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mercoledì 19 gennaio 2011

Difendere l'indifendibile...

...seguendo Ballarò, ier sera, non mi ha colpito tanto il fatto addebitato al Sig. Silvio Berlusconi che, giustamente, devono giudicare i giudici.
Ciò che mi colpisce, piuttosto, è questo atteggiamento rispetto all'indifendibile: di fronte a fatti oggettivi, si glissa su competenze, su modalità di accertamento di un reato, sulla necessità di evitare l'interrogatorio di garanzia, dimostrando così, come Ministro della Giustizia, di non avere fiducia nella Giustizia e come appartenente alla Giunta delle autorizzazioni (che non ha letto le carte che direttamente la interessano), si scandalizza del fatto che i cittadini possano conoscere e giudicare dei fatti.
Mi stupisce il linguaggio di una parte politica che ancora oggi parla del Sig. Berlusconi, come il salvatore di un Paese vetero-comunista, quasi che il governo democristiano e del pentapartito non sia esistito e quasi che il delitto Moro non abbia rappresentato se non la più evidente contrapposizione al c.d. compromesso storico tra DC e PCI; sicuramente a dimostrare un linguaggio che ancora oggi butta fuori dal cilindro della paura, vecchi retaggi psicologici che consentirono già al fascismo di diventare dittatura, in quanto contrapposto ai c.d. "rossi" dell'epoca, con l'appoggio della borghesia e della Chiesa, sicuramente non simpatizzanti di Benito Mussolini, ma meno impauriti dei famigerati "rossi" che Mussolini avrebbe distrutto, distruggendo l'Italia tutta.
Se poi il Sig. Berlusconi voglia fare della sua casa una casa di tolleranza per la prostituzione, piuttosto che una casa di accoglienza per i poveri, beh, francamente me ne po' fregà di meno. Sicuramente, vorrei che il Presidente del Consiglio del mio Paese fosse posto nella condizione di non essere attaccabile ne fisicamente, ne moralmente, perché un Primo Ministro aggredibile, non offre garanzie allo Stato che si è impegnato a difendere e a gestire nel milgiore dei modi. E dunque, sentire ancora il Ministro della Giustizia che certifica la possibilità a chiunque di accedere alla casa del Sig. Silvio Berlusconi, perché è nel suo carattere - ma forse, quando uno decide di fare il Capo del Governo dovrebbe mettere da parte il proprio carattere, per il carattere istituzionale che lo contraddistingue - mi turba non poco.
Credo che stiamo scendendo verso il basso, mentre, occasionalmente, ci scandalizziamo di eventi sempre più gravi, ma rispetto ai quali, sempre di più ci abituiamo a leggerli come accadimenti "normali", perdendo quel senso di indignazione che in un popolo maturo ed in una coalizione matura - non di opposizione, ma di governo - dovrebbe suscitarsi.
C'è un meccanismo perverso, nella depressione sociale e cioè quello di portare la gente a ritenere che si è raggiunta la fine e quindi qualcosa cambierà. Ma mentre il tempo passa, le cose non cambiano ed anzi peggiorano così come, dinanzi alla presa di potere del nazi-fascismo, milioni di essere umani, passivamente, sono stati sterminati con l'idea che prima o poi qualcosa sarebbe cambiato.

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