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domenica 19 giugno 2011

In padania dicono “Fora dai bal”...io, Toscano, dico "Fori da coglioni"

Sono indignato e lo manifesto con l'unico strumento che mi consente di farlo, perché come cittadino, non sopporto che un nugolo di Ministri della REPUBBLICA ITALIANA, si vestano di verde (il colore dei ramarri della mia terra, di presistorica memoria strutturale), cantano il "Va Pensiero" del risorgimento ITALIANO che ha portato all'UNITA' NAZIONALE, col solo scopo di ritrovare consenso in una minoranza di cittadini che vogliono distinguersi da ROMA CAPITALE.

Sono indignato, perché per capire che cosa sta accadendo in Italia e che cosa sta minacciando l'Italia, non posso avvalermi dei servizi della televisione di Stato - tutta organizzata per gli epuramenti interni, in spregio del telespettatori che pagano il canone - ma devo "ringraziare" una televisione privata come LA7.

Nella mia vita, mai mi sono fidato di chi si è dimostrato amico di qualcun altro, fino a rendersi disponibile alla mia amicizia, rinnegando la precedente.

Oggi ho ascoltato ed osservato gli atteggiamenti del Sig. Umberto Bossi, in mise da leghista, che dopo aver sbeffeggiato il suo più diretto alleato ed amico di un tempo, l'ha umiliato sino al punto da ricordargli di essersela fatta sotto. Non contento di questo, come un moderno NERONE - certamente, non un nobile celtico che si illude di incarnare - ha ricordato al suo grande amico Sig. Silvio Berlusconi, che la partita sta per essere chiusa. E col pollice verso in basso, è rimasto ad ascoltare la folla ingentilita dalle sue promesse, prima fra tutte, quella di trasferire alcuni ministeri in padania.

Quella padania al cui interno sono nati e si sono sviluppati i moti risorgimentali che hanno portato all'UNITA' d'ITALIA: certamente non a dividerla.

Oggi si vuole dividere l'Italia e si vuole fare alla Ponzio Pilato, lavandosi le mani delle proprie responsabilità e scaricando tutto su Silvio Berlusconi e il PDL: ma la Lega dov'era mentre niente si faceva per il Paese e tutto si faceva per consentire al Bunga-Bunga della politica di sgoderecciare alla faccia del popolo italiano.

Nerone, Ponzio Pilato, le orge oligarchiche... il ricordo di Roma, di un'antica Roma, che quelli del nord non solo hanno occupato, ma hanno rievocato in azioni e gesti eclatanti, che nessun politico di Roma è mai riuscito a rievocare.

Mi indigno, non solo per certi personaggi che criticano la "Roma ladrona", ma ne hanno succhiato il latte della lupa eppoi anche il sangue, sino a sentire il sapore meno dolce e più aspro della periferisa di quel corpo ormai scarno: quello padano.

Mi indigno, non solo per questi personaggi che inventano Pontida e varie emozioni sociali, per garantirsi consenso.

Ma mi meraviglio, soprattutto, di questo popolo, che non ha la capacità, o forse la voglia, di aver capito di aver sbagliato e di sbagliare, dinanzi a promesse non supportabili nei fatti concreti; mi meraviglio, quando, ancora, questo popolo, continua a fidarsi di un personaggio che si è dichiarato amico di Giulio Cesare - come un buon figlio degenere della Roma Imperiale che non c'è più, se non nell'atavica memoria di chi ha ben altri scopi, sicuramente meno nobili che quelli del valore della fedeltà - ma pronto a pugnalarlo alle spalle, come il suo migliore e più fedele figlio: Marco Giunio Bruto.

Io non so se il "popolo del nord Italia", coincide davvero con la fantomatica padania o anche questa è soltanto una finzione mediatico-istituzionale ma, sicuramente, certi atteggiamenti - che nulla hanno di istituzionale - non vanno sottovalutati e possono portare alla divisione interna, se non allo scontro o alla secessione.

Io che credo nel valore della democrazia, se fossi al posto di Giulio Cesare, prima di morire sotto l'ultima coltellata alle spalle al grido disperato di "Et tu Brute", chiederei al popolo italiano e se vogliamo, a quello del "popolo del nord italia", se vogliono restare in Italia o se vogliono stare in padania o in qualsiasi altra terra verde ramarro.

Si fosse Toscano, com'i' sono e fui, direi, semplicemente: "Fori da coglioni".

Fuori dall'Italia, probabilmente, sarebbero anche fuori dall'Europa e quindi extracomuinitari, felici di confrontarsi con le loro idee che nessuno gli potrebbe contestare, con le loro fabbriche, i loro sghei, le loro xnenofobie, le loro omofobie, le loto totofobie, il loro essere omologhi e tutti vestiti di verde ramarro, per combattere le "streghe" che incarnano gli stranieri, così come in un mondo ed un'epoca che non c'è più.

E noi si resterebbe quell'Italia che i padri dell'Italia Unita e del Risorgimento, avevano desiderato, anche durante le cinque giornate di Milano e forse, almeno per noi, per noi orgogliosi di essere italiani - così diversi, ma così uguali e quindi, persone - quei milanesi di altri secoli, potrebbero credere di non aver combattuto invano.

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