi fa Tele2 mi fa una proposta telefonica. In quanto cliente Tiscali ADSL ed in quanto Tele2, con molta onestà, riferisce che il collegamento a quel gestore avrebbe determinato una sospensione dell'ADSL per circa sette giorni, contatto Tiscali per avere notizie su loro iniziative e, soprattutto, per avere garanzie sul fatto che il servizio ADSL non venga disattivato.
Tiscali mi assicura che non ci saranno problemi e mi propone la propria offerta. Accetto.
Il tempo passa e, naturalmente, l'offerta scema, giacché a fronte di un'offerta a termine, più il tempo passa, più l'offerta perde di significato: chiamo Tiscali più volte e lì mi rispondono che il problema è di natura tecnica, Telecom non sblocca la linea - o qualcosa di simile - e quindi Tiscali non può inviarmi il marchingegno che mi avrebbe consentito di passare al nuovo gestore. Intanto, è interessante sapere che telefonando al risponditore automatico del 130 (numero Tiscali), si afferma l'esatto contrario e cioè che il modem è stato inviato e dalla centrale Tiscali attendono che io mi allacci.
Finalmente, qualcuno mi dice che effettivamente il problema Telecom non esiste più, ma che devo attaccare il modem se voglio passare a Tiscali...il poblema è che il modem non è ancora arrivato. Eh già! rispondono. Effettivamente. Ma vedrà, entro la fine della settimana arriverà l'aggeggio. Questa è la medesima risposta di due diversi operatori, per due settimane consecutive.
Finché la vigilia di Natale, quindi il 24.12 u.s., vedo che sul mio router la linea ADSL è spenta ed infatti non ho modo di collegarmi alla rete. Bel periodo per isolare i clienti, così saltano tutta una serie di iniziative che avevo previsto on-line: daltr'onde oggi si vive nell'era di internet! Tiscali permettendo.
Al 130 mi dicono che è un problema tecnico in centrale e che non dipenda da me e con voce cortese mi dicono di non preoccuprmi che entro 72 ore il guasto sarebbe stato risolto. 72 ore!!! Inoltro un primo fax, convinto che con le rimostranze e la minaccia di lasciare Tiscali, magari avrebbero provveduto in 71 ore. Figuriamoci.
Ennesima telefonata e, questa volta, diversamente dalla precedente, mi viene detto più chiaramenteche il problema scaturisce, effettivamente, dalla mancanza del collegamento del modem Tiscali. Ma se io non ce l'ho, come faccio a collegarlo? Ah, davvero? mi risponde l'operatore? Beh, anche lui mi consola e mi dice che il problema sarà risolto in 72 ore. Ancora.
Altro fax, ancora più convinto che questi qui non ci tengono a perdere il cliente (tra l'altro, così idiota da avergli procurato un nuovo cliente nel frattempo). Non succede niente e neppure ricevo una telefonata di scuse.
Intanto sono io a perdermi in telefonate verso un servizio tecnico che non risponde (un giorno ho atteso addirittura 30 minuti!!! e naturalmente, non ha risposto nessuno) e dove dopo mille scuse si dice che c'è uno stato di agitazione. Anch'io sono agitato.
Ebbene, oggi, se vi scrivo, è solo grazie ad un collegamento esterno a quello della mia rete: proprio dalla persona che ho fatto avere a Tiscali come nuovo cliente...e speriamo che almeno lei se la cavi.
Beh, io non mi intendo molto di che cosa si deve o non si può ottenere: so che come cliente Tiscali che ha sempre onorato i suoi impegni, mi sento preso in giro.
Non tanto per un disservizio che può avenire, anche se nel 2010 credo che non può avere alcun senso un ritardo così grave (anche perché con Internet ci lavoro, intrattengo contatti e quindi ne sto subendo il c.d. danno esistenziale); quanto piuttosto per quella mancanza di chiarezza e di certezza nei rapporti commerciali il cui più grave danno, non è tanto quello economico, quanto proprio la sfiducia nei rapporti commerciali.
Come ho detto non chiedo un'assistenza legale, che ancora valuto di attivare, ma semplicemente, che queste cose si sappiano.
Perché a mio modo di vedere, queste cose possono accadere ma come consumatori, sarebbe sempre bene sapere con chi accadono e con chi non accadono e per questo la renderò nota anche tramite il mio blog.
Copia della presente sarà inoltrata al Sig. Tiscali... non so chi possa essere: beh, almeno nei negozi di un tempo, avevi a che fare con delle persone e non con degli operatori che oggi sono identificati e restano dei numeri impersonali.