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martedì 25 settembre 2012

Aria di lelezioni... riflessioni sulla politica

Ho avuto l'occasione di seguire, su Rai News, un Beppe Grillo pieno di energia e di voglia di fare, forse sospinto da quell'aria di consenso che si dice raggiunga, addirittura, un 15% dell'elettorato... non è poca cosa, sol se si pensa che si parla di milioni di italiani: tutti così stregati dal comico ammaliatore?... ma!
Ed ho sentito dire che il c.d. "governo tecnico" dei professori, nonostante i tagli che gravano sui cittadini meno abbienti e comunque atto a risicare i patrimoni del ceto medio, ma così lontano dall'aggredire i grandi capitali, beh, questo stesso governo, in fondo, è sostenuto anche dai fustigati del buon Mariolino.
Ai margini, restano i partiti storici e cioè quelli che dichiarano di essere ancora legati ad una radice ideologica. Radice idelogica... ma, se fossi un botanico, parlerei di un innesto (tipo da DC nel PCI a formare il PD o, ancora, l'area di destra ed estrema destra, in quel che resta della DC a formare il PDL), peraltro venuto male, perché architettao da qualche ottimo contadino, il cui interesse era vendere pere che avessero il sapore delle ciliege.
A me non piace, ne il comico ammaliatore, ne il Professore, perché sono all'antica e credo che la politica, sia come un buon vino,che prende corpo e sapore invecchiando, ma che può essere fatto con dell'uva e non con quel che capita.
Credo nella politica che, per quanto moderna, faccia comunque riferimento a delle ideologie - senza, con ciò, diventare, ideologica - che hanno determinato grandi movimenti di pensiero ed intere popolazioni a sentirsi parte di un unico popolo.
Si può decidere se il modello comunista, piuttosto che quello capitalista, siano modelli condivisibili e quindi, distinguersi. Ma decidere che questi modelli, vadano cancellati, in ragione di una scelta tecnocratica, beh, questo credo che sia cosa che con la politica non ha niente a che fare.
Allora, quando, avvicinandosi alle elezioni, sento dire che la politica è fallita, beh, mi sento offeso, profondamente offeso: perché questa qui, non è politica e niente a che a che fare con il modello comunista, ma neppure capitalista, perché, entrambi, pensati per creare un modello sociale.
Questa non è politica per la polis, ma malaffare per l'affare di pochi.
E se a questo stato di cose becero ed indegno di rappresentanti di istituzioni, si vuole sostituire un modo altrettanto becero, di offendere le istituzioni come un "uomo qualunque" (che messo alla prova, non avrà alcuna organizzazione capace di sostenerlo), o di fare delle istituzioni un'aula universitaria dove le cose vanno meglio, sol perché i numeri delle statistiche lo dimostrano, beh, io, come cittadino semplice ed ignorante, mi tiro indietro.
So che il giorno delle prossime elezioni andrò a votare, perché lo devo a mio nonno, a mio babbo e a quanti altri hanno lottato e sacrificato i loro migliori anni, per l'esercizio di questo diritto; ma so che se questo stato di cose non cambierà o, addirittura, si invocherà la tecnocrazia di Grillo o di Monti, beh, la mia sarà solo la manifestazione di un diritto che nulla vorrà contribuire a lasciare questo Bel Paese in mano ad una forma di dittatura formalmente chiamata democrazia.

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