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lunedì 20 giugno 2011

La storia si canta...

...ascoltare, osservare, riflettere, piangere: se l'idea di essere invincibili e figli di una terra inaccessibile ad ogni altro uomo, che non sia "figlio" di quella terra, non ha prosciugato ogni nostro sentimento.



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Noi, figli di una guerra che non abbiamo combattuto, non perdiamo di vista, che in ragione dell'odio verso gli ebrei, verso un "nemico necessario", è stato unito un "popolo di eletti" per combattere la più grave guerra mondiale che non ha devastato soltanto i territori nazionali, ma i territori della persona umana.

Dopo quella guerra, i nostri Padri Costituenti, hanno scritto nella storia del futuro di questo Paese:



Tutti i cittadini hanno PARI DIGNITA' SOCIALE e SONO EGUALI davanti alla legge, SENZA DISTINZIONE di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni sociali, di condizioni personali e sociali.



I nostri Padri Costituenti sapevano, ricordandocelo nel loro testamento politico, la NOSTRA COSTITUZIONE, che...



...limitando DI FATTO la libertà e la uguaglianza dei cittadini è impedito il pieno sviluppo della PERSONA UMANA e l'effettiva partecipazione di tutti i LAVORATORI all'organizzazione politica, economica e sociale del PAESE.



Chi attenta a questi diritti fondamentali, chi immagina diverse dignità socio-economiche, in ragione della diversa appartenenza ad un territorio nazionale; chi sostiene la diseguaglianza dei cittadini, in ragione della diversa condizione del soggiorno, della razza, della lingua, della religione, della opinione politica, della condizione sociale, personale e sociale: questi, attenta alla nostra Costituzione.

Chi si organizza per limitare, di fatto - ancorché formalmente aderente alla nostra Costituzione - la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impedisce il pieno sviluppo della persona umana (non della persona giuridica o dell'azienda, che ne sono soltanto il prodotto e quindi, solo una delle diverse forme di sostentamento della persona) e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori (da non intendere soltanto gli operai - come qualcuno, artifiziosamente, vorrebbe far intendere, denigrando con ciò, il valore storico-socio-culturale di quelli che ieri veniva definito il comunismo italiano (che oggi non fa più leva-fobica) ed oggi sinistra italiana (che in realtà si compone di variegate anime della storia d'Italia) - ma chiunque offre la propria forza-lavoro, la propria mente-lavoro, la propria economia-lavoro, la propria politica-lavoro...) all'organizzazione politica, economica e sociale dell'Italia.

Questi viola gravemente la memoria storico-culturale e politica italiana e attenta gravemente al valore costituzionale della Nazione.

Mai dimentichiamo che la Costituzione è stata scritta col sangue dei vincitori, ma anche con quello dei vinti e chi ha scritto la Costituzione l'ha fatto, sulla propria esperienza e la propria sofferenza, per evitare che simili blasfemie storiche non si ripetessero più in quell'Italia risorgimentale, che passando per la meteora devastante nazi-fascista, ha confermato, nei propri intenti, di aderire - nella forma e nella sostanza - alla carta fondamentale dei diritti dell'UOMO, giacché per la nostra Costituzione, ciò che conta non sono gli Stati federali (che, semmai, sono solo un mezzo), ma la PERSONA UMANA. E quando gli Stati federali dovessero diventare un mezzo per dividere il POPOLO ITALIANO e quindi la PERSONA UMANA, questo significherebbe, nei fatti, che c'è un'idea federale sbagliata, sol perché divide.

domenica 19 giugno 2011

In padania dicono “Fora dai bal”...io, Toscano, dico "Fori da coglioni"

Sono indignato e lo manifesto con l'unico strumento che mi consente di farlo, perché come cittadino, non sopporto che un nugolo di Ministri della REPUBBLICA ITALIANA, si vestano di verde (il colore dei ramarri della mia terra, di presistorica memoria strutturale), cantano il "Va Pensiero" del risorgimento ITALIANO che ha portato all'UNITA' NAZIONALE, col solo scopo di ritrovare consenso in una minoranza di cittadini che vogliono distinguersi da ROMA CAPITALE.

Sono indignato, perché per capire che cosa sta accadendo in Italia e che cosa sta minacciando l'Italia, non posso avvalermi dei servizi della televisione di Stato - tutta organizzata per gli epuramenti interni, in spregio del telespettatori che pagano il canone - ma devo "ringraziare" una televisione privata come LA7.

Nella mia vita, mai mi sono fidato di chi si è dimostrato amico di qualcun altro, fino a rendersi disponibile alla mia amicizia, rinnegando la precedente.

Oggi ho ascoltato ed osservato gli atteggiamenti del Sig. Umberto Bossi, in mise da leghista, che dopo aver sbeffeggiato il suo più diretto alleato ed amico di un tempo, l'ha umiliato sino al punto da ricordargli di essersela fatta sotto. Non contento di questo, come un moderno NERONE - certamente, non un nobile celtico che si illude di incarnare - ha ricordato al suo grande amico Sig. Silvio Berlusconi, che la partita sta per essere chiusa. E col pollice verso in basso, è rimasto ad ascoltare la folla ingentilita dalle sue promesse, prima fra tutte, quella di trasferire alcuni ministeri in padania.

Quella padania al cui interno sono nati e si sono sviluppati i moti risorgimentali che hanno portato all'UNITA' d'ITALIA: certamente non a dividerla.

Oggi si vuole dividere l'Italia e si vuole fare alla Ponzio Pilato, lavandosi le mani delle proprie responsabilità e scaricando tutto su Silvio Berlusconi e il PDL: ma la Lega dov'era mentre niente si faceva per il Paese e tutto si faceva per consentire al Bunga-Bunga della politica di sgoderecciare alla faccia del popolo italiano.

Nerone, Ponzio Pilato, le orge oligarchiche... il ricordo di Roma, di un'antica Roma, che quelli del nord non solo hanno occupato, ma hanno rievocato in azioni e gesti eclatanti, che nessun politico di Roma è mai riuscito a rievocare.

Mi indigno, non solo per certi personaggi che criticano la "Roma ladrona", ma ne hanno succhiato il latte della lupa eppoi anche il sangue, sino a sentire il sapore meno dolce e più aspro della periferisa di quel corpo ormai scarno: quello padano.

Mi indigno, non solo per questi personaggi che inventano Pontida e varie emozioni sociali, per garantirsi consenso.

Ma mi meraviglio, soprattutto, di questo popolo, che non ha la capacità, o forse la voglia, di aver capito di aver sbagliato e di sbagliare, dinanzi a promesse non supportabili nei fatti concreti; mi meraviglio, quando, ancora, questo popolo, continua a fidarsi di un personaggio che si è dichiarato amico di Giulio Cesare - come un buon figlio degenere della Roma Imperiale che non c'è più, se non nell'atavica memoria di chi ha ben altri scopi, sicuramente meno nobili che quelli del valore della fedeltà - ma pronto a pugnalarlo alle spalle, come il suo migliore e più fedele figlio: Marco Giunio Bruto.

Io non so se il "popolo del nord Italia", coincide davvero con la fantomatica padania o anche questa è soltanto una finzione mediatico-istituzionale ma, sicuramente, certi atteggiamenti - che nulla hanno di istituzionale - non vanno sottovalutati e possono portare alla divisione interna, se non allo scontro o alla secessione.

Io che credo nel valore della democrazia, se fossi al posto di Giulio Cesare, prima di morire sotto l'ultima coltellata alle spalle al grido disperato di "Et tu Brute", chiederei al popolo italiano e se vogliamo, a quello del "popolo del nord italia", se vogliono restare in Italia o se vogliono stare in padania o in qualsiasi altra terra verde ramarro.

Si fosse Toscano, com'i' sono e fui, direi, semplicemente: "Fori da coglioni".

Fuori dall'Italia, probabilmente, sarebbero anche fuori dall'Europa e quindi extracomuinitari, felici di confrontarsi con le loro idee che nessuno gli potrebbe contestare, con le loro fabbriche, i loro sghei, le loro xnenofobie, le loro omofobie, le loto totofobie, il loro essere omologhi e tutti vestiti di verde ramarro, per combattere le "streghe" che incarnano gli stranieri, così come in un mondo ed un'epoca che non c'è più.

E noi si resterebbe quell'Italia che i padri dell'Italia Unita e del Risorgimento, avevano desiderato, anche durante le cinque giornate di Milano e forse, almeno per noi, per noi orgogliosi di essere italiani - così diversi, ma così uguali e quindi, persone - quei milanesi di altri secoli, potrebbero credere di non aver combattuto invano.

venerdì 10 giugno 2011

Segnalazione volumi professionali

Nuovo Codice della Strada, di Antonello Delvino, Giuseppe Napolitano e Fabio Piccioni
Prontuario di Polizia Ambientale, di Gaetano Noé
I controlli sui rifiuti e il SISTRI, di Antonella Manzione

Ricordo la commozione con cui, uno degli (apparenti innoqui) pilastri portanti della Polizia Municipale d'Italia, citò Edmondo De Amicis, dal suo famoso libro "Cuore": "L'educazione d'un popolo si giudica dal contegno ch'egli tien per la strada"... parlo del Comandante Cataldo Lo Iacono a cui, sicuramente io, ma, probabilmente, gli insigni Autori che immeritatamente mi permetto di segnalare, hanno fatto o fanno riferimento.
Lo faccio pensando, per l'appunto alla strada, perché è sulla strada che si svolge gran parte della nostra vita, non solo come professionisti della sicurezza, ma anche (e direi, soprattutto) come cittadini. La strada che non viene usata soltanto per circolare, ma per trasportare, per lavorare ed anche per spargere, cospargere e spostare rifiuti.
Eppure, questo bisogno di rispetto per la strada che già il De Amicis stigmatizzò a metà '800, ancor oggi non è del tutto compreso e, talvolta "deriso", decadendo in quei comportamenti irrispettosi delle più elementari regole di convivenza che dovrebbero trovare, nel regime della Legge, una civile consuetudine di vita. Ma questo non è.
Così a noi, controllori (convinti?) di uno dei beni pubblici più importanti e più aggredito, ci è dato, ma ci è offerto il non semplice compito di far della Legge, uno strumento per concretizzare l'idea che il nostro popolo possa essere davvero educato alla civiltà.
Certamente, il Nuovo Codice della Strada, che non ha fatto in tempo a diventare vecchio, tante sono state le sue modifiche, appare uno dei testi giuridici di più vivace energia intellettuale, giacché il gioco e l'organizzazione delle parole, non sempre rende palese il suo significato, così che in molti si esercitano ad interpretarlo, non sempre con facili risultati. In questo caso, a quella coppia che ha dato vita all'opera commentata ed annotata, che reca lo stesso nome, si aggiunge un nuovo autore, che nulla ha a che fare con i c.d. "addetti ai lavori" ma che, avvocato, sembra simpatizzare per la nostra categoria che molti bistrattano. Ma si arricchisce e si migliora questo volume, con il regolamento d'appendice e con la segnaletica a colori e le circolari che si aggiungono nell'allegato CD, ai testi di legge, in forma elettronica.
Gaetano Noé, diversamente, propone un volumetto dalle dimensioni ridotte, ben diverso dal tomo dedicato all'analisi della circolazione stradale di cui si è detto, ma comunque utile, se non altro perché concepito come strumento che ci aiuta a capire "Come Agire" e, non a caso, inserito nell'omonima collana editoriale. Evidentemente, non si parla soltanto della strada, in quanto la strada è lo strumento per spostare i rifiuti o magari, per depositarli e, perché no, per ricoprirli! Certamente, oggi, si vive di rifiuti. Non solo per il grande affare che ci gira attorno, ma perché tutti, bene o male, abbandoniamo qualcosa e, bene o male, siamo consumatori e quindi smaltitori come pochi al mondo. Ma quel vezzo comune a molti italiani, per cui quello ch'è concesso a me, deve essere necessariamente vietato all'altro, vale anche per quanti, a vario titolo, decidono di scaricare il proprio rifiuto per strada, di depositarlo fuori dagli orari previsti, di buttarlo dove capita...
Un modo di trattare l'ambiente come un oggetto, come il nostro oggetto che, per quanto delicato, è anche l'oggetto più bistrattato. Non sono pochi gli argomenti condensati in questo manualetto, sol se si pensa alla difesa del suolo, ma anche delle acque; alla gestione dei rifiuti, ai veicoli fuori uso ed alle discariche; all'autorizzazione integrata ambientale, come all'incenerimento dei rifiuti; ai rifiuti radioattivi, come ai c.d. RAEE; all'inquinamento atmosferico, all'edilizie e l'urbanistica ed ai beni culturali e ambientali; all'amianto ed alle pile ed accumulatori; l'inquinamento acustico, la caccia, la pesca marittima, l'inquinamento marino e portuale, il T.U.L.S. e, non ultimo, l'inquinamento elettromagnetico.
E sul tema specifico dei rifiuti - propriamente detti - sicuramente ho l'onore di poter segnalare lo strumento legale vergato dal Com.te Antonella Manzione. Una guida pratica recante il prontuario delle violazioni, il formulario e la giurisprudenza (annessa, in formato elettronico, all'allegato CD), aggiornata al d.M. 52/2011 (regolamento SISTRI), con una sezione speciale sui veicoli abbandonati. Un testo essenziale, scevro da qualsiasi orpello linguistico, frutto di uno studio, ma di quella sensibilità e direi quell'esperienza sul campo (e sulla pelle: la propria), che ancora una volta, sicuramente, consentirà alla sua Autrice, di far del suo libro il suo successo: l'ennesimo successo.
Sicuramente, questi tre volumi editi da Maggioli Editore, possono trovare spazio utile nella biblioteca professionale degli operatori del diritto, ma di tutti quei cittadini che per diletto, studio o professione, vogliono meglio comprendere la strada e le sue regole, nonché il modo con cui l'ordinamento può alzar quell'argine di legalità necessario a contrastare una delle più gravi aggressioni al patrimonio ambientale.

venerdì 3 giugno 2011

Omicidio stradale



Vi invito tutti a firmare la petizione per il reato di "Omicidio stradale".

Oggi, se si ammazza una persona o anche più persone alla guida di un'autovettura, si viene puniti per omicidio colposo. Si viene puniti per omicidio colposo, anche se si è ubriachi o fatti di droga (poi, stranamente, lo strafatto non muore mai ed in compenso fa fuori un'intera famiglia, come già successo). Qualcuno dice che se si ammazza uno alla guida di un'autovettura si commette il delitto perfetto: al più ti condannano per omicidio colposo.

Sì, perché se stendi qualcuno sull'asfalto mentre sei alla guida di un veicolo, è facile dimostrare che non c'era alcuna volontà di farlo: magari un po' di leggerezza e con tanta leggerezza si manda un innocente al creatore.

Eppure, ciascuno di noi, le persone a noi più care, possono essere stese sull'asfalto da un disgraziato che non ha nulla da perdere se non qualche scrupolo morale...se ha una morale a cui tenere.

Se vogliamo, come cittadini, possiamo evitare che qualcuno minacci la nostra vita, con il suo veicolo, così come minaccerebbe la nostra vita, con una mitragliatrice che non sa usare o che usa con estrema negligenza.

Lo possiamo minacciare, avvertendolo che quando si ammazza qualcuno, si ammazza e basta e non c'è colpa che tenga per sgravare la sua pena.

Invito tutti a sottoscrivere la proposta di legge per introdurre il reato di omicidio stradale, affinché chi ammazza qualcuno alla guida del proprio veicolo, sappiua che commette un omicidio!

http://ilblogdiasaps.blogspot.com/2011/06/wwwomicidiostradaleit-si-parte.html