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martedì 1 novembre 2011

SICUREZZA STRADALE E DIRITTO

di: Ambrogio Moccia
casa editrice: MAGGIOLI EDITORE RIMINI
anno / edizione: I/2011
parti principali: SICUREZZA STRADALE E DIRITTO PENALE - I REATI PREVISTI DAL CODICE DELLA STRADA - CDS E CP - I REATI CONTRO LA PERSONA - LE SANZIONE AMMINISTRATIVE ACCESSORIE - L'ACCERTAMENTO DEI REATI IN MATERIA DI SICUREZZA STRADALE
pagine: 173
misure: cm. 17 x cm. 24 e taglio cm. 0,8
codice: ISBN 978-88-387-6845-5
prezzo di copertina: euro 25,00


Con la legge n. 689 del 1981, da molti ritenuta la legge quadro sulle sanzioni amministrative, ma da inquadrare, più correttamente, come legge di modifica al sistema penale, è stato introdotto nel nostro ordinamento l'ampio criterio di individuazione e di trattazione dei "reati amministrativi".
Dunque, illeciti originariamente rilevanti per l'applicazione di pene, quindi ricondotte alle più attuali e "meno" affllittive sanzioni amministrative. Non si può con ciò dimenticare, che proprio i vecchi codici della strada - compreso quello previgente del '59 - prevedevano quelle contravvenzioni che, ancor oggi, sono presenti nel gergo comune.
Il Nuovo Codice della Strada compie quasi vent'anni e a quest'età, l'esuberanza giovanile, presuppone una risposta forte dei soggetti preposti alla tutela dei beni pubblici. Quasi a dimostrare la capacità di far fronte a situazioni drammatiche del viver comune, lo Stato ha quindi introdotto dei correttivi che bene si conciliano con il concetto di sicurezza urbana e, nel caso di specie, di sicurezza stradale.
Su questo concetto di sicurezza - urbana come stradale - il nostro legislatore sta ricamando sul tessuto sociale, utilizzando filo d'acciaio. Così si prevedono punizioni esemplari che spesso risultano talmente esemplari, da confliggere, o con il dettato costituzionale, o con la stessa credibilità o effettività della norma penale che le prevede. In certo qual modo, si ha come l'impressione di voler recuperare quell'afflittività originaria che la legge 689/81 doveva mitigare, prevedendo peraltro misure più efficaci ed immediate, senza con ciò disturbare l'Autorità Giudiziaria, in quanto preposta a mediare conflitti e minacce di ben più grave portata, che non quelli inerenti la sicurezza stradale.
Ecco che quindi l'analisi di questo Magister, ci aiuta a meglio comprendere l'utilità del diritto penale, come strumento di tutela sociale, senza necessità alcuna di ridurre talune fattispecie criminali (quale la guida senza patente, piuttosto che quella in condizioni psicofisiche alterate, ecc.) a dei meri illeciti amministrativi, capaci quindi di arrecare soltanto danno all'attività della P.A.
Reati contemplati direttamente dal Nuovo Codice della Strada oppure da quest'ultimo ricercati nel codice penale, quasi a colpire fattispecie poste in bilico tra la minaccia al bene pubblico della sicurezza e il contrasto all'agire pubblico.
E questo avviene in modo semplice e chiaro, con un linguaggio scevro da eccessivi tecnicismi, che caratterizza tutta l'opera formativa e divulgativa del Moccia, sia come relatore, sia come scrittore.
Manifesta, anche nel silenzio di ogni pagina, quella simpatia partenopea e quella predisposizione borbonica al tema del diritto, rendendo questo breve compendio, una utilissima riflessione su concetti di non sempre facile lettura.

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