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lunedì 21 maggio 2012

Quante verità dietro un delitto? perché?

Nelle tecniche di polizia e di indagine, si ritiene la riservatezza, elemento fondamentale al raggiungimento dell'obiettivo principale: l'individuazione del colpevole. Oggi, ho seguito l'evoluzione delle notizie giornalistiche sui fatti di Brindisi, tramite Rainews.it e sono rimasto sconcertato. Si profila un conflitto di competenza, l'idea che un Magistrato possa smentire l'operato del proprio collega ed anzi, sostenere che la divulgazione del filmato sull'individuo sospettato (si parlerebbe già di chi è e speriamo che la folla non se lo mangi!) possa inquinare le indagini: così avrei risposto anch'io ad un pubblico concorso. Si leggono le autorevoli (?) affermazioni della criminologa portata agli onori della cronoca e contestualmente trasportata, come spirito onnipresente ed onniscente, all'interno dei plastici di Bruno Vespa: il Lombroso, forse, guardandola solo di sbiego, se ne sarebbe fatta una sua personalissima opinione. Insomma, ho come l'impressione che qui non si stia cercando la verità (e mi domando, perché), ma ciascuno affermi la propria verità (e mi domando, perché) e probabilmente, fra qualche giorno ci sarà una delle tante verità (e mi domando, perché).

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