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lunedì 7 settembre 2009

Essenziale il rapporto fiduziario fra automobilisti e divise della strada...

... poi veniamo a noi.
Avevo scritto proprio un anno fa quello che ho virtualmente presentato come una novità odierna: ma il tempo sembra non cambiar gli eventi, se non ripeterli, come in una vichiana esperienza.
Così giungiamo davvero ai giorni nostri.
A quelli in cui a fronte di una sorta di invasione di macchinette accertatrici di infrazioni al codice della strada, ai poliziotti municipale, ma ai poliziotti, in genere, non resta da fare altro che conformarsi ai voleri che scendono dall'alto, talvolta spronati da qualche privato che ha tutto l'interesse - con le relative amministrazioni compiacienti e mal consigliate - di spillar quattrini - più che patenti - agli indisciplinati utenti della strada.
Così da un editoriale del Presidente di ASAPS a ciò che segue:
...così apre il proprio Editoriale il Nostro Presidente (A.S.A.P.S.), Dott. Giordano Biserni: e come non dargli ragione!
Ma così si impone una nuova rilfessione a margine di una importante Direttiva che, nella sostanza, ne sintetizza, migliorandole, altre ma che, sostanzialmente, sono rimaste disattese.
Non è la prima volta che il massimo vertice della P.A. propone ed impone alle Amministrazioni Locali di "darsi una regolata" nel fare in modo che da una serie di accertamenti di violazioni al codice della strada, si "risolvano" - si fa per dire - i bilanci comunali. Già è stato detto e ridetto che l'accertamento in remoto delle violazioni dovrebbe riguardare soltanto alcune strade e non tutte (soprattutto quelle dei centri abitati), sì da costituire l'eccezione e non la regola sovrana di taluni atti di accertamento.
Ciò non è stato e... vedremo se sarà.
Intanto, un certo tipo di giornalismo che corre dietro alla notizia, più per richiamare l'attenzione degli utenti-consumatori, che non per dare notizia, ha rappresentato in variopinto modo la direttiva del Ministro Maroni sulla prevenzione ed il contrasto dell'eccesso della velocità sulle strade. In buona sostanza è stato dato risalto alla vittoria dell'Associazione Consumatori, sugli abusi degli Enti Locali e, non da meno e con devastante azione deleteria alla buona immagine della polizia locale, è stato stigmatizzato il ruolo della specialità della Polizia Stradale, artatamente individuato come organo di controllo delle Polizie Municipali d'Italia.
La Direttiva, diversamente, è indirizzata non già e non solo alla SWpecialità Polizia Stradale della Polizia di Stato, ma a tutti "...gli organi di polizia stradale elencati nell'art. 12 del C.d.S....", ivi compresi i Corpi e Servizi della Polizia Municipale e la stessa Polizia di Stato, quando non è inquadrabile nella specialità anzidetta.
E' opportuno chiarirlo, credo.
Ma credo con ciò che sia necessario andare oltre la precisazione anzidetta, a tutela di buona parte di coloro i quali svolgono servizio di polizia locale, perché se il giornalismo ufficiale ha voluto descrivere la direttiva nei termini anzidetti, un motivo ci deve pur essere e ridurre il tutto a mera speculazione della notizia, non sarebbe corretto.
E quindi mi viene subito da pensare a quegli appartenenti alle polizie locali (direi, piuttosto, ahimé, inseriti nei relativi organici) che già da tempo hanno proposto, essi stessi, ai rispettivi amministratori, l'acquisto o l'affitto delle macchinette atte a risolvere i bilanci comunali; con ben poco dispendio di risorse umane, giacché nessuno doveva stare in strada ed altri avrebbero provveduto a fare il c.d. "lavoro sporco". Così è inziato quel tam-tam mediatico, reso noto dalle civette di strada, se non dalle televisioni, mediante il quale le amministrazioni locali rendevano noti ai propri cittadini i bilanci previsionali che si fondavano sull'accertamento futuro dell'illecito. Quindi, chi amministrava la cosa pubblica, anziché predisporre una politica locale della sicurezza stradale, si esaltava nel prevedere lauti introiti in ragione di un considerevole accertamento di violazioni al codice della strada: quali violazioni? Quelle al superamento del semaforo rosso, statisticamente idoneo a determinare sinistri stradali e quelle relative al superamento dei limiti di velocità, statisticamente idonei a determinare la gravità degli incidenti.
Trovo tutto ciò aberrante... ma questo giochino non cessa, sol se si pensa a quello che viene fatto - anzi, che non viene fatto! - dei proventi contravvenzionali di cui all'art. 208 del codice della strada che, spesso e volentieri, anziché essere utilizzato per migliorare la sicurezza stradale e la previdenza della polizia stradale, ancora una volta, viene uticome generica risorsa economica per risolvere il bilancio comunale.
Eppoi gli scandali degli ultimi tempi, non pochi accertatori semaforici sequestrati (non solo da parte della specialità Polizia Stradale, ma dalle stesse polizie municipali, nel loro ruolo di polizia stradale, non propense ad accettare talune machiavelliche idee di propri "colleghi", mai dimenticando che sotto la divisa c'è pur sempre un cittadino che tutela e vuol essere tutelato dal suo Stato!), indagini su alcuni soggetti della polizia locale... insomma, tutta una serie di iniezioni di malessere che l'opinione pubblica e per tutti, le associazioni consumatori hanno fatto ricadere su di una categoria che è ancora alla ricerca di una propria identità morale, prima ancora che giuridica: la polizia municipale.
Beh, la mia è solo una voce nel mucchio, una noce in un sacco, ma credo di doverla esprimere con forza, affinché possa raggiungere la stragrande maggioranza di quei Colleghi che fanno o cercano di fare il loro dovere, con notevole difficoltà, perché è molto più semplice piazzare una macchinetta gestita con estrema disinvoltura a mo' di slot-machine, che piazzarsi in strada a ricevere gli improperi della gente.
Ma forse questo Ministro, finalmente, sta introducendo un cambiamento di tendenza, creando i presupposti per mettere la tecnoclogia al servizio degli organi di controllo e non la polizia stradale al servizio dei fabbricanti e compiacienti fabbricanti di slot-machine; un cambiamento che può diventare importante, allorquando i cittadini potranno guardarci in faccia, magari per essere giustamente redarguiti, ma sempre utilizzando il coraggio della ragione, piuttosto che la spudoratezza dell'interesse privato.

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