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martedì 29 settembre 2009

SEGNALAZIONE ISCRIZIONE INPS...

...Un consiglio.
Andate sul sito INPS cui potete accedere direttamente dal link a fianco.
Verificate la Vostra posizione contributiva tenendo conto che fino agli anni 90 è possibile che la Vs. Amministrazione abbia versato i contributi a questa cassa e quindi all'INPDAP.
E' importante decidere di versare i contributi in un'unica cassa, prima di andare in pensione e siccome io ci sono passato vi consiglio quello che mi hanno consigliato all'INPDAP.
Può essere utile domani.

lunedì 28 settembre 2009

Da Socrate...

"LA PENA CHE I BUONI DEVONO SCONTARE PER L'INDIFFERENZA ALLA COSA PUBBLICA E' QUELLA DI ESSERE GOVERNATI DA UOMINI MALVAGI"

Non è poco.
Quando penso a Socrate, al suo tempo, così lontano e diverso dal nostro.
Quando penso a noi, al nostro tempo, così lontano e diverso dal suo.
Eppure, certe similitudini restano nella storia, come se la stessa storia fosse attraversata da un invisibile, ma devastante buco nero.
Non è raro - soprattutto tra i giovani (frutto del nostro essere fin troppo vecchi) - sentire la gente sfiduciata nel governo della cosa pubblica e così lontana da chi governa la cosa pubblica.
Una sorta di damigelle sociali che hanno il vestito troppo lindo, per potersi confondere con chi è pronto non solo a sporcarsi con il letame che inevitabilmente si trova lungo la strada della vita, ma perfino disposto a rotolarvisi dentro, sino a ricavare dai rifiuti, un valore economico di cui nutrirsi, produrre altri rifiuti che allontanano oltremodo le damigelle sociali, senza che si rendano conto che ormai il lo stato semisolido del liquame gli ha già raggiunto i piedi, ci stanno galleggiando, ma non c'è coraggio abbastanza arduo da abbassare lo sguardo per vedere quanta sporcizia le insozza... molto più semplice guardarsi allo specchio che si chiama TV e dal quale i nostri narcisistici bisogni aggradano lo spirito.
Siamo talmente abituati a osservare ladrare nelle pubbliche amministrazioni o, piuttosto, a credere che questo avvenga con sistematicità, che persino un nostro Ministro ha preso a suo baluardo la guerra ai fannulloni (di fatto fallimentare, ma allo specchio della nostra immagine, nessuno lo racconta), senza un reale distinguo tra persone che si danno da fare e persone che fanno fare agli altri; senza fare riflettere dell'importanza lata della Pubblica Amministrazione, come ammortizzatore sociale.
Siamo talmente abituati ad essere illusi che i problemi del nostro Paese si risolvono con gli editti, che ci hanno fatto credere che con punizioni esemplari si sarebbe sconfitta la clandestinità migratoria (anch'essa fallimentare e destinata ad essere rivisitata dal Giudice Costituzionale, finché non si toglierà anche questo Giudice, dalle garanzie di libertà della Repubblica) e che lo straniero è anche l'estraneo, quindi il male; ma ben poco si dice di quante tasse sono oggi pagate dagli stranieri regolari, che permettono alle casse sociali di pagare i pensionati.
Siamo talmente abituati a vedere escort (sicuramente un nome più cortese di parlare del mestiere più vecchio del mondo) che frequentano i salotti bene della politica, a sentire parlare di cocaina che si libera nel cielo della politica, a valutare la tangente una sorta di tassazione ad personam del politico di turno, che la generalizzazione è ben scontata e quindi, tutta la politica e quindi i politici sono dei corrotti.
Ebbene, io credo che il colpo di Stato sia davvero in atto e non ha da venire - come ha vaneggiato senza troppo scandalo dei cittadini, un nostro illustre Ministro - e non riguarda soltanto l'aggressione interna ai poteri storici dello Stato (legislativo: che ruolo ha oggi il Parlamento, quando tutto è già deciso sul tavolo piramidale del Consiglio dei Ministri? - esecutivo: che funzione hanno i Ministri, quando appare del tutto evidente, ormai da tempo, che le lobbies economiche sponsorizzano gli uni piuttosto che gli altri? - giudiziario: con il grave attacco alla Magistratura e la faraginosità delle Leggi, quale possibilità hanno i giudici di stemperare i conflitti?), ma la sua credibilità.
Quindi, se Socrate fosse qui, oggi, probabilmente, affermerebbe quanto affermò secoli e secoli or sono.
Oggi è più semplice dire che ogni popolo ha il governo che merita.
Ma forse i "buoni", o quelli che si sentono tali, dovrebbero iniziare a provare che non è la politica che è malata e sporca, ma alcuni uomini che gravitano al suo interno; forse le damigelle civili dovrebbero accettare di sporcarsi il vestitino, peraltro ormai già macchiato dal basso, prima di ostinarsi a sperare affermando "l'ondina no" quando ormai il letame è al collo; forse siamo ancora in tempo per formarci una nostra coscienza critica, con fatica ed impegno, senza accettare di buon grado che altri ci confezionino anche quella, così come talune tragedie del nostro tempo, dove ci sono morti, feriti e devastazioni e noi, come rimbambiti ci piazziamo sul divano delle nostre "case sicure" ad osservare la scena di questo mondo.

sabato 26 settembre 2009

Credere in chi...

Quando ero un ragazzo, o si credeva (intendo, nel cattocristianesimo) o si frequentava il partito (magari quello comunista, in contrapposizione al clericalismo ma perché no, la democrazia cristiana, confondendo con ciò, il sacro e il profano).
Non era semplice credere o far finta di farlo nella Chiesa cattolica, giacché era necessario conformarsi alle sue leggi divine; non da meno, non era facile uscire fuori dalle maglie del partito, dagli schemi rigidi della "classe operaia" così carica di slogan: risultando entrambe le fedi asfittiche per chi avesse inteso proporre il proprio credo, il proprio modo di pensare e d'agire.
Ebbene, qualcuno si è accorto che tutto ciò era condizionante, eccessivamente condizionante e tutto sommato si poteva fare a meno di credere nei "grandi blocchi".
Così, con le grosse pietre del muro di Berlino, sono cadute pure le pietre dell'etica religiosa o del partito, sì che ciascuno a raccolto pezzi di scaglie di quella storia, per provare a ricostruire muri un po' più piccoli ma... murati a secco: ma i muri a secco li potevano realizzare soltanto i "grandi vecchi" e non certo chi si improvvisava muratore.
Miriade di sigle politiche e sindacali, costituivano il nuovo che avanza e con esse, miriade di leader, che non ritenevano più necessario riferirsi ad un'idea di base, ma semmai alla propria idea, talmente valida, da imporla alla oligarchia di "benpensanti" di fine secolo. Così è avvenuto anche per le religioni, relativamente alle quali che senso poteva avere essere sacerdoti, vescovi, cardinali o papi, quando ciascuno poteva rifarsi alla legge dello spirito e accattivare a sé le pecorelle smarrite di ogni epoca?
Ebbene, sentire oggi, nel 2009, ancora parlare di scientology come una setta che si insinua in certi contesti culturali, mi fa pensare...
Penso all'uomo vissuto millenni prima di Cristo che per tradizione orale, prima e quindi scritta, ha tracciato la storia di una religione che ha oltrepassato il tempo, sino ai giorni nostri, con dilemmi di quel tempo, ancora oggi presenti nella realtà del nostro tempo.
L'uomo è essenzialmente solo ed alla ricerca di un suo benessere interiore.
Un illuminismo moderno, forse, ci ha portato a credere - e tuttora avviene - nella utilità della tecnologia, dimenticando la realtà del creato e di un creatore che non sta nascosto, ma permea il tempo con la sua presenza. Le nuove religioni, meno bigotte e più credibili di un cattolicesimo troppo ortodosso, ma poco coerente, richiamano l'interesse dell'omo tecnologicus, così disposto a ritornare alle vecchie pratiche di quando io ero bambino ed entrando in Chiesa si aveva davvero l'impressione di essere in un luogo sacro e non in una prevendita di santini, immaginette ecc. per il paradiso.
Il paradiso può attendere, il titolo di un vecchio film.
Ma qui sulla terra, il paradiso, forse, potrebbe arrivare, se anziché costruire giornalmente agnelli d'oro da pregare, si avesse la forza ed il coraggio di ascoltare la voce della coscienza, senza credere troppo che quella verità è la verità infallibile, se non una verità rivedibile.
Forse sarebbe il caso di spengere le televisioni e di dire ai maghi di turno di andare a lavorare ed accendere la speranza che fa fatica a governare il mondo e la voglia di futuro.
Forse ci sarebbe da tornare a credere il Dio, o nel partito, sì, ma in buona fede!

mercoledì 23 settembre 2009

IL FATTO QUOTIDIANO

Questa mattina ho acquistato "Il Fatto Quotidiano", il nuovo giornale di Travaglio & Co.
L'idea di un quotidiano non sponsorizzato, ma gestito da liberi giornalisti mi piace.
Non perché sia sempre d'accordo con il loro modo di pensare o di esprimere il pensiero, ma soprattutto perché percepisco la libertà di pensiero e comunque, anche talune espressioni che disapprovo, riescono comunque a sollecitare il mio pensiero critico, senza offendermi o condizionarmi, se non costringermi.
Quindi ben venga questa nuova ventata di nuove idee.
Beh, un invito: provate a prenderne una copia, una soltanto.
Può piacere e comunque dietro quel gesto, c'è un'espressione di libertà che doniamo e ci doniamo.

lunedì 21 settembre 2009

SEGNALAZIONE EVENTO: STRADASICURA - CITTADINA ARETINA DELLA SICUREZZA STRADALE

Ringraziando Manuela Valli per l'impegno profuso, si segnalano le iniziative dei prossimi 24,25,26 e 27 settembre, dalle 17 alle 24, nella bella cittadina di Castiglion Fiorentino.
Per informazioni e contatti:

Fondazione Monnalisa Onlus
Tel 05759850674
fax 0575985020
mail: info@fondazionemonnalisa.org

domenica 20 settembre 2009

Riccione della ragione e della emozione...

Anche quest'anno la partecipazione della Polizia Municipale a Riccione, si è fatta sentire.
Qualcuno ha segnalato che, a parte il primo giorno - la giornata politica, per così dire - nei giorni a seguire c'è stata comunque una significativa presenza di persone e di personaggi. Piuttosto, mi si è detto che quello che è sembrato mancare è stato un clima di interesse e di entusiasmo, maggiormente percepibile negli anni precedenti.
Chissà se è possibile tracciare delle prime conclusioni: sia sul piano razionale, sia su quello emozionale.
Sì, perché a Riccione si apprezza il contenuto delle relazioni, ma, non da meno, la presenza di quelle persone, talmente autorevoli ed in voga, da essere considerate dei veri e propri personaggi (...taluni in cerca d'autore...).
Così, se è vero - ma io non ero presente - che il primo giorno è stato un flop, mi vien da pensare che come mi è stato raccontato il motivo vero sta nel fatto che i Colleghi non hanno più voglia di sentire promesse. Non c'è più la disponibilità ad ascoltare il politico di turno, comunque lo si collochi politicamente, che viene a Riccione per far delle promesse: c'è la voglia di apprezzare dei fatti e quindi la indisponibilità a sedere al tavolo delle illusioni.
Anche i "tavoli tecnici", quelli dei "ministeriali", sembrano essersi svuotati, per riempire le sale delle sessione speciali (quali quella di ASAPS e di ANVU), ma la stessa giornata conclusiva, solitamente, giustificabilmente destinata a svuotarsi. Anche in questo caso, perché l'epoca dell'illusione sembra scemare, rispetto alla concretezza di avere la possibilità di accedere a delle informazioni operative.
E' già complicato capire che cosa dicono le leggi pubblicate in G.U. e quindi, ben poco senso, sempre meno senso ha provare a capire che cosa c'è nella testa del legislatore e quindi, quello che dovremo fare domani.
Così che il successo è stato riconosciuto sicuramente a chi ha proposto di affrontare i problemi attuali di chi si trova in strada.
Perché è sulla strada che la categoria affronta i problemi, entra in contatto con i cittadini, gestisce il conflitto... dunque è la strada che suscita le emozioni.
Così come la strada della vita, dove si incontrano le persone e si conoscono le anime che le guidano.
Così Riccione diviene anche punto di incontro di emozioni.
In un anno cambiano molte cose nella vita delle persone ed i colleghi, prima di tutto, sono persone.
Così dopo un anno di vita ci si incontra e ci si scontra.
Così trovi chi un anno prima ti ha sorriso ed hai l'occasione di abbracciarlo per passare una serata assieme o discutere - sempre assieme - ad una sessione di aggiornamento.
Ma trovi anche chi non ha più niente da darti ed anzi, è riuscito a toglierti, in pochi attimi, quello che una lunga conoscenza (o apparente conoscenza) ti aveva fatto apprezzare.
Trovi chi conoscevi in salute, ma la sorte ha attaccato, anche duramente, lasciandoti vuoto e solo.
Chi proprio nel momento in cui scherzava e rideva con te, il giorno dopo è stato colpito dalla dura sorte di perdere una persona cara, presentando a te questa sua sofferenza, per la quale ben poco puoi fare.
Anche questo è Riccione.
Un convegno a pagamento palese (a fronte di taluni di quelli apparentemente gratuiti, ma dietro ai quali qualcuno guadagna sicuramente il suo lauto compenso) che ha da dare ancora qualcosa a chi vi partecipa e che forse necessita soltanto di un correttivo: quello di offrire più spazio ai temi operativi ed attuali, per dare risposte concrete a chi opera su strada, senza illusioni.

giovedì 17 settembre 2009

Vite disperse...

...disperse in una guerra: giusta? ingiusta?
Chi l'ha desiderata o forse costruita?
Che cosa gira attorno alle guerre di questo secolo? chi guadagna con le disperazioni dei popoli migranti? perché noi andiamo a difendere i diritti di libertà altrui e non riconosciamo a chi fugge da questi stessi Paesi, il diritto di esistere e di ottenere asilo, dignità umana, tutela dai soprusi, nel nostro Paese?...
Ogni domanda alimenta un'altra domanda ed intanto i nostri giovani soldati lasciano le loro vite in terra "straniera" così che il sentimento nazionale ci fa sentire più vicini, sino al momento in cui passa la scena drammatica di questa guerra e delle innumerevoli guerre che giornalmente accadono trovando svago in un "grande fratello" che controllandoci tutti, ci distoglie dal pensiero del quotidiano esistere e porsi domande.
Non so dare risposte alle mie innumerevoli domande o, probabilmente, ne potrei dare diverse, anche diametralmente opposte... anche diametralmente opposte.
Un'unica certezza sta nel fatto che forse, abbiamo perso il senso di un'ida che governa il nostro percorso storico. Un'idea destinata a mutare mutando, ma giammai esistendo come materia a cospetto di un'antimateria ideologica che esiste e coesiste nella stessa persona.
C'è una sorta di schizofrenia sociale che dilaga, causata dall'idea che non possa esistere un'idea che governa un inizio ed alla quale potersi riferire, per meglio comprendere quella attuale.
C'è il governo tecnologico, il governo delle immagini e delle opinioni: quelle filtrate dai mass-media, naturalmente.
Così che i nostri soldati morti ammazzati, potranno essere giudicati con emozione di popolo ferito, ma anche di popolo ribelle che non comprende quella presenza in terra straniera: tutto dipende non tanto dal fatto, ma dal come il fatto viene rappresentato.
E' il governo della tecnica, sul governo della morale e del diritto.

martedì 8 settembre 2009

Un omaggio a Mike Bongiorno...

e che c'azzecca?
C'azzecca, c'azzecca il fatto che anche noi, noi che indossiamo l'uniforme, che ci ricorpiamo di lustrini, medaglie, simboli di potere, come pavoni nel cortile risultiamo così spesso omaggiati, salutati, riveriti e poi... poi si va in pensione e tanti nostri antichi cortigiani spariscono e noi torniamo ad essere quello che siamo stati: uomini e donne qualunque.
Beh, quando ho sentito dire che Mike Bongiorno è morto mi sono rattristato: in fondo è stato un uomo presente nella mia storia, che ha avuto una sua storia (soprattutto quella partigiana, ai più sconosciuti, perché di un uomo famoso, si ricorda solo che è stato famoso e non anche, utile: soprattutto utile). Di più mi sono rattristato quando in prima serata, solo Rete4 ha provato a ricordarlo e a spendere qualche tempo mediatico per lui, anziché per la pubblicità. Lui che proprio questa azienda ha abbandonato alla sua tristezza, costretto a dover lasciare la c.d. televisione commerciale.
Ma la televisione di Stato è stata sicuramente assente, salvo un recupero di seconda serata.
Beh, credo che Mike, si sarebbe meritato molto di più dalla sua televisione.
Come talvolta, anche noi, nel nostro piccolo, dovremmo avere meno riverenze durante il servizio e guadagnarci, con il nostro comportamento, più rispetto per il nostro futuro di semplici, ma onesti cittadini, che si aspettano solo un saluto, anche quando non hanno più la possibilità di intercedere verso il potere.

lunedì 7 settembre 2009

Essenziale il rapporto fiduziario fra automobilisti e divise della strada...

... poi veniamo a noi.
Avevo scritto proprio un anno fa quello che ho virtualmente presentato come una novità odierna: ma il tempo sembra non cambiar gli eventi, se non ripeterli, come in una vichiana esperienza.
Così giungiamo davvero ai giorni nostri.
A quelli in cui a fronte di una sorta di invasione di macchinette accertatrici di infrazioni al codice della strada, ai poliziotti municipale, ma ai poliziotti, in genere, non resta da fare altro che conformarsi ai voleri che scendono dall'alto, talvolta spronati da qualche privato che ha tutto l'interesse - con le relative amministrazioni compiacienti e mal consigliate - di spillar quattrini - più che patenti - agli indisciplinati utenti della strada.
Così da un editoriale del Presidente di ASAPS a ciò che segue:
...così apre il proprio Editoriale il Nostro Presidente (A.S.A.P.S.), Dott. Giordano Biserni: e come non dargli ragione!
Ma così si impone una nuova rilfessione a margine di una importante Direttiva che, nella sostanza, ne sintetizza, migliorandole, altre ma che, sostanzialmente, sono rimaste disattese.
Non è la prima volta che il massimo vertice della P.A. propone ed impone alle Amministrazioni Locali di "darsi una regolata" nel fare in modo che da una serie di accertamenti di violazioni al codice della strada, si "risolvano" - si fa per dire - i bilanci comunali. Già è stato detto e ridetto che l'accertamento in remoto delle violazioni dovrebbe riguardare soltanto alcune strade e non tutte (soprattutto quelle dei centri abitati), sì da costituire l'eccezione e non la regola sovrana di taluni atti di accertamento.
Ciò non è stato e... vedremo se sarà.
Intanto, un certo tipo di giornalismo che corre dietro alla notizia, più per richiamare l'attenzione degli utenti-consumatori, che non per dare notizia, ha rappresentato in variopinto modo la direttiva del Ministro Maroni sulla prevenzione ed il contrasto dell'eccesso della velocità sulle strade. In buona sostanza è stato dato risalto alla vittoria dell'Associazione Consumatori, sugli abusi degli Enti Locali e, non da meno e con devastante azione deleteria alla buona immagine della polizia locale, è stato stigmatizzato il ruolo della specialità della Polizia Stradale, artatamente individuato come organo di controllo delle Polizie Municipali d'Italia.
La Direttiva, diversamente, è indirizzata non già e non solo alla SWpecialità Polizia Stradale della Polizia di Stato, ma a tutti "...gli organi di polizia stradale elencati nell'art. 12 del C.d.S....", ivi compresi i Corpi e Servizi della Polizia Municipale e la stessa Polizia di Stato, quando non è inquadrabile nella specialità anzidetta.
E' opportuno chiarirlo, credo.
Ma credo con ciò che sia necessario andare oltre la precisazione anzidetta, a tutela di buona parte di coloro i quali svolgono servizio di polizia locale, perché se il giornalismo ufficiale ha voluto descrivere la direttiva nei termini anzidetti, un motivo ci deve pur essere e ridurre il tutto a mera speculazione della notizia, non sarebbe corretto.
E quindi mi viene subito da pensare a quegli appartenenti alle polizie locali (direi, piuttosto, ahimé, inseriti nei relativi organici) che già da tempo hanno proposto, essi stessi, ai rispettivi amministratori, l'acquisto o l'affitto delle macchinette atte a risolvere i bilanci comunali; con ben poco dispendio di risorse umane, giacché nessuno doveva stare in strada ed altri avrebbero provveduto a fare il c.d. "lavoro sporco". Così è inziato quel tam-tam mediatico, reso noto dalle civette di strada, se non dalle televisioni, mediante il quale le amministrazioni locali rendevano noti ai propri cittadini i bilanci previsionali che si fondavano sull'accertamento futuro dell'illecito. Quindi, chi amministrava la cosa pubblica, anziché predisporre una politica locale della sicurezza stradale, si esaltava nel prevedere lauti introiti in ragione di un considerevole accertamento di violazioni al codice della strada: quali violazioni? Quelle al superamento del semaforo rosso, statisticamente idoneo a determinare sinistri stradali e quelle relative al superamento dei limiti di velocità, statisticamente idonei a determinare la gravità degli incidenti.
Trovo tutto ciò aberrante... ma questo giochino non cessa, sol se si pensa a quello che viene fatto - anzi, che non viene fatto! - dei proventi contravvenzionali di cui all'art. 208 del codice della strada che, spesso e volentieri, anziché essere utilizzato per migliorare la sicurezza stradale e la previdenza della polizia stradale, ancora una volta, viene uticome generica risorsa economica per risolvere il bilancio comunale.
Eppoi gli scandali degli ultimi tempi, non pochi accertatori semaforici sequestrati (non solo da parte della specialità Polizia Stradale, ma dalle stesse polizie municipali, nel loro ruolo di polizia stradale, non propense ad accettare talune machiavelliche idee di propri "colleghi", mai dimenticando che sotto la divisa c'è pur sempre un cittadino che tutela e vuol essere tutelato dal suo Stato!), indagini su alcuni soggetti della polizia locale... insomma, tutta una serie di iniezioni di malessere che l'opinione pubblica e per tutti, le associazioni consumatori hanno fatto ricadere su di una categoria che è ancora alla ricerca di una propria identità morale, prima ancora che giuridica: la polizia municipale.
Beh, la mia è solo una voce nel mucchio, una noce in un sacco, ma credo di doverla esprimere con forza, affinché possa raggiungere la stragrande maggioranza di quei Colleghi che fanno o cercano di fare il loro dovere, con notevole difficoltà, perché è molto più semplice piazzare una macchinetta gestita con estrema disinvoltura a mo' di slot-machine, che piazzarsi in strada a ricevere gli improperi della gente.
Ma forse questo Ministro, finalmente, sta introducendo un cambiamento di tendenza, creando i presupposti per mettere la tecnoclogia al servizio degli organi di controllo e non la polizia stradale al servizio dei fabbricanti e compiacienti fabbricanti di slot-machine; un cambiamento che può diventare importante, allorquando i cittadini potranno guardarci in faccia, magari per essere giustamente redarguiti, ma sempre utilizzando il coraggio della ragione, piuttosto che la spudoratezza dell'interesse privato.

Le più recenti riflessioni...

Non avevo ancora uno spazio mio per esprimere il mio pensiero, se non la voglia di comunicarlo ai vari colleghi ed amici di rete... evanescenti, impersonali, lontani, ma virtualmente presenti.

Del resto è il mondo della rete e magari, da un piccolo spazio, chissà, è possibile giungere a riflessioni più ampie e quindi, più libere... come tante mongolfiere indipendenti, sospese nell'invisibile aria che con gratuità sostiene il volo di chi non vuol cadere.

Così, dicevo, proponevo alcune riflessioni che sono quelle di oggi e che... e che c'azzeccano con la polizia municipale.

Beh, direi molto, giacché chi se non la polizia municipale è strattonata a destra e a sinistra, quale strumento per offrire visibilità a chi piace piacersi, nei diversi ruoli che il pubblico potere offre, forse dimentichi del fatto che il potere è solo espressione della funzione pubblica e non forma di coercizione di menti e di corpi...

Alla luce dei nuovi fatti “tangentopoliani”, non posso non soffermarmi su di una riflessione culturale, riconoscendo, ancora, all’antico popolo italico, quel vizietto della "tangente" che sicuramente ha attecchito e proliferato nella c.d. prima Repubblica, ma non ha tardato a ributtare, come un polveroso pollone di una pianta di strada, nella seconda.

Per chi come me è approdato alla pubblica funzione, proprio nel pieno delle attività “devianti” dei pubblici rappresentanti del Popolo, come dell’Amministrazione, le (un tempo) famose “Leggi Bassanini” furono salutate come una sorta di definitiva risoluzione all’eccesso di burocrazia e, dunque, alla possibilità che tramite legacci e legacciuoli, il “povero” ed “ignaro” imprenditore (ma il comune cittadino) cadesse nella tela del ragno, soffocato da quelle stesse funi.

Anni in cui la giovinezza e le relative passioni avevano un ruolo determinante nel gioco delle ragioni, che la mente elaborava ed il cuore non comprendeva.

Oggi, più vecchio, rileggo quei momenti alla luce della mia personale esperienza e trovo quelle stesse leggi di semplificazione estremamente “alte ed ideali” (se mi si passa il termine): talmente alte ed ideali da essere state sublimate in un sistema molto più perverso – almeno alla luce dei miei occhi – di quello che le precedeva.

Ricordo che nei nostri nutriti consigli comunali e grazie a quelle maggioranze “ballerine”, i singoli consiglieri dovevano per forza passare per la porta stretta del partito, sì da manifestare un pensiero affatto autoreferenziato, se non rischiando di essere sicuramente isolati da quella componente partitocratrica che li sosteneva. Diversamente da oggi, dove un nugolo di consiglieri (spesso frutto di scelte di lista, prive di storia politica, se non di slogan di rilevanza locale) - che non può avere rappresentanza democratica, talmente schiaccianti sono i numeri di governo dell’Aula, rispetto a quelli dell’opposizione - rende semplicemente pubbliche le personali idee del futuro (non troppo distante, giacché la politica odierna costruisce per ottenere attuale consenso, piuttosto che per costruire future speranze) senza preoccuparsi troppo del contraddittorio che spesso non esiste.

Dove le Giunte ed i singoli Assessori, prima ancora che governare il Paese, secondo le proprie libere aspirazioni e competenza, si preoccupano, piuttosto, di non far cadere il Sindaco: non tanto per alto senso dello Stato ma, direi, piuttosto, per rispetto della propria “incolumità politica”, comunque soggetta alla sorte del primo cittadino.

Che dire poi, di coloro i quali dirigono i pubblici uffici, sempre meno reclutati per pubblici concorsi (per quanto ciò preveda la Costituzione ed ha provato a farlo persino Brunetta!) e sempre più soggetti a nomina diretta, così come un tempo faceva il re, prima ancora dello Statuto Albertino, con la propria spada (di Damocle?) “sbattuta” sulle “fragili” teste.

E che dire dei Segretari Comunali che ai tempi del mio concorso erano i primi garanti della legittimità degli atti amministrativi locali: forse, è proprio qui ovvero sulla valutazione della legittimità dell’atto amministrativo che Bassanini è riuscito a sburocratizzare davvero il sistema delle garanzie e dei controlli, vista la fine fatta dagli stessi Co.Re.Co. Sì che si può scriver di tutto e contro tutto, persino contro la legge, giacché tutto è lecito finché qualcuno prende il coraggio di approdare al T.A.R.: ma chi e a quale scopo?

Ed infine, sempre più spazio è dato alla c.d. consulenza esterna specialistica, indipendentemente dalle diverse “grida manzoniane” votate al risparmio, dei governi centrali. Perché, per l’eccellenza pubblica, non bastano Responsabili di P.O., Dirigenti, Segretari, Direttori e Consulenti… ma forse, il grave danno – come il nostro Ministro stigmatizza – sono proprio i dipendenti pubblici (la c.d. ultima ruota del carro) che, loro malgrado, dovrebbero pur avere la capacità di autogovernarsi a fronte di sì tanti Capi!

Ed ecco che allora le tangenti continuano a fioccare, a grave rischio per una democrazia non sorretta più da atti legittimi o soggetti a giusti controlli di legittimità, ma da meri atti, efficaci sol perché esistenti: comunque capaci di incidere e di modificare, se non limitare, le singole libertà dei cittadini.