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lunedì 8 marzo 2010

L'Italia, un Paese a rischio...

Francamente, il Dott. Berlusconi Silvio, non gode certamente della mia stima e, certamente, non è che a lui possa interessare molto questa mia condizione.
Peraltro, resta pur sempre il Capo del Governo del mio Paese e per questo, lo rispetto.
Ora, di lui si dice tutto ed il contrario di tutto e con altrettanta franchezza, non so davvero se quanto si dice di lui è vero o il frutto di illazioni e strumentalizzazioni. In fondo, si tratta soltanto di fidarsi o meno di certe affermazioni e...beh... io ho imparato ad essere diffidente: non solo del Dott. Berlusconi Silvio ma, in genere, di chi tratta con il Dott. Berlusconi Silvio: di chi lo ama, ma anche di chi lo odia. Sì, perché uno così o si ama o si odia.
Però di una cosa credo di essere certo, senza necessità alcuna che qualcuno lo mostri e lo dimostri, in TV come sul giornale: che quest'uomo è riuscito a creare una cultura dissacrante delle regole del gioco della democrazia.
Il danno più grave che può commettere un uomo delle istituzioni è adottare un comportamento che legittimi l'illegittimità: se lo fa lui, lo posso fare anche io.
Così si crea una cultura istituzionale, anzi, una sottocultura.
Talmente grave che i recenti fatti sul voto nel Lazio ed in Lombardia ci dovrebbe far riflettere sullo stato di questa pseudo-democrazia.
Da un lato, l'opposizione esulta per la possibilità di vincere, in ragione dell'assenza della controparte, facendo venir meno quell'elemento fondamentale di ogni democrazia e cioè la possibilità, per il popolo, di essere rappresentato da una parte politica.
Dall'altro lato, il Governo, con un'arroganza indescrivibile annienta le regole del gioco, sanando ciò che non può essere sanato, facendo venir meno l'altro vincolo di forza della democrazia e cioè il rispetto delle regole.
Per di più, il Presidente della Repubblica, il Capo dello Stato, il simbolo dell'unità nazionale, viene tirato dentro questa barbarie istituzionale perdendo di credibilità, in ragione della propria scelta istituzionale: oggi, tra qualche grido e qualche mal di pancia contenuto, il nostro Presidente è lontano da una buona parte di italiani, non rappresentando più l'unità nazionale, ma una parte degli italiani.
E se avesse preso un'altra decisione: l'altra parte si sarebbe dissociata.
Il risultato sarebbe stato lo stesso.
Di simili conseguenze imputo la responsabilità al Dott. Berlusconi Silvio e a chi, con forza, anziché contribuire a rinnovare le regole democratiche, a contribuito a soverchiarle, a stravolgerle: di più, a non renderle più credibili.
Tanto che chi rispetta le leggi dello Stato, credo non lo faccia tanto per il rispetto delle leggi, che probabilmente neppure conosce, ma perché è nello spirito delle cose conosciute dalle persone oneste rispettare le regole scritte nelle leggi.
Tanto che chi non le rispetta le leggi dello Stato, credo lo faccia perché, conoscendole, sa bene che alla fin fine, tra godersela alla grande e rischiare di essere scoperti, conviene godersela.
Quindi, il nostro Paese rischia di trasformarsi in un Paese dove le leggi non vanno rispettate, ma, più semplicemente, usate.
Non so davvero in che direzione stiamo andando, ma credo che se chi ha compiti di governo non cambia metodo, sicuramente riuscirà a destabilizzare - più di quanto già è riuscito a fare - il Paese.
Non da meno di chi, stando all'opposizione, continua restare incapace di costruire un'alternanza credibile.
Un'alternanza che neppure chi oggi è al governo riesce a dare al Dott. Berlusconi, tanto da doverselo tenere e proteggere così come natura crea e...Silvio conserva.
Credo che questo è il grave problema.
La nostra più bieca cultura istituzionale.

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